Quattro colpi per Togliatti Stampa E-mail

Stefano Zurlo

Quattro colpi per Togliatti
Antonio Pallante e l'attentato che sconvolse l'Italia


Baldini+Castoldi, pagg.252, € 17,00

 

zurlo colpi  IL LIBRO – Forse non tutti sanno che l'Italia è stata sull'orlo della guerra civile. Era il 14 luglio del 1948, e il Paese si avviava faticosamente a uscire dalle macerie del conflitto mondiale, quando un giovane di 25 anni cerca di uccidere Palmiro Togliatti, capo del Partito comunista. Antonio Pallante, l'autore dell'attentato, racconta per la prima volta la sua storia: dai cinque anni in seminario a quel colpo di pistola che nel '43 interruppe le linee telefoniche fra Roma e Tripoli, fra il Duce e la Libia, e lo mandò quasi sotto processo, dalla carriera da giornalista per «L'Uomo Qualunque» agli scontri violenti con i militanti comunisti siciliani mentre nell'isola sbarcavano gli Alleati. Fino a quel giorno di luglio, quando i colpi della Smith & Wesson comprata al mercato nero di Catania feriscono il Migliore, e per lui si spalancano le porte del carcere. E poi il processo, gli anni della detenzione, la libertà e la vecchiaia: una pagina di storia che per magia torna, o potrebbe tornare attualità. Cronaca. Dà le vertigini, come un meteorite precipitato dal cielo.

  DAL TESTO – "«Attraverso il vetro della porta avevo visto che Togliatti e la Iotti stavano arrivando a braccetto. Con loro c'era una persona, il giornalista Villata. Ero un automa, non pensavo più a niente, sapevo solo che dovevo sparare. Tremavo, tremavo quando finalmente aprirono quella porta.
  "Lei davanti, lui subito dietro. E il giornalista dietro di loro. Lei cominciò a scendere i gradini. Il segretario la seguì. Premetti il grilletto da una distanza di due o tre metri. Non di più. Presi la mira e feci fuoco. L'ordine dei colpi e la nostra disposizione nella via non me li ricordo bene. Di sicuro era mia intenzione affrontare Togliatti faccia a faccia e non alle spalle come un traditore. Ma in realtà spostandomi avanti e indietro finii forse con il ritrovarmi in una posizione laterale.»

  L'AUTORE – Stefano Zurlo (Milano, 1963) è inviato de «il Giornale». Ha seguito l'inchiesta Mani pulite e molte altre, unitamente a processi di cronaca nera, da Cogne a Garlasco, e insegnato giornalismo alla Link University di Roma. Ha pubblicato "Inchiesta sulla devozione popolare", con la quale ha vinto ex aequo il premio Corrado Alvaro (2003) e "L'ardimento. Racconto della vita di don Carlo Gnocchi" (2006); nel 2005 "L'uomo sbagliato", da cui è stata tratta l'omonima fiction con Beppe Fiorello, nel 2008 "La strega della Tv: Wanna Marchi: ascesa e caduta di un mito", "La legge siamo noi. La casta della giustizia italiana" (2009), "L'inferno tra le mani. La mia storia nelle Bestie di Satana" (con Mario Maccione, 2011) e "Prepotenti e impuniti. Perché la malagiustizia permette sempre di farla franca" (2012).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione – Prologo - La decisione fatale: uccidere Togliatti - I giorni prima dell'attentato - L'attentato - «State calmi, non perdete la testa» - Il destino dell'Italia nelle gambe di Bartali - Mattatoio Italia - Il doppiofondo segreto della Repubblica - Morte a Pallante - Il nemico pubblico numero uno - La libertà ritrovata - Dal seminario all'attentato contro il Fascismo - La rivolta dei nonsiparte e l'impegno in politica – Conclusione – Ringraziamenti – Bibliografia - Indice dei nomi