Eugenio Di Rienzo
Sotto altra bandiera Antifascisti italiani al servizio di Churchill
Neri Pozza, pagg.240, € 19,00
Questo saggio di Eugenio Di Rienzo (professore onorario di Storia Moderna presso l'Università La Sapienza di Roma e direttore della rinomata rivista "Nuova rivista storica") ci invita a immergerci in un complesso intreccio di passioni travolgenti, gesti generosi e oscuri inganni. Una narrazione che ci catapulta in un'epoca di tumulto, dove l'Italia è stata lacerata dagli eventi bellici. A rendere tutto ancora più avvincente, gli archivi nazionali di Londra hanno di recente svelato documenti che ci mostrano la cruda realtà dei doppi giochi, delle rivalità intestine, dei tradimenti e delle manipolazioni studiate a tavolino.
Attraverso queste testimonianze straordinarie, siamo in grado di gettare uno sguardo profondo su quel periodo di profonda sconvolgimento. Uno dei protagonisti di questa intricata vicenda è Benedetto Croce, una figura di spicco che, fino al 25 luglio 1943, era convinto che non fosse mai giustificato impugnare le armi contro la propria patria, anche se questa avesse scelto il lato sbagliato del conflitto. In contrasto con questa visione, Gaetano Salvemini, una figura altrettanto rilevante, considerava invece possibile e addirittura necessario farlo, a patto che l'Italia emergesse dalla guerra come una nazione più libera e giusta, preservando la propria indipendenza e integrità territoriale.
Altri ancora, come Emilio Lussu, Alberto Tarchiani, Aldo Garosci, Max Salvadori e Leo Valiani, senza esitazioni, abbracciarono una diversa bandiera. Si unirono alle fila dello Special Operations Executive, l'organizzazione britannica di spionaggio, convinti che la lotta contro il nazifascismo fosse una "guerra santa" volta a proteggere i diritti dell'intera umanità, al di là degli interessi di Stati e popoli. Questi coraggiosi individui cancellarono ogni sentimento di appartenenza nazionale meschino, ristretto ed egoistico.
La trama complessa di questa storia ha visto i suoi protagonisti spaccarsi tra vincitori e, forse, vinti. Dopo il 25 aprile 1945, tutti coloro che furono coinvolti in questa vicenda si trovarono costretti a riconoscere, sebbene forse solo a livello personale, come Benedetto Croce, che la guerra a cui avevano dedicato gran parte delle loro vite non era stata soltanto una "guerra per la libertà". Come tutte le altre guerre, era stata combattuta per il dominio, per il vantaggio economico e politico, per l'egoismo degli imperi e delle nazioni. Si resero conto che la vera guerra per la libertà avrebbe dovuto ancora essere combattuta, ma con mezzi più raffinati e adatti, andando al di là delle sole armi.
Il libro di Di Rienzo si propone di narrare le complesse vicende di questi personaggi, senza emettere giudizi ma con un profondo sentimento di pietas. Riconosciamo il tormento interiore che la scelta di combattere sotto una diversa bandiera ha inflitto alla maggioranza di loro, anche se non tutti hanno condiviso la stessa esperienza. Attraverso le pagine del volume ci immergiamo nelle loro vite travagliate, affrontando le loro sfide, le loro disillusioni e i loro sacrifici. È un'opera che ci spinge a riflettere sulle complesse dinamiche dell'essere umano, sulle scelte che siamo chiamati a fare in momenti di estrema difficoltà e sulla necessità di agire per il bene comune, pur traendo insegnamenti dai tragici eventi del passato.
In conclusione, quest'opera getta luce su una pagina poco conosciuta ma cruciale della storia italiana. Attraverso il racconto appassionante di Eugenio Di Rienzo, ci immergiamo in un viaggio emozionante e allo stesso tempo riflessivo, che ci lascia con una profonda consapevolezza della complessità delle scelte umane e della loro influenza sul corso della storia. |