L'impero greco-romano. Le radici del mondo globale Stampa E-mail

Paul Veyne

L’impero greco-romano. Le radici del mondo globale

Rizzoli, pagg.777, Euro 32,00

 

veyne.jpg  IL LIBRO - “La Grecia conquistata conquistò il suo feroce vincitore portando nel Lazio contadino le sue arti”: i romani erano ben consapevoli della verità espressa dai celeberrimi versi del loro poeta Orazio. Sapevano perfettamente che le strutture del potere di Roma, e del diritto che lo giustificava e sanzionava, avevano le fondamenta nella cultura greca irradiatasi con Alessandro e i suoi successori dalla Macedonia all’India, dall’Alto Egitto al Mar Caspio. Inoltre, il cosiddetto impero romano era bilingue: il latino era in uso nella metà occidentale, ma nell’area del Mediterraneo e nel Vicino Oriente si parlava greco. Anzi, la lingua greca veniva studiata dai rampolli delle grandi famiglie patrizie della capitale, in quanto idioma di una civiltà che si avvertiva come superiore. E la “parte greca” dell’impero continuò a esistere e regnare per un migliaio di anni da Costantinopoli, la “nuova Roma”, quando l’Occidente venne travolto dalle invasioni barbariche. Infine, il pantheon romano derivava in buona misura da quello greco, di cui conservava la ricchissima tradizione mitologica.

  Vi sono alcuni fondamentali motivi, secondo Paul Veyne, studioso francese del mondo classico, perché l’impero di Roma assuma finalmente il nome di greco-romano, riconoscendo così apertamente il contributo decisivo della civiltà ellenica. Un impero che al tempo della sua massima espansione si estendeva su una superficie di cinque milioni di chilometri quadrati, dall’Africa settentrionale all’Afghanistan, oggi occupata da una trentina di nazioni diverse; un impero “globalizzato”, dove gli eventi che accadevano nelle regioni più periferiche avevano risonanza e conseguenza a Roma.

  In questo saggio monumentale, vera e propria “summa” di una vita di studi, Paul Veyne ripercorre e interpreta vicende storiche, conquiste culturali, cambiamenti di mentalità di questa grandiosa formazione politica “globale”, l’impero greco-romano, che per tanti aspetti appare percorso da problemi e inquietudini non dissimili da quelli che travagliano la nostra epoca. Chi era davvero un imperatore romano?, perché tanti “Cesari pazzi”?, esisteva una classe media?, il fasto monarchico era una forma di propaganda? L’Autore offre una completa visione d’insieme rigorosamente documentata e al tempo stesso condotta con abile ritmo narrativo: L’impero greco-romano risulta così un’opera di ampio respiro destinata a durare nel tempo.

 

  DAL TESTO – “Nel paganesimo, gli dèi non sono abbastanza legati all’umanità perché li si possa disturbare a ogni piè sospinto e senza cerimonie. Non li si rende partecipi dei propri stati d’animo; al massimo si ricorderanno loro i legami che possono essere stati convenzionalmente contratti con uno di loro o i sacrifici che sono stati loro spesso offerti. Come si diceva, la preghiera consiste nel proporre loro un contratto di voto, nel supplicarli di essere soccorrevoli o indulgenti, e, talvolta, nel chiedere loro, a bassa voce, la sventura di un rivale, ma non nel parlare loro nel rifugio del proprio intimo, nel raccogliersi per prendere una risoluzione o una decisione, nel ricapitolare le proprie convizioni, nel rinvigorire la propria fede e la propria speranza o, molto semplicemente, nel recitare il testo di una preghiera già precostituita”.

 

  L’AUTORE - Paul Veyne è nato nel 1930 a Aixen-Provence. Archeologo e storico, ha studiato all’École Normale Supérieure di Parigi, è membro dell’École Française di Roma, e nel 1975 è stato nominato professore di Storia romana presso il Collège de France. Tra i suoi numerosi libri ricordiamo La società romana (Laterza, 2004) e I greci hanno creduto ai loro miti? (il Mulino, 2005).

 

  INDICE DELL’OPERA – Prefazione – 1. Che cos’era un imperatore romano? – 2. I presupposti della città greca: perché Socrate si è rifiutato di evadere – 3. Esisteva una classe media in quei tempi lontani? – 4. L’identità greca con e contro Roma: «collaborazione» e vocazione superiore – 5. Palmira e Zenobia tra Oriente, Grecia e Roma – 6. L’arte di Palmira: globalizzazione, somiglianza, frontalità, occhi allucinati – 7. Fini dell’arte, propaganda e fasto monarchico – 8. Culto, devozione e morale nel paganesimo greco-romano – 9. Pagani e carità cristiana davanti ai gladiatori – 10. I problemi religiosi di un pagano intelligente: Plutarco – 11. Passione, perfezione e anima materiale nell’utopia stoica e in Sant’Agostino – 12. La presa di Roma nel 410 e le Grandi invasioni – 13. Perché ha avuto fine l’arte greco-romana? – Indice dei nomi