Timothy Snyder
Il principe rosso
Neri Pozza, pagg.336, € 22,00
Con questo volume Timothy Snyder ci porta negli anfratti più affascinanti della storia europea del Novecento attraverso la vita straordinaria di uno dei personaggi più controversi e multiformi dell'epoca: l'arciduca Guglielmo d'Asburgo, noto anche come il Principe Rosso.
Partendo dalle testimonianze dei discendenti dell'arciduca e scavando nelle pieghe della storia familiare degli Asburgo, Timothy Snyder ci conduce lungo un percorso che va dall'apice del potere dell'Impero Austro-Ungarico alla sua rovina totale. Attraverso la figura affascinante e sfaccettata di Guglielmo, l'Autore ci offre una visione panoramica dell'Europa in costante evoluzione, in cui le identità nazionali si scontrano e si intrecciano in un vortice di mutamenti e trasformazioni.
Guglielmo d'Asburgo incarna perfettamente questa complessità identitaria e politica dell'epoca: figlio cadetto di una delle dinastie più antiche e potenti d'Europa, cresce tra le sfarzose corti imperiali e le rivolte nazionali che minacciano di frammentare l'impero. Camaleontico e inafferrabile, Guglielmo attraversa gli eventi cruciali del secolo XX, combattendo nelle guerre mondiali, flirtando con regimi totalitari e lottando per l'indipendenza dell'Ucraina.
Il Principe Rosso si muove tra mondi diversi, tra lingue e culture, tra lusso e povertà, tra amore e tradimento. È un uomo dalle mille sfaccettature, capace di passare dall'uniforme da ufficiale austriaco ai vestiti da donna, dalla diplomazia alla spionaggio, senza perdere mai di vista il suo obiettivo principale: la creazione di una nazione ucraina indipendente e sovrana.
Con uno stile coinvolgente e avvincente, Timothy Snyder ci guida attraverso la vita straordinaria e al contempo tragica del Principe Rosso, offrendoci uno sguardo unico sulle vicende che hanno segnato l'Europa del Novecento. Attraverso le vicende di Guglielmo d'Asburgo, l'Autore ci invita a interrogarci sulle radici dei nazionalismi che ancora oggi agitano il continente, suggerendo che forse solo abbracciando la complessità delle nostre identità possiamo aspirare a un futuro di pace e unità. |