Regno Unito Stampa E-mail

Alessandro Torre

Regno Unito
Nuova edizione


il Mulino, pagg.288, € 25,00

 

torre regnounito  IL LIBRO – A seguito della Brexit l'edizione aggiornata dà conto delle trasformazioni istituzionali che stanno già influendo sull'intero ordinamento costituzionale del Regno Unito. Il consolidamento del potere del premier e la sua dialettica con la sovranità parlamentare, la riflessione sui diritti fondamentali e sul nuovo Bill of Rights, le ambigue connessioni tra la democrazia diretta e la cultura della rappresentanza, la crescita della devolution e le rivendicazioni separatiste di Scozia, Galles e Irlanda del Nord, l'istituzione di una nuova Corte Suprema e il delinearsi di una nuova giurisdizione di rango costituzionale: questi i binomi nevralgici per osservare la fisionomia di una condizione di insularità che è entrata in una fase di accelerazione.
  Obiettivo di questo libro è offrire al pubblico italiano un resoconto di come il sistema costituzionale del Regno Unito si sia sviluppato attraverso le epoche storiche, dapprima nel prototipo inglese e quindi nell'ordinamento unitario, fino alle più recenti evoluzioni che registrano inedite situazioni quale l'instaurazione di un governo di coalizione tra partiti politici certamente non nati per essere buoni compagni di strada; il verificarsi di vistosi progressi in senso federalistico dell' autogoverno territoriale che in Scozia, Galles e Irlanda del Nord si riconduce nella formula della devolution; la nascita di una nuova istituzione, la Supreme Court of the United Kingdom, che ha ricoperto un significativo ruolo di garante dell'equilibrio costituzionale; la manifestazione di alcuni punti critici nei campi della riforma del sistema elettorale e del ridimensionamento del potere di scioglimento della Camera dei Comuni; il formarsi di originali convenzioni costituzionali; la diatriba sulla vincolatività o consultività del referendum; e infine anche qualche inquietante prospettiva come nel caso di quel voto Scozzese sull'indipendenza che ha avuto luogo nel settembre 2014 e delle nuove tensioni indipendentiste che nelle regioni della devolution si stanno producendo come prevedibile reazione alla Brexit e da cui potrebbero scaturire fondamentali trasformazioni strutturali dello Stato unitario.

  DAL TESTO – "Fedele all'impegno assunto con il manifesto elettorale e rafforzato (ma non troppo) dall'esito elettorale, sebbene per sua convinzione non favorevole a una risoluzione del vincolo comunitario, il Primo ministro Cameron avviava primi contatti con le istituzioni europee attraverso due fasi negoziali (2015 e 2016) articolate sotto forma di richieste di alcune garanzie di opting out o di alleggerimenti dei vincoli esistenti in alcuni di quei settori sulle cui vincolanti condizioni si era da tempo manifestata la particolare sensibilità degli euroscettici: così riguardo all'immigrazione, alle prestazioni di welfare a vantaggio dei lavoratori provenienti dall'Unione, ad alcune condizioni di carattere commerciale; molto pressanti erano, per esempio, le critiche dell'eccessiva burocratizzazione e le richieste di salvaguardia dei rapporti commerciali che il Regno Unito intendeva continuare a intrattenere, e possibilmente incrementare, con i paesi aderenti all'European Free Trade Association. Ritenendo che questi primi approcci sfociati in un'intesa di rinegoziazione fossero una base sufficiente per tranquillizzare un'opinione pubblica in cui sembrava prevalere un orientamento ancora favorevole alla permanenza del Regno Unito nell'Unione europea (e forse confidando in un esito favorevole all'opzione governativa ufficiale analogo a quello conseguito con il voto del settembre 2014 che aveva scongiurato, sebbene per scarsa misura, l'ipotesi dell'indipendenza scozzese), ma sentendosi pur sempre obbligato a mantenere l'impegno assunto nelle elezioni, Cameron fissava per il 23 giugno 2016 la data di un referendum il cui quesito, secondo quanto preventivamente deciso con l'European Union Referendum Act 2015, proponeva agli elettori del Regno Unito e di Gibilterra la dilemmatica alternativa: «Should the United Kingdom remain a member of the European Union or leave the European Union?»."

