Guido La Barbera
Crisi dell'ordine e pandemia secolare
Edizioni Lotta comunista, pagg.770, € 20,00
L'ordine evocato dal titolo e analizzato nelle pagine di questo corposo saggio di Guido La Barbera è l'equilibrio tra le potenze, messo in crisi dall'ascesa della Cina. Tale crisi è stata innescata dal "colossale mutamento dei rapporti di forza".
Nel primo capitolo, l'Autore mette in evidenza l'erosione dell'ordine internazionale alla luce delle crisi in Siria e Iraq, da un lato, e in Ucraina, dall'altro.
Il secondo capitolo è dedicato alla dottrina Xi sul "nuovo modello di relazioni tra grandi potenze", che ha segnato l'abbandono del "basso profilo" teorizzato da Deng Xiaoping e la rapida ascesa cinese.
All'Europa e alle sue dinamiche interne è dedicato il terzo capitolo. La Barbera ravvisa nel processo di unificazione europea "la scelta strategica della borghesia nel Vecchio Continente, come risposta alle sfide della contesa imperialista". A stimolare l'unità imperialista dell'Europa è la "necessità strategica del capitale europeo di reggere l'impatto dell'Asia e della Cina con una scala di potenza comparabile".
L'analisi prosegue, nel quarto capitolo, con la lettura dell'ordine mondiale basata sugli scritti di Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski, "i grandi vecchi della politica estera americana". "Le correnti ispirate o vicine a Brzezinski – scrive l'Autore -, si tratti dell'interventismo liberale ma anche dei neoconservatori, hanno sempre denunciato nella visione di Kissinger un realismo dello status quo, limitato alle relazioni di bilancia tra Stati e destinato ad essere sorpreso dalla spinta storica alla democratizzazione. Kissinger di rimando diffida della presunzione americanista di poter manipolare a propria immagine i processi politici altrui, e rileva la difficoltà ricorrente degli Stati Uniti a mantenere nel tempo il fardello delle sue missioni internazionali, vedi il Vietnam, l'Afghanistan e l'Irak".
Dopo un attento sguardo al Medio Oriente e alla penetrazione cinese nell'area (capitolo quinto), nel capitolo sesto, l'Autore delinea, partendo dalle premesse teoriche dell'analisi politica marxista, i tratti del ciclo politico del declino atlantico, della nuova fase strategica e della fase discendente della socialdemocrazia.
Il declino atlantico va di pari passo con l'ascesa asiatica, come si evince dal settimo capitolo. Il nuovo ciclo – che "si apre nel segno del riarmo e di colossali, inedite tensioni" – mostra "una differenza chiave rispetto al ciclo precedente": "Oggi che il vecchio ordine è in rapida erosione, in una certa misura l'emergere della Cina diventa anche occasione per diverse potenze di ridefinire le alleanze con gli Stati Uniti, cosa che vale per Europa e Giappone ma non solo per loro. Ciò concorrerà a fare dei prossimi anni un concentrato di tensioni. Vi si combinerà quanto di irrisolto è rimasto nelle relazioni del vecchio ciclo – sui due fronti delle alleanze americane nell'Atlantico e nel Pacifico – con la pressione colossale innescata dalla Cina, e ancora con le difficoltà a Washington nella gestione del tratto del tutto incognito della contesa".
Nel nuovo ciclo politico, si inserisce la crisi italiana di cui La Barbera ha modo di occuparsi nell'ottavo capitolo. "A partire dagli anni Settanta – spiega l'Autore – l'insufficienza delle coalizioni italiane si è tradotta in periodici riallineamenti, attraverso crisi e momenti di definizione: nel 1980 subito dopo l'entrata in vigore dello SME, il sistema monetario europeo; nel 1992 con l'avvio del mercato unico e il Trattato di Maastricht; nel 1997 con il passaggio alla moneta unica; nel 2011 con la crisi dei debiti sovrani, secondo tempo della crisi del 2008; oggi nel 2021 con la crisi della pandemia secolare".
La nascita del governo Draghi nel febbraio 2021 rappresenta la conferma di una regolarità politica che La Barbera definisce "europeismo dall'alto". Da più di cinquant'anni ormai, la "via d'uscita allo squilibrio italiano non può basarsi sulle sole forze interne", ma deve giungere "da una combinazione con i poteri europei; deve agire il vincolo esterno, ossia la correlazione di forze tra Torino, Milano e Roma non è più sufficiente: essa deve comprendere Bruxelles e Francoforte – i poteri europei – nonché Parigi e Berlino, le forze trainanti dell'asse franco-tedesco". La citata regolarità politica va quindi intesa in questo senso: "nei momenti di crisi acuta o di svolta, nell'incapacità del sistema dei partiti che è anche manifestazione della crisi del parlamentarismo, s'instaura una sorta di supplenza che conferisce all'ambito del partito europeo una guida straordinaria del potere esecutivo".
Dopo l'esame della "democrazia dei media" (capitolo nono), della "questione cinese della democrazia imperialista" (decimo), della "fragilità liberale nella nuova fase strategica" (undicesimo), e della "dottrina Macron, dottrina Merkel, dottrina Putin" (dodicesimo), il capitolo tredicesimo si incentra sulla pandemia secolare e sulle conseguenze politiche innescate dalla stessa.
Il volume si conclude con il capitolo quattordicesimo intitolato "L'Europa, l'Asia e la crisi americana" e con un'appendice in cui è riportato il confronto con gli esponenti dell'organizzazione francese "Lutte Ouvrière" sui temi del trotskismo e del bordighismo. |