Il complesso occidentale |
Alexandre Del Valle
IL LIBRO – L'idea centrale di questo saggio, pubblicato in Francia nel 2015, si fonda sulla convinzione che la peggior minaccia per le società occidentali risieda in un "complesso di colpa" generalizzato, diventato una vera patologia sociale di tipo mortale. Infatti, l'ideologia dell'odio di sé e la depressione collettiva che ne deriva costituiscono per l'Occidente un pericolo superiore a tutti gli altri, interni o esterni, poiché lo inducono a fargli perdere progressivamente le sue difese immunitarie. L'autoflagellazione che spinge a biasimare sistematicamente il proprio campo - presentato sempre come colpevole e malvagio per natura - e a difendere quello avverso - adornato di tutte le virtù o presentato come vittima - sembra una vera guerra psicologica che viene combattuta contro la propria stessa collettività. DAL TESTO – "L'Italia è un Paese d'osservazione molto interessante per un analista geopolitico straniero. L'Italia è infatti nello stesso tempo il Paese dell'Europa Occidentale più conscio della necessità di finirla con il senso di colpa, ma è anche il Paese cristiano più colpevolizzato dalla stessa Chiesa, che, nella sua dimensione umana, è contaminata come il resto della società dall'etno-masochismo. [...] l'ideologia del "complesso" non è solo dovuta all'universalismo francese rivoluzionario e al marxismo-leninista che ne è una delle conseguenze ideologiche, ma è anche il prodotto di altre fonti convergenti di "mondialismo": quello della Chiesa post-conciliare, convinta di dovere "espiare le colpe" passate (crociate, inquisizione, etc) affermandosi filoislamica e immigrazionista: e quello, spesso sottostimato, delle multinazionali e dell'alta finanza che vorrebbero fare della Vecchia Europa il laboratorio di sperimentazione della "Sopra-società" (Zinoviev) senza frontiere che il sociologo americano Benjamin Barber chiama "McWorld". Secondo questa terza fonte di cosmopolitismo, l'abolizione delle frontiere e la cancellazione progressiva fra il nazionale e lo straniero permetterà di produrre oggetti, beni e mode intercambiabili planetarie, a costo sempre più basso, grazie alle "economie di scala", alla manodopera straniera a basso costo, alla soppressione delle barriere doganali e identitarie. Queste convergenze "cosmopoliticamente corrette" spiegano perché i radical chic, i parroci cattolici, i rivoluzionari marxisti e No Global, le ONG "No Borders" e i miliardari come Georges Soros che finanzia le navi pro-clandestini, lottano assieme a favore dell'immigrazionismo illimitato e illegale e utilizzano tutti l'arma della "reductio ad hitlerum" per delegittimare non solo i populisti ma tutti i difensori delle nazioni sovrane." L'AUTORE – Alexandre Del Valle, politologo, filosofo e giornalista francese di origini italiane, è autore di numerosi saggi. Specialista di geopolitica e di Medio Oriente, è dottore in Storia Contemporanea e professore di geopolitica. Già membro del partito politico francese UMP, oggi collabora con numerose riviste politiche e geopolitiche, e lavora in Europa come consulente. INDICE DELL'OPERA – Prefazione. Il pregiudizio occidentale, di Marcello Veneziani – Introduzione - 1. La nuova crisi della coscienza europea (La diagnosi: la "depressione collettiva" - Accuse inique - Odio di sé e colpevolizzazione: l'espiazione delle colpe dell'Europa - L'Europa ha insegnato al mondo come detestarla - "Sindrome di Stoccolma anterograda"? - ...O "sindrome suicida"? - Demonizzazione della nazione e xenofilia - La "nazificazione" dello Stato-Nazione e dell'identità - La fine del politico: la soppressione della dicotomia amico/nemico - Comunitarismo multiculturale contro pluralismo democratico - Leghe della virtù e antirazzismo traviato: le armi del terrorismo intellettuale - La lotta contro l'"islamofobia" nel Consiglio dei diritti