  L'AUTORE – Alessandro Torre insegna Diritto costituzionale nell'Università di Bari ed è presidente del Devolution Club – Associazione per il dialogo costituzionale. Dirige le collane «Nuovi studi di Diritto Pubblico Estero e Comparato» (Maggioli) e «Il Monitore Costituzionale» (Liberilibri).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - I. Il contesto geoeconomico (1. Un'insularità fra mito e realtà - 2. La grande strategia dei trasporti - 3. Popolazione e immigrazione - 4. La dimensione londinese - 5. Le «due nazioni» - 6. Oltre l'Inghilterra) - II. Tappe di storia costituzionale (1. Una costituzione evolutiva - 2. Tra casualità e senso comune - 3. La visione proiezionistica - 4. Una vecchia diatriba storiografica - 5. Il ruolo costruttivo delle garanzie fondamentali - 6. Una metafora costituzionale) - III. Un ordinamento senza costituzione scritta (1. Alcuni elementi di immaginario costituzionale - 2. Definire la «non scrittura» della costituzione - 3. Alla ricerca della fundamental law - 4. I principi informatori dell'ordine costituzionale - 5. Orientarsi nella pluralità delle fonti) - IV. Le libertà fondamentali (1. Il «dominio del diritto» - 2. Le prime carte delle libertà e la fundamental law - 3. Una concezione moderna dei diritti individuali - 4. Il lungo percorso del Bill of Rights - 5. La nuova frontiera dei diritti: lo Human Rights Act 1998 - 6. Uno scenario futuro per i diritti britannici) - V. Il parlamento (1. Il parlamento britannico oggi - 2. Le origini nel medioevo - 3. Tassazione e rappresentanza - 4. Un parlamento legislatore (e sovrano?) - 5. Evoluzioni delle funzioni parlamentari - 6. I moderni poteri - 7. Sviluppi nel nuovo millennio) - VI. L'esecutivo (1. Potere esecutivo e parliamentary government - 2. La premiership: un'istituzione nata da uno scandalo - 3. Le metamorfosi della modernità - 4. Le strutture essenziali del Gabinetto - 5. I ministeri istituzionali - 6. I ministeri del welfare e dell'economia - 7. I ministeri della territorialità devolutiva) - VII. La monarchia (1. I caratteri medievali - 2. Le moderne prerogative della Corona - 3. Intorno alla Royal Prerogative - 4. Monarchia e parlamento) - VIII. Il sistema delle Corti (1. Una singolare coesistenza di sistemi giuridici - 2. Strutture dell'ordinamento giudiziario - 3. I giudici nel quadro dei poteri costituzionali - 4. Common law: il primato della procedura - 5. Corti e potere politico - 6. A proposito della Corte Suprema) - IX. Governo locale e devoluzione (1. Uno Stato tradizionalmente centralizzato - 2. Local government, regionalismo, devolution - 3. Evoluzione e riforme delle autonomie locali - 4. Si fa presto a dire devolution - 5. Devoluzione e devoluzionisti - 6. Proiezioni costituzionali - 7. Qualcosa sulla English question) - X. Il quadro politico (1. Dall'epiteto al valore politico - 2. Tory e whig - 3. Il partito «nuovo modello» e la funzione di opposizione - 4. Recenti fisionomie della leadership di partito - 5. Two-party system o pluripartitismo? - 6. Il sistema elettorale) - XI. Il Regno Unito e l'Europa (1. Uomini e temi dell'europeismo britannico - 2. Una lettura politica dell'adesione all'Europa comunitaria - 3. Le radici del nuovo euroscetticismo - 4. Raccontare la Brexit: i presupposti - 5. Il referendum del 2016 - 6. Notificazione e sentenza Miller - 7. La stagione dei negoziati - 8. Ultimo atto: prerogativa, sentenza Cherry-Miller e recesso) - Cronologia politico-istituzionale - Nota bibliografica - Indice dei nomi