La storia prende il treno Stampa E-mail

Sophie Dubois-Collet

La storia prende il treno

Add Editore, pagg.247, € 16,00

 

duboiscollet treno  La giornalista francese Sophie Dubois-Collet ricostruisce, in questo saggio ricco di informazioni e aneddoti, il ruolo esercitato dal treno nel corso della storia, dalle origini (all'inizio dell'Ottocento comparve nel Galles la prima locomotiva a vapore) ai nostri giorni.

  La prima ferrovia italiana venne inaugurata il 3 ottobre 1839 da Ferdinando II, re delle Due Sicilie, e collegava "corso Garibaldi, a Napoli, con la piazza reale di Portici, alle pendici del Vesuvio". "Durante i quaranta giorni successivi all'inaugurazione – spiega l'Autrice -, il treno accoglierà non meno di 85.000 passeggeri che lo utilizzeranno più per curiosità che come mezzo di trasporto". In seguito, nel 1842, l'originaria linea Napoli-Portici "sarà prolungata fino a Castellammare di Stabia e due anni dopo raggiungerà Nocera inferiore, in provincia di Salerno". Nel 1846, l'ingegnere francese Armand Bayard de la Vingtrie "otterrà la concessione per portare la ferrovia fino a San Severino e Avellino".

  Nella corso della storia, non sono stati pochi gli incidenti ferroviari (in uno di questi, risalente al 1865, venne coinvolto Charles Dickens mentre tornava da Parigi insieme con la sua compagna, l'attrice Ellen Ternan). "La prima grande catastrofe francese" – che dà il titolo a un capitolo del libro – ebbe però luogo l'8 maggio 1842 all'altezza di Bellevue: "mentre il treno entra a Meudon filando a 40 chilometri l'ora, l'asse anteriore della locomotiva di testa, una Matthew Murray, si spezza. La motrice deraglia, piegandosi sul fianco destro. Nella caduta trascina con sé il secondo locomotore, che la investe". Il bilancio – anche a causa dell'incendio provocato dall'incidente – fu drammatico: "cinquantacinque morti, centinaia di feriti gravi e altrettanti feriti lievi".

  "Questa prima grande catastrofe ferroviaria – aggiunge la scrittrice – porterà comunque ad alcuni cambiamenti in materia di sicurezza. Le locomotive a quattro ruote saranno rimpiazzate da quelle a sei ruote, più stabili. Un carro merci posizionato tra il tender e la prima carrozza viaggiatori servirà ad assorbire l'urto durante un eventuale deragliamento e a evitare il propagarsi delle fiamme sui vagoni di legno, in caso di incendio. La velocità sarà limitata nelle pendenze e le porte degli scompartimenti non saranno più bloccate".

  Napoleone III, "uomo di moderne vedute", amava muoversi in treno, non solo perché era "il mezzo di trasporto più rapido", ma anche perché il treno gli consentiva di "incontrare il suo popolo in modo meno formale". Il treno imperiale – inaugurato il 19 agosto 1856, portando l'imperatore e la sua famiglia a Biarritz - era composto da sei carrozze, dipinte "nei colori rosso scuro e blu oltremare" e "impreziosite da piccole colonne e cornici in bronzo dorato con inciso lo stemma dell'imperatore, una "N" sormontata da una corona e circondata da rami di alloro".

  Molto nota è la leggenda del "vagone piombato", la carrozza a bordo della quale Lenin fece ritorno in Russia nell'aprile 1917. Partito il 9 dalla stazione di Zurigo, l'11 aprile il treno "arriva a Berlino e il 13 a Stoccolma", il 15 supera "la frontiera tra Svezia e Finlandia e il 16, poco prima di mezzanotte", giunge finalmente "alla stazione Finlandia, nel cuore di Pietrograd", accolto dalle bandiere rosse. "Per poter leggere e scrivere senza fastidi, Lenin e la moglie occupano uno scompartimento isolato", mentre Karl Radek occupa la "cabina accanto alla loro".

  Questo e molto altro si legge nell'appassionante ricerca di Sophie Dubois-Collet, scritta con abilità narrativa e rigore storiografico, dalla quale emerge l'importanza che il treno ha avuto in alcuni momenti cruciali della storia contemporanea.