La Lega. Una storia Stampa E-mail

Paolo Barcella

La Lega
Una storia


Carocci Editore, pagg.240, € 19,00

 

barcella lega  IL LIBRO – La Lega ha vissuto molte vite. Forza di lotta e di governo, ha occupato politicamente i territori del Nord, raggiungendo picchi di consenso maggioritari in Lombardia, Veneto e Piemonte. Ha conosciuto fasi di espansione e momenti di crisi, capovolgendo posizioni e prospettive. Nel corso della stagione bossiana ha acceso le tensioni territoriali, alzando il vessillo dell'antimeridionalismo, ha invocato il federalismo e minacciato la secessione. Con l'ascesa di Salvini ha riarticolato le sue istanze in chiave nazionalista e ha superato l'antifascismo dichiarato di Bossi, collocandosi tra le forze dell'estrema destra europea. Ha conquistato l'egemonia culturale a destra, contribuendo a forgiare il senso comune di quella parte di elettorato. A partire dal 2020, le difficoltà legate alla crisi pandemica hanno rallentato la sua corsa, costringendo la dirigenza a un rinnovamento d'assetto.
  Il volume ripercorre la storia leghista in quattro tappe. La prima delinea i caratteri socioeconomici dei territori provinciali del Nord Italia, individuando i fattori di crisi presenti negli anni Settanta e divenuti un terreno fertile per le proposte politiche leghiste (lombarda, veneta e piemontese, principalmente) nel corso degli anni Ottanta. La seconda si concentra sui cruciali anni Novanta, sui fattori di cambiamento generale e sulle strategie che consentirono a Bossi di conquistare prima la visibilità mediatica nazionale, quindi un'importante presenza nelle istituzioni: sono questi anni carattezzati deIle oscillazioni tra destra e sinistra, motivate da un rapporto inizialmente confIittuale con Silvio Berlusconi e dalla necessità di prendere una posizione rispetto agli ex missini e alla "pregiudiziale antifascista" La terza tappa si concentra sui primi undici anni del nuovo millennio e vede il definitivo posizionamento della Lega Nord nel campo del centrodestra: si tratta di un periodo in cui maturò una chiara prospettiva di politica migratoria, si definì il profilo di un partito antislamico e cristiano conservatore, si consolidò il consenso e il potere nelle istituzioni locali e regionali del Nord, dove la Lega impose una propria subcultura. Infine, la quarta tappa ricostruisce la crisi del partito provocata dagli scandali che coinvolsero la famiglia Bossi, la breve stagione maroniana, la segreteria Salvini e l'idea di una Lega nuova ma, per molti aspetti, in forte continuità con l'impianto culturale e ideologico dell'età bossiana. Ne risulta la storia dell'ultimo partito italiano nato sul modello degli storici partiti di massa, con le sedi, i volantini, gli attacchini, le forme di militanza, i centri e luoghi di animazione politica che furono propri anche del Partito comunista italiano, del Partito socialista italiano e della Democrazia cristiana, ma capace di reinventarsi, dopo la svolta impressa da Salvini a partire dal 2013,come organizzazione in senso ipercontemporaneo, deterritorializzata, ampiamente retta da strategie e strumenti di comunicazione politica digitali.

  DAL TESTO – "Tra fine anni Settanta e primi anni Ottanta, infatti, il leghismo lombardo, incarnato da Umberto Bossi, formulò un progetto politico che assumeva il linguaggio delle realtà autonomiste e regionaliste valdostane, altoatesine e friulane, ma lo applicò a un contesto caratterizzato da tutt'altre domande: la sua abilità fu quella di renderlo funzionale all'interpretazione e alla compensazione del vuoto identitario e culturale prodotto delle molteplici crisi in corso. Si trattava, in altri termini di un progetto nato ex novo, con deboli riferimenti teorici, senza una vera elaborazione politico-culturale autonomista che del resto ebbe, dopo il 1989, come punto più alto le formulazioni (spesso fantapolitiche) di Gianfranco Miglio - liquidato dallo stesso Umberto Bossi già nel 1994, nonostante il rapporto tra i due sia ripreso negli anni successivi – il cui problema principale era, al netto delle erudite dissertazioni su pregi e sorti dei modelli federalisti storici, quello di sganciare i "cosmopoliti produttori lornbardi" dal Meridione, per agganciare i primi al treno economico europeo a trazione tedesca."

  L'AUTORE – Paolo Barcella insegna Storia contemporanea all'Università degli Studi di Bergamo. Autore di numerosi libri e saggi di storia delle migrazioni e del lavoro.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - 1. Storie di provincia: dalle origini alla Lega Nord (Tanti Nord: un mosaico di territori / Territori migranti / Le crisi in provincia: localismi e regionalismi / Le leghe negli anni Ottanta / Le etnie, il Sud e la svolta sull'immigrazione) - 2. Dalla provincia alla città e ritorno (1990-2000) (Dalle affissioni abusive alla TV: la Lega è un fenomeno di rilevanza nazionale / Il grande salto: tra Milano e Roma / 1994: la prima esperienza di governo / Né di destra né di sinistra? / La Padania: un nuovo abito di provincia / "Un voto in più alla Lega, un albanese in meno a Milano") - 3. Governo, territorio e consenso (2001-11) (Lega di lotta e di governo: protezionismo, devolution e immigrazione / La crociata padana, bianca e cristiana: tra islamofobia e destra cattolica / La malattia di Bossi, il "cerchio magico" e il fallimento della devolution / La stagione del consenso: tra emergenze e questione del decoro) - 4. Dalla crisi del "cerchio magico" alla pandemia (2012-22) (Netà fò ol polér: la crisi e la segreteria Maroni / Bossi e Salvini: dal territorio al web / Salvini: il laboratorio di una destra nazionale / Il governo gialloverde, l'ascesa e il crollo) – Note – Bibliografia - Indice dei nomi