dell'uomo dell'ONU - Il dialogo tra le civiltà o la "politica della pacificazione" - Il traviamento della costruzione dell'Europa e la sua deriva multiculturalista - Negazione delle radici cristiane dell'Europa ed esclusione dei politici cattolici - Il Kulturkampf anticattolico dei media - Dallo scandalo dell'Agenda Europa al caso del crocefisso - Come si è arrivati a questo? Il traviamento dell'idea di Europa - L'utopia mondialista habermasiana dell'UE - "Il paradigma dell'impero" o il totalitarismo soft del McWorld - Postdemocrazia e minoranze tiranniche) - 2. Le fonti del terrorismo intelettuale e del "politicamente corretto" (Le diverse componenti del terrorismo intellettuale - La "guerra delle rappresentazioni" o l'avvelenamento psichico - Nodi e virus semantici - "Dissonanza cognitiva": siamo noi i nostri primi agenti di disinformazione! - Guerra delle rappresentazioni e disinformazione di massa - Le "7 tappe" del processo di disinformazione - La DCR (Destruction of Competitive Representations) - D come demonizzazione: la chiave della guerra delle rappresentazioni - C come colpevolizzazione: "arma di distruzione di massa" dei popoli giudeo-cristiani - La "colpa" giudeocristiana ritorta contro la civiltà occidentale - R come ridicolizzare e C come caricaturizzare - R come rovesciamento o ritorsione: inversione dei ruoli, guerra delle parole - Sulla "reductio ad Hitlerum" - Il peso della posizione accusatoria - La ritorsione della "reductio ad Hitlerum" contro Israele e gli ebrei - Deviazione della memoria, strumentalizzazione e banalizzazione della Shoah - L'indignazione selettiva o la firma dell'impostura) - 3. Vincere i miti fondatori del politicamente corretto (Il mito del "peccato originale occidentale delle crociate", precursore del colonialismo - Il mito del Medio Evo cristiano come periodo di totale oscurantismo - Il mito dell'Occidente cristiano "civiltà schiavista per eccellenza" - Il mito del "debito occidentale" nei confronti della "scienza araba" - Il mito della Chiesa accanita "complice del nazismo" - Il mito della redenzione attraverso la "felice mondializzazione" - I miti della specializzazione all'economia finanziaria e dell'"euro forte" - Il mito dello "straniero buono" contro l'"autoctono cattivo") – 4. Per una geopolitica della discolpa (L'assurdità dei concetti di responsabilità e di colpa collettiva - La colpa collettiva è un regresso giuridico e filosofico - Riconciliazione nazionale versus colpevolizzazione collettiva - L'esempio di Mandela e dell'Africa del Sud democratica - Il trionfo del "pentimento" e la fine dell'imperativo della riconciliazione di De Gaulle - Discolpa: lavorare sulle "credenze" e sviluppare autostima - L'Occidente non è sorto dal nulla e non è la peggiore civiltà! - I molteplici contributi della Grecia e di Roma - L'eredità giudeocristiana: umanesimo, carità, dignità umana, solidarietà, laicità - Il concetto di progresso e il contributo occidentale allo spirito scientifico - Le due lezioni dell'Europa: personalismo e universalismo - L'Occidente è la civiltà più generosa e più filantropica - Superiorità morale dell'Occidente cristiano? - L'Occidente "decadente", meno ipocrita delle società teocratiche del Sud - L'etica della responsabilità: riabilitazione della politica e dello Stato-nazione - Azzardarsi a diventare dissidenti: il coraggio, la prima virtù del politico - L'amore di sé o il "patriottismo integratore" - L'esperienza di integrazione di tanti nuovi francesi - Riuscire a integrare: amor patrio e stabilimento delle regole del gioco - Spirito di resistenza e ribellione metapolitica) – Conclusione (L'Europa non deve essere più lo zimbello della compagnia – "The Panwest and the Rest" o il ritorno della Realpolitik - Dell'unità geo-culturale del "Panoccidente" - Sarebbe ora di rinunciare allo spirito della guerra fredda) – Annessi - Ringraziamenti |