Domenico Nania
I figli un dio minore Primo volume 1946-1969
Lombardo Edizioni, pagg.271, € 20,00
Domenico Nania ha scritto un'opera in tre volumi (riccamente illustrata e documentata) dedicata alla storia della Destra italiana dal dopoguerra ai giorni nostri (con un'attenzione particolare alla realtà barcelgottese: egli è infatti originario di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina), tenendo sullo sfondo la propria esperienza di militante, dirigente e parlamentare del Movimento sociale italiano prima e di Alleanza nazionale successivamente. La trattazione contenuta nel primo volume, che qui si presenta, giunge fino al 1969, l'anno della strage di Piazza Fontana e dell'inizio della cosiddetta "strategia della tensione".
Nel 1953, i militanti barcelgottesi si radunarono in via Operai per salutare il Maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani, che, dopo aver tenuto un comizio a Messina, "doveva recarsi a Palermo passando dalla Città del Longano". La loro attesa venne però vanificata dalla decisione del Ministro degli Interni, Mario Scelba, che "aveva disposto nei suoi riguardi – per l'accoglienza che riceveva in ogni Città e il timore di un clamoroso della Fiamma – il divieto di tenere comizi per motivi di ordine pubblico". Perciò, ricorda Nania, il popolo che gremì via Operai "sommerse di fischi e d'insulti il povero funzionario di PS che comunicò la notizia e ordinò alla folla di sciogliersi effettuando il fermo di alcuni giovani che non volevano saperne e che furono rilasciati solo in nottata".
Elio Scibilia era "un giovane dirigente d'ingegno, cultura, militanza e fine ironia che rappresentò l'anello di congiunzione tra nostalgici e ragazzi nati nel dopoguerra". Curava una sorta di "blog microfonico ante litteram" attraverso il quale "informava 'ncuttu i cittadini sugli eventi nazionali, regionali e locali degni di nota dalla sede del MSI situata ai "4 Canti" e [...] gestì la prima bacheca del MSI". Scibilia "sarebbe andato incontro a una brillante carriera politica se la sua vita non si fosse spezzata a soli 27 anni", il 13 aprile 1964. Scrive Nania: "Noi si dice di Elio: - Ha vissuto come se dovesse morire subito. Ha pensato come se non dovesse morire mai".
Nel libro, sono dedicate diverse pagine al "caso Paolo Rossi", lo studente universitario "radical-socialista" bastonato e ucciso il 27 aprile 1966 durante i tafferugli avvenuti alla Sapienza di Roma "tra studenti di sinistra e di Primula Goliardica, l'associazione dell'eroe antifascista Randolfo Pacciardi". Tale evento "costituisce un'anticipazione del clima di violenza e di incomunicabilità tra persone e generazioni". L'Autore ribadisce giustamente la totale estraneità al fatto degli universitari del FUAN, nonostante all'epoca l'omicidio fosse stato attribuito ai giovani di Destra.
Dalla fine degli anni Cinquanta e fino al 1976 il MSI messinese "passò, tra decessi, emarginazioni e lotte intestine, dalle mani di una classe dirigente che avvicinava la politica all'etica in quelle di un terzetto che prima padroneggiò "il clientelismo alla DC" e poi, nel '76, si schierò con gli scissionisti del MSI che fondarono Democrazia nazionale per affossarlo". Nel corso del ventennio in cui gestì la Federazione, il trio - composto da Giuseppe Tortorella ("un teorico del meno si fa e meglio è"), Domenico Fusco ("un onorevole poco versato nell'attività di partito e molto dotato nella raccolta delle preferenze") e Saverio D'Aquino ("persona intelligente, disponibile e accattivante anche se pavone") – "non organizzò iniziative politiche di spessore che si ricordino. I loro tour cominciavano il giorno prima delle elezioni e finivano il giorno dopo".
Non mancarono, tuttavia, le "risorse" rappresentate da Paolo Spadafora, Pippo Marzullo, Umberto Pirilli, Peppino Aloe, Giovanni Davoli, Peppino Cucinotta, Nicola Coiro, Eugenio Torre, Orazio Santagati, Santi Raimondo, Antonio Fede, Biagio Catania, Matteo Pirri, Carmelino Maggio, Nino Pellegrino, Turi Taccia, Ciccio Scopelliti, Enzo Spada, Michele Alessandro.
Davoli "parlò della "terza via" chiarendo i termini della socializzazione corporativa e della partecipazione dei lavoratori agli utili dell'impresa", mentre Cucinotta sosteneva la necessità di "costruire la Nazione Europa".
Nel 1966, nacque "Il Principe", foglio studentesco ciclostilato della Giovane Italia "compilato da mani inesperte ma volenterose", che "continuò le sue pubblicazioni fino al 1971" (nel volume è riprodotta una rassegna di articoli tratti dal periodico).
I "fasci di periferia" colsero le assonanze tra l'antimaterialismo della "beat generation", la "trasgressione futurista e il modus vivendi di Fiume" dal settembre 1919 al dicembre del 1920 e non si accodarono al diktat del vertice missino contro la contestazione studentesca del '68. |