Filosofia della violenza |
Lorenzo Magnani
IL LIBRO – È giunto il momento di attribuire maggiore dignità filosofica alla violenza, visto che quest'ultima gioca un ruolo primario nell'esistenza degli esseri umani, indipendentemente dal fatto che se ne voglia prendere coscienza o meno. Esistono una filosofia della scienza e una della moralità, una filosofia della biologia, ma anche una dell'arte: non c'è nessuna ragione per continuare a disprezzare filosoficamente la violenza. Dobbiamo invece essere fieri di inaugurare una vera e propria nuova area della filosofia, quella della violenza, intesa come un campo autonomo di speculazione. ll volume vuole aiutare a riconoscere che noi umani siamo intrinsecamente esseri violenti. Questa consapevolezza, seppur non terapeutica (la violenza dovrebbe essere "spiegata" con pazienza filosofica e non certo usando ricette rapide, sommarie, o scientiste, paradossalmente al fine di dissimularla), potrebbe aumentare le nostre chances di diventare almeno esseri "responsabilmente" e consapevolmente violenti. DAL TESTO – "[...] è l'individuo ad essere violento, ma la violenza inerente alle strutture (dove per esempio l'ingiustizia e i rapporti di dominazione sono comuni, e gli atteggiamenti violenti sono costantemente distribuiti e promossi), è dissimulata o vista come una "buona" violenza, in quanto ineluttabile, ovvia e pertanto accettabile. Ogni giorno in Italia almeno tre persone muoiono sul luogo di lavoro, e questo pare in ultima analisi naturale e ineluttabile. La potenziale pericolosità di pratiche organizzative e di gestione del luogo di lavoro porta spesso a eventi violenti, ma tali pratiche sono considerate raramente come reali cause di danno violento. Quando queste pratiche sono percepite come promotrici di violenza, questa coscienza si riduce a una descrizione "esterna" che si dissolve grazie a una quantità immensa di retorica ipocrita. Di nuovo, abbiamo la tendenza a focalizzarci sull'idea familiare di violenza in quanto fondamentalmente fisica, e ignoriamo o sminuiamo quegli altri aspetti della violenza che non segnano immediatamente il corpo e non sono riconducibili in qualche modo alla sofferenza di quest'ultimo." L'AUTORE – Lorenzo Magnani (Sannazzaro de' Burgondi, 1952), filosofo, epistemologo e scienziato cognitivo, è Professore ordinario di Filosofia della scienza presso l'Università degli Studi di Pavia e direttore del Computational Philosophy Laboratory del Dipartimento di Studi Umanistici (Sezione di Filosofia). Fra le sue opere: "Abduction, Reason, and Science" (2001), "Morality in a Technological World" (2007) e il più recente "The Abductive Structure of Scientific Creativity" (2017). INDICE DELL'OPERA - Prefazione all'edizione originale inglese - Prefazione alla seconda edizione italiana - Capitolo 1. "Intelligenza militare" (Il coalition enforcement e l'origine evolutiva di moralità e violenza – 1.1. Filosofia: il supplemento lussuoso della violenza – 1.2. Definire la violenza: la violenza è distribuita e sempre "percepita" come tale – 1.3. L'ipotesi del coalition enforcement: moralità e violenza) - Capitolo 2. La natura violenta del linguaggio (Il linguaggio è uno strumento esattamente come un coltello – 2.1. La natura violenta del linguaggio: abduzione, pregnanze e affordances – 2.2. Il meraviglioso e perverso volto accademico del rapporto tra moralità e violenza) - Capitolo 3. Bolle morali: legittimare e dissimulare la violenza (Distribuire la violenza attraverso le fallacie – 3.1. Violenza, linguaggio e "scrittura" – 3.2. Le fallacie come "intelligenza militare" distribuita – 3.3. L'emergenza "semiotica" della violenza attraverso l'inganno – 3.4. La forza violenta della legge e della moralità – 3.5. L'oclocrazia come perversione violenta della democrazia e dei suoi valori – 3.6. Oltre l'11 Settembre. Democratici, fatevi sentire! Preferite essere terrorizzati o essere semplicemente dissuasi? - 3.7 Cattive notizie dalla teoria dei giochi evoluzionistica) - Capitolo 4. Mediatori morali e mediatori violenti (Delegare noi stessi a cose esterne: nicchie morali/nicchie violente – 4.1. Nicchie cognitive come nicchie morali – 4.2. "Un senso di finalità" nell'evoluzione: interagire con nicchie maladattative artefattuali – 4.3. Distribuire moralità e violenza attraverso la costruzione di nicchie cognitive – 4.4. Mediatori morali come creatori di conflitti e fattori scatenanti della violenza strutturale – 4.5. Assiologie collettive come nicchie morali, e conseguenti conflitti violenti – 4.6. Costruire nicchie violente tramite mediatori di "bullshitting" – 4.7. La violenza e il diritto/dovere all'informazione e alla conoscenza - 4.8 Costruire moralità tramite mediatori di energia psichica) - Capitolo 5. Moralità individuali multiple possono scatenare violenze (Attivare e disattivare moralità – 5.1. Moralità "individuali multiple": "disattivare una moralità" per commettere un'atrocità significa riattivare un'altra moralità? - 5.2. Il mito del Male – 5.3. Moralità fascista e violenza spensierata: "lo stato Fascista della mente" – 5.4. L'interlocutore fascista e la sua dimensione fallace – 5.5. La perversione del "rispettare le persone come cose" in guerra e il ruolo della "cattiva fede") - Capitolo 6. Religione, moralità e violenza (Fede, mediatori violenti, ipermoralità – 6.1. La religione è violenta? La fede e la sua pervertibilità – 6.2. La religione come fenomeno naturale - 6.3 Dal pensiero magico alla religione: bolle e firewalls cognitivi – 6.4. Il sacro e il sacrificio: confini violenti del magico – 6.5. Ipermoralità e saggezza: moralità o indifferenza? - 6.6. Come può il perdono essere violento? L'ideale della pietà e i suoi nemici) - Conclusione - Nota del traduttore - Bibliografia - Indice dei nomi |