a cura di Adriano Favole
L'Europa d'Oltremare Culture, mobilità, ambienti
Raffaello Cortina Editore, pagg.280, € 24,00
Questo volume curato da Adriano Favole raccoglie quattordici saggi che prendono in esame le realtà arcipelagiche degli Oltremare europei dell'Oceano Pacifico e Atlantico, dei Caraibi e dell'Oceano Indiano.
In queste isole – scrive il Curatore nel saggio introduttivo -, "vivono oltre 6 milioni di cittadini europei di nazionalità francese, olandese, danese, portoghese, spagnola e, fino al compimento della Brexit, britannica".
Le isole dell'Oltremare – spiega ancora Favole – "non sono mondi isolati", bensì "snodi di relazioni che la storia pre-coloniale, il colonialismo e il post-colonialismo hanno intessuto. Le isole non sono isolate, ma sono più facilmente "isolabili" delle aree continentali".
Il contributo di Martina Pafumi è dedicato alla mobilità degli studenti d'Oltremare (provenienti in particolare da Kanaky Nuova Caledonia) che studiano in Francia. Per essi "esiste una realtà istituzionale di accoglienza al momento del loro arrivo nella capitale francese: la Maison de la Nouvelle-Calédonie. Frutto della singolare relazione istituzionale che lega la Nuova Caledonia alla Francia, ogni anno la Maison ospita nei suoi locali centinaia di studenti caldeoni e organizza giornate di orientamento sul sistema di erogazione di borse di studio, sulle procedure amministrative per aprire un conto bancario e soprattutto sulla ricerca di un alloggio".
Marta Gentilucci affronta il caso dell'industria 'Koniambo Nickel' situata nel Nord di Kanaky Nuova Caledonia, che "rappresenta per i kanak – a lungo emarginati dall'attività mineraria ed economica – una vittoria simbolica e un tentativo di ri-addomesticare il capitalismo estrattivo. Tale processo di industrializzazione si inserisce in un quadro politico e storico significativo e specifico della Nuova Caledonia, irriducibile ad altri contesti, compresi quelli oceaniani".
Paola Schierano spiega il concetto di 'Indianoceania': "gli abitanti delle isole australi costituiscono una "comunità" in virtù degli scambi che da secoli interessano quest'area e da cui traggono origine i multipli apporti su cui tali comunità si fondano". L'"Indioceanismo", inteso da Camille de Rauville quale "nuovo umanesimo nel cuore dell'Oceano Indiano", "ha vissuto un lungo periodo di sospensione imposto dal contesto storico di fine anni Sessanta", ed è tornato alla ribalta nel 1982, "in occasione della creazione della Commissione dell'Oceano Indiano (COI)", "a puntello di un programma federativo volto alla valorizzazione dell'appartenenza regionale e al riconoscimento internazionale". |