Forme di dipendenza rurale nel Medioevo |
Francesco Panero
IL LIBRO – Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento in Italia alcuni tra gli esponenti di spicco della corrente storiografica di orientamento economico-giuridico, nella scia tracciata da illustri storici del diritto come Antonio Pertile e Pier Silverio Leicht, ritennero verosimile un graduale "livellamento" dei contadini dipendenti, durante i secoli X e XI, nella direzione del servaggio. Per contro, fra gli storici delle istituzioni e della società medievale, studiosi quali Gian Piero Bognetti o Cinzio Violante insistevano sulle distinzioni giuridiche esistenti fra i dipendenti (liberi e servi) della signoria rurale per tutto il Medioevo. DAL TESTO – "Un contratto del 1287 - unico per la verità, ma non per questo meno significativo - presenta i caratteri della societas agricola, un patto intermedio fra mezzadria e salariato, stipulato fra un notaio lucchese e un bracciante, il quale per un anno si assume il compito della conduzione di un podere, percependo il compenso di un denaro al giorno e la metà dei frutti al momento del raccolto. Dovendo però partecipare per metà alla suddivisione delle spese e avendo l'obbligo della residenza sul podere insieme con la famiglia, è chiaro che il patto sembra essere soprattutto un contratto mezzadrile adattato alle esigenze del lavoratore, che peraltro può lavorare anche altri fondi agricoli. Ulteriori chiarimenti sulla condizione dei lavoratori appartenenti a questa categoria vengono dagli Statuti di Lucca del 1308, che classificano i famuli "in due gruppi distinti: coloro che non dispongono di terra propria ed operano alle dipendenze di un dominus, presso il quale abitano, e coloro che possono vantare propri beni fondiari, dotati, a differenza dei primi e come tutti i comitatini regolarmente iscritti all'estimo, di diritti di natura civile pubblica, ma, soprattutto, gravati dal pagamento di imposte e dazi"." L'AUTORE – Francesco Panero insegna Storia medievale e Metodologia della ricerca storica presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell'Università di Torino ed è presidente del Centro Internazionale di Studi sugli Insediamenti Medievali. Tra le sue pubblicazioni, si ricordano i volumi "Due borghi franchi padani" (Vercelli, 1979); "Terre in concessione e mobilità contadina" (Bologna, 1984); "Comuni e borghi franchi nel Piemonte medievale" (Bologna, 1988); "Servi e rustici" (Vercelli, 1990); "Strutture del mondo contadino" (Cavallermaggiore, 1994); "Schiavi, servi e villani nell'Italia medievale" (Torino, 1999); "Villenove medievali nell'Italia nord-occidentale" (Torino, 2004); "Una signoria vescovile nel cuore dell'Impero" (Vercelli, 2004); "Grandi proprietà ecclesiastiche nell'Italia nord-occidentale" (Bologna, 2009). INDICE DELL'OPERA - Introduzione - Parte I. Servi e liberti condizionati - Capitolo 1. La servitù nell'Italia centro-settentrionale (secoli IX-XIV) (1. I "servi" e il loro numero in età carolingia e postcarolingia - 2. Dalla servitù altomedievale (in declino) al nuovo servaggio post-irneriano) - Capitolo 2. I liberti condizionati (1. Manumissioni piene, manumissioni condizionate, affrancazioni: la storiografia giuridica - 2. I "colliberti" nella storiografia francese e confronti con la realtà italiana - 3. Una prima riflessione complessiva) - Parte II. Contadini liberi e liberti nelle comunità rurali – Capitolo 3. Livellari, massari, liberti (1. Massari liberi e livellari nel sistema curtense – I liberti condizionati nella comunità vicinale) - Capitolo 4. Le comunità rurali in età precomunale e protocomunale nel Nord-Italia (1. Lo sfruttamento comunitario delle risorse naturali e i patti agrari collettivi - 2. Il giuramento del "salvamentum loci" e l'organizzazione della difesa locale – 3. L'assistenza ai placiti pubblici e signorili e la costruzione e manutenzione di chiese, strade, ponti, corsi d'acqua - 4. Forme di limitata giurisdizione e "districtio" comunitaria nei momenti di crisi dell'impero e nel passaggio dall'organizzazione vicinale a quella comunale - 5. "Communia/conceliba", comunità/vicinia e comune nel secolo XII) - Capitolo 5. Salariati e mezzadri nel basso Medioevo (1. I salariati nell'Italia centro-settentrionale: l'età comunale - 2. Contratti di famulato agrario e patti paramezzadrili - 3. I salariati rurali del Centro-Nord negli anni delle crisi - 4. Contratti di mezzadria e di masseria nell'Italia nord-occidentale) - Parte III. Masnade armate, commendati, manenti e vassalli rurali - Capitolo 6. Masnade armate, masnade contadine e manenti nel basso Medioevo (1. Masnade servili e libere - 2. Patti di manenza ascrittizia, di "hominicia" e legami di villanaggio ereditario) - Capitolo 7. Livellari, commendati, manenti e vassalli rurali fra basso Piemonte, Liguria e Lunigiana (1. Vassalli, arimanni, commendati, manenti - 2. Contratti di livello, investiture "ad fictum reddendum", concessioni di terre attraverso patti consuetudinari - 3. I manenti/villani dei vescovi di Luni - 4. Da villani a vassalli contadini) - Osservazioni conclusive - Indice dei nomi degli autori citati |