La Rivoluzione russa: un impero in crisi |
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Stephen A. Smith
DAL TESTO – "Dal momento che non assurse mai al rango di politica ufficiale, il terrore bianco ha ricevuto meno attenzione rispetto alla sua controparte rossa: eppure la violenza al di fuori di ogni legalità venne praticata da tutte le parti in conflitto, compresi i governi controllati dal PSR nella primavera del 1918. Mentre in teoria il terrore rosso aveva natura "burocratica" – opera di professionisti, di norma al termine delle formalità di un processo -, la maggior parte di quello bianco si dovette agli ufficiali che lasciarono i loro uomini liberi da qualsiasi controllo; tra i peggiori responsabili figurano gli atamani dell'Estremo Oriente: il "barone sanguinario" von Unger-Sternberg - che instaurò un regno del terrore nelle regioni di Amur e Ussuri – e Grigorij Semënov, che si vantava di aver personalmente supervisionato la tortura di 6.500 persone. La logica del terrore non fece che imporsi sempre di più, insieme sintomo e causa di una brutalizzazione generale che coinvolse tutte le parti in causa: il 29 aprile 1920 il generale Vrangel' ordinò «la fucilazione senza pietà di tutti i commissari e i comunisti catturati», il che spinse Trockij a diramare il suo ordine per «l'eliminazione, uno per uno, di tutti i membri del comando di Vrangel' catturati in possesso di un'arma» Quando, in autunno, le forze di Vrangel' vennero spazzate via dalla Crimea, il Consiglio militare-rivoluzionario della Quarta Armata promise inizialmente l'amnistia a coloro che avevano servito tra le file dell'esercito bianco e che si foossero registrati presso le autorità; questa politica relativamente mite venne revocata quando Rozalija Zemliačka, Béla Kun e altri arrivarono da Mosca a metà novembre, decisi a bonificare la penisola da tutti i "nemici di classe"." L'AUTORE – Stephen A. Smith insegna Storia all'Università di Oxford. I suoi principali interessi riguardano la Russia e la Cina nell'età contemporanea. INDICE DELL'OPERA – Ringraziamenti – Introduzione - 1. Le radici della Rivoluzione (1880-1905) (Autocrazia e ortodossia / La religiosità popolare / Contadini e agricoltura / Il capitalismo industriale / Le sfide politiche al vecchio ordine / La Rivoluzione del 1905) - 2. Dalla riforma alla guerra (1906-17) (Le prospettive di riforma / Alla vigilia della guerra / La Prima guerra mondiale / La politica e l'economia) - 3. Dal febbraio all'ottobre 1917 (Due centri di potere / Lenin e i bolscevichi / Le aspirazioni degli operai e dei soldati / La crisi del Governo provvisorio / La Rivoluzione nei villaggi / La minaccia nazionalista / Classe, nazione e genere / La polarizzazione politica / La presa del potere di ottobre) - 4. La guerra civile e la nascita del potere bolscevico (L'espansione dei soviet / La guerra civile / L'autodeterminazione nazionale e la ricostituzione dell'impero / La violenza e il terrore / La soppressione dell'opposizione socialista / La dittatura di un solo partito) - 5. Il comunismo di guerra (La mobilitazione industriale / La dittatura alimentare / Il comunismo di guerra in crisi / Il rovesciamento dell'ordine sociale / La lotta contro la Chiesa / Il malcontento dei lavoratori / Le guerre contadine / La ribellione di Kronštadt) - 6. La Nuova politica economica: politica ed economia (La NEP e l'agricoltura / La NEP e l'industria / La NEP e il lavoro / La lotta interna al partito / Il partito-Stato / L'istituzione della legge / Governare le campagne / La politica estera e l'esportazione della rivoluzione / La costruzione nazionale / I limiti della NEP) - 7. La Nuova politica economica: società e cultura (La restaurazione dell'ordine sociale / Il progetto di uno Stato del welfare / Le arti e l'utopia / Rapporti familiari e di genere / La gioventù: una vacillante avanguardia / Propaganda e cultura popolare / La Rivoluzione culturale / L'attacco alla religione / Epilogo: la "Grande svolta" (1928-31)) – Conclusioni – Note - Indice analitico |