Ferruccio Pinotti
Potere massonico La «fratellanza» che comanda l'Italia: politica, finanza, industria, mass media, magistratura, crimine organizzato
Chiarelettere, pagg.768, € 22,00
Ferruccio Pinotti, giornalista del "Corriere della sera" e già autore del volume "Fratelli d'Italia", torna a occuparsi della Massoneria con questo nuovo libro-inchiesta edito da Chiarelettere. L'indagine scava "nel presente e nel passato del potere massonico in Italia, ma anche nei collegamenti internazionali che hanno un rilievo per le vicende italiane. Il filo dell'inchiesta – attraverso interviste esclusive, documenti, atti giudiziari, fonti «coperte», testimonianze – prova a condurci alla comprensione di quanto conti davvero la massoneria e come sia strutturata". Nell'Assemblea costituente, c'era una folta presenza massonica. Pare che almeno un terzo dei Padri costituenti – a detta dell'ex Gran maestro del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi – fosse composta da massoni. Quindi, calcola Pinotti, su 556 costituenti "i massoni erano circa 185". L'Inno di Mameli – scritto nell'autunno del 1847 dal massone Goffredo Mameli – venne scelto come inno nazionale. A sua volta, la stella bianca a cinque punte che figura sulla bandiera della Repubblica italiana "ha origini e significati che rimandano alla massoneria". Il primo presidente della Repubblica, Enrico De Nicola, era massone (come si evince da un rapporto dell'Office of Strategic Service dell'11 gennaio 1945. Anche il suo successore, Luigi Einaudi, lo era. Gronchi era circondato da "gran commis" massoni, mentre Antonio Segni flirtava con generali massoni. Con Giuseppe Saragat la Massoneria tornò a essere rappresentata al Quirinale: Saragat, spiega l'Autore, "era un massone iniziato durante l'esilio alla loggia Fratelli Rosselli di Parigi". Giovanni Leone fu in stretti rapporti con Licio Gelli, mentre Sandro Pertini, pur attaccando la P2, proteggeva i massoni. Francesco Cossiga ebbe con il mondo massonico rapporti "ricchi e complessi, pur se controversi sul piano della ricostruzione storica". Al massone Carlo Azeglio Ciampi è succeduto al Quirinale un altro libero muratore, Giorgio Napolitano. Nella quinta parte del volume, Pinotti riporta una serie di interviste con noti esponenti della libera muratoria come Stefano Bisi, Amerigo Minnicelli, Fabio Venzi, Luciano Romoli. "Un risultato che l'inchiesta crede di aver conseguito – scrive l'Autore – è la dimostrazione di come la massoneria, dagli inizi del Settecento ad oggi, rappresenti un tessuto connettivo di grande importanza in ambito politico, economico, finanziario e istituzionale. L'analisi puntuale della storia politica italiana ha permesso di evidenziare come la massoneria sia sempre presente: un filo rosso che non si interrompe mai, un fiume carsico che riemerge prepotentemente nella storia d'Italia." |