Forme di dipendenza rurale nel Medioevo Stampa E-mail

Francesco Panero

Forme di dipendenza rurale nel Medioevo
Servi, coltivatori liberi e vassalli contadini nei secoli IX-XIV


Clueb Editrice, pagg.232, € 27,00

 

panero forme  IL LIBRO – Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento in Italia alcuni tra gli esponenti di spicco della corrente storiografica di orientamento economico-giuridico, nella scia tracciata da illustri storici del diritto come Antonio Pertile e Pier Silverio Leicht, ritennero verosimile un graduale "livellamento" dei contadini dipendenti, durante i secoli X e XI, nella direzione del servaggio. Per contro, fra gli storici delle istituzioni e della società medievale, studiosi quali Gian Piero Bognetti o Cinzio Violante insistevano sulle distinzioni giuridiche esistenti fra i dipendenti (liberi e servi) della signoria rurale per tutto il Medioevo.
  Una costante di lungo periodo, dal secolo IX al XIV, che emerge non solo dalla documentazione italiana, ma anche da quella degli altri paesi dell'Europa occidentale - considerando a parte i rapporti vassallatico-beneficiari tra re, alti funzionari, signori laici ed ecclesiastici e milites -, è costituita da tre forme principali di dipendenza rurale, a loro volta articolate al loro interno a seconda dell'epoca considerata: a) la servitù altomedievale e il nuovo servaggio dei secoli XII-XIII; b) il servizio delle masnade armate, libere e non libere, la subordinazione che si veniva a creare con i giuramenti di fedeltà ligia da parte di uomini liberi e i rapporti di vassallaggio contadino; c) la libera dipendenza contadina, che in tutta l'Europa occidentale coinvolse dall'età carolingia in poi la maggior parte delle persone (con poche eccezioni subregionali e locali) dedite ai lavori agricoli e che registrava un'osmosi continua tra i gruppi dei piccoli proprietari e degli enfiteuti, i piccoli e i medi livellari, e quel vasto raggruppamento di massari liberi che regolavano i loro rapporti di lavoro sulla base della consuetudine locale e di patti agrari a lungo e a breve termine.

  DAL TESTO – "Un contratto del 1287 - unico per la verità, ma non per questo meno significativo - presenta i caratteri della societas agricola, un patto intermedio fra mezzadria e salariato, stipulato fra un notaio lucchese e un bracciante, il quale per un anno si assume il compito della conduzione di un podere, percependo il compenso di un denaro al giorno e la metà dei frutti al momento del raccolto. Dovendo però partecipare per metà alla suddivisione delle spese e avendo l'obbligo della residenza sul podere insieme con la famiglia, è chiaro che il patto sembra essere soprattutto un contratto mezzadrile adattato alle esigenze del lavoratore, che peraltro può lavorare anche altri fondi agricoli. Ulteriori chiarimenti sulla condizione dei lavoratori appartenenti a questa categoria vengono dagli Statuti di Lucca del 1308, che classificano i famuli "in due gruppi distinti: coloro che non dispongono di terra propria ed operano alle dipendenze di un dominus, presso il quale abitano, e coloro che possono vantare propri beni fondiari, dotati, a differenza dei primi e come tutti i comitatini regolarmente iscritti all'estimo, di diritti di natura civile pubblica, ma, soprattutto, gravati dal pagamento di imposte e dazi"."

  L'AUTORE – Francesco Panero insegna Storia medievale e Metodologia della ricerca storica presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell'Università di Torino ed è presidente del Centro Internazionale di Studi sugli Insediamenti Medievali. Tra le sue pubblicazioni, si ricordano i volumi "Due borghi franchi padani" (Vercelli, 1979); "Terre in concessione e mobilità contadina" (Bologna, 1984); "Comuni e borghi franchi nel Piemonte medievale" (Bologna, 1988); "Servi e rustici" (Vercelli, 1990); "Strutture del mondo contadino" (Cavallermaggiore, 1994); "Schiavi, servi e villani nell'Italia medievale" (Torino, 1999); "Villenove medievali nell'Italia nord-occidentale" (Torino, 2004); "Una signoria vescovile nel cuore dell'Impero" (Vercelli, 2004); "Grandi proprietà ecclesiastiche nell'Italia nord-occidentale" (Bologna, 2009).

  INDICE DELL'OPERA - Introduzione - Parte I. Servi e liberti condizionati - Capitolo 1. La servitù nell'Italia centro-settentrionale (secoli IX-XIV) (1. I "servi" e il loro numero in età carolingia e postcarolingia - 2. Dalla servitù altomedievale (in declino) al nuovo servaggio post-irneriano) - Capitolo 2. I liberti condizionati (1. Manumissioni piene, manumissioni condizionate, affrancazioni: la storiografia giuridica - 2. I "colliberti" nella storiografia francese e confronti con la realtà italiana - 3. Una prima riflessione complessiva) - Parte II. Contadini liberi e liberti nelle comunità rurali – Capitolo 3. Livellari, massari, liberti (1. Massari liberi e livellari nel sistema curtense – I liberti condizionati nella comunità vicinale) - Capitolo 4. Le comunità rurali in età precomunale e protocomunale nel Nord-Italia (1. Lo sfruttamento comunitario delle risorse naturali e i patti agrari collettivi - 2. Il giuramento del "salvamentum loci" e l'organizzazione della difesa locale – 3. L'assistenza ai placiti pubblici e signorili e la costruzione e manutenzione di chiese, strade, ponti, corsi d'acqua - 4. Forme di limitata giurisdizione e "districtio" comunitaria nei momenti di crisi dell'impero e nel passaggio dall'organizzazione vicinale a quella comunale - 5. "Communia/conceliba", comunità/vicinia e comune nel secolo XII) - Capitolo 5. Salariati e mezzadri nel basso Medioevo (1. I salariati nell'Italia centro-settentrionale: l'età comunale - 2. Contratti di famulato agrario e patti paramezzadrili - 3. I salariati rurali del Centro-Nord negli anni delle crisi - 4. Contratti di mezzadria e di masseria nell'Italia nord-occidentale) - Parte III. Masnade armate, commendati, manenti e vassalli rurali - Capitolo 6. Masnade armate, masnade contadine e manenti nel basso Medioevo (1. Masnade servili e libere - 2. Patti di manenza ascrittizia, di "hominicia" e legami di villanaggio ereditario) - Capitolo 7. Livellari, commendati, manenti e vassalli rurali fra basso Piemonte, Liguria e Lunigiana (1. Vassalli, arimanni, commendati, manenti - 2. Contratti di livello, investiture "ad fictum reddendum", concessioni di terre attraverso patti consuetudinari - 3. I manenti/villani dei vescovi di Luni - 4. Da villani a vassalli contadini) - Osservazioni conclusive - Indice dei nomi degli autori citati