Georg Pell
Diario di prigionia Vol. 1 – L’Appello 27 febbraio – 13 luglio 2019
Edizioni Cantagalli, pagg.442, € 25,00
Nel mese di giugno del 2017, la polizia australiana accusava l’Arcivescovo di Sidney, Cardinale George Pell, di diversi abusi (alquanto risalenti nel tempo) su minori. Cominciava per il prelato un calvario nel corso del quale veniva incarcerato per più di tredici mesi. Il diario raccolto in questo volume costituisce il resoconto del periodo di detenzione compreso tra il 27 febbraio 2019 (giorno dell’incarcerazione) e il 13 luglio dello stesso anno. Il 7 aprile 2020, l’Alta Corte d’Australia ribalterà la sentenza di condanna e il Cardinale tornerà in libertà. “Durante tutto il suo calvario – scrive George Weigel nell’Introduzione – il Cardinale è stato un modello di pazienza e di vita sacerdotale, come testimonia questo diario. Innocente, egli era libero anche quando era incarcerato. E ha saputo mettere a frutto tutto quel tempo - «un prolungato ritiro», come lo ha definito – rassicurando i suoi molti amici in tutto il mondo e intensificando una già vigorosa vita di preghiera, di studio e di scrittura”.
La cella in cui viene rinchiuso il Card. Pell “misura 7 o 8 metri lunghezza, ed è larga più di 2 metri sotto la finestra del vetro opacizzato dove si trova il letto”. Il Cardinale vede nella reclusione che subisce “tanta penitenza […] che andrà a riequilibrare almeno un po’ la non osservanza, per molti anni, di penitenze più rigide. Non me ne rammarico più di tanto anche se avrei dovuto osservarne di più, dato che ero sempre impegnato. È consolante poter offrire l’umiliazione, la sofferenza e i disagi al Signore per il bene della Chiesa”.
Pell ha modo di commentare anche ciò che accade nel mondo, come nel caso delle due nomine alla Corte Suprema degli Stati Uniti fatte da Trump (che definisce “il “nostro” barbaro (cristiano)”), nomine che “rallenteranno l’avanzata laicista”.
Frequenti sono poi le occasioni in cui, nel diario, riflette sulla vita della Chiesa e sul Cattolicesimo contemporaneo. “Ogni cattolico dovrebbe rendersi contro – osserva il Cardinale – che esiste una zona di esclusione attorno all’Eucarestia, nella quale gli adulti che non hanno fede e che sono privi di una buona pratica cristiana non dovrebbero entrare. Anni fa, era finito in prigione un famoso criminale che era noto per essere cattolico. Chiesero al cappellano: “Va a Messa in prigione?”. “Sì”, rispose. “Riceve la Comunione?”. “No, perché ha fede”, replicò il cappellano”. San Pio X, nei confronti del quale il Card. Pell esprime parole di ammirazione, “aveva introdotto la prassi della Prima Comunione all’età di otto o nove anni. È una cosa bella per i bambini di quelle famiglie che vanno in chiesa, perché li introduce prima alle pratiche di pietà e consente loro di accedere alla grazia del sacramento dell’Eucaristia”.
A proposito del dibattito sull’omosessualismo, l’Autore reputa “deplorevole che così tante persone tra clero e laici non si siano battuti con maggior vigore contro la legislazione sul matrimonio omosessuale, che di per sé è qualcosa che può essere tollerata, ma che verrà ora utilizzata come trampolino di lancio per cercare di impedirci di trasmettere gli insegnamenti del Nuovo Testamento”.
La lettura di questo diario è proficua e offre l’esempio di un’ingiustizia vissuta cristianamente, senza lamenti e con la fiducia nel trionfo della Verità. |