Giuliano. Ultimo degli imperatori pagani Stampa E-mail

Polymnya Athanassiadi

Giuliano
Ultimo degli imperatori pagani


Ecig, pagg.232, € 15,00

 

athanassiadi giuliano  IL LIBRO – Dalla «strage dei Flavi» (Gibbon), cui scampò per la giovane età, passando per esili e detenzioni, pericoli e dissimulazioni, Giuliano arrivò al potere con la rabbia dei suoi veterani Celti, traditi dalla malafede dell'imperatore Costanzo - e fu subito Ellenismo. L'«Apostata», come fu chiamato con cieco spregio dagli autori cristiani, restaurò l'antico e tollerante culto politeista: ultimo degli imperatori «pagani», fu anche l'ultimo a proclamare e difendere dalla tribuna augusta l'autonomia e la coerenza dei valori della civiltà greco-romana.
Polymnia Athanassiadi, in questa «biografia intellettuale», ripercorre con sagacia e passione i turbamenti morali e la ricerca filosofica di una delle figure più controverse della storia romana e - perché no? - della nostra civiltà. La formazione intellettuale, le crudeltà cui fu esposto, il tentativo, vano e estremo, di riportare in auge e rinverdire una tradizione che era ancora quella dei più, fanno di Giuliano un personaggio emblematico, posto al crepuscolo di una civiltà che vedeva la sua cultura sempre più risucchiata e mistificata da una religione esogena, ormai pervenuta al cuore del potere: questo libro, importante e dibattuto, ci fa rivivere nel travaglio di un uomo di spicco l'agonia di un mondo assai meno «languido, dissoluto e decadente» di quanto così spesso si voglia farlo apparire.

  DAL TESTO – "In quanto seguace delle dottrine neoplatoniche e di Giamblico, Giuliano annetteva grande importanza ai rituali ellenistici. Pare che avesse addirittura tentato di elaborare una liturgia pagana, composta principalmente di inni, intesa come manifestazione della parola divina, pretendendo che i sacerdoti si raccogliessero in preghiera almeno all'alba e al tramonto per invocare la protezione degli dèi sull'Impero. In ciò Giuliano seguiva le orme di Giamblico, il quale considerava la preghiera un atto magico capace di purificare l'anima dalle scorie mondane. Le orazioni andavano recitate nei templi, poiché i capolavori artistici dell'uomo avevano la facoltà di suggerire al devoto il senso dell'onnipotenza divina. La comunione con la divinità era inoltre resa più intensa dalla visione del sacerdote celebrante, rivestito degli splendidi paramenti sacri, ai quali Giuliano attribuiva una grande importanza. Anche da questo punto di vista è evidente il richiamo alla tradizione pitagorica e neoplatonica, secondo la quale, quando si trovava faccia a faccia con la divinità, il sacerdote doveva ispirare nei fedeli una sorta di timore sacro. Il concetto (non del tutto estraneo alla tradizione cristiana) è espresso m modo esplicito da un altro seguace di Giamblico, Proclo: «Chiunque abbia una conoscenza intima delle cose divine sa che, nella mitologia sacra, le vesti sacerdotali simboleggiano la vita immateriale». Proclo cita anche i sacerdoti del tempo passato che celebravano in conformità ai precetti di Giamblico: «E color che erano devoti agli dèi o ne erano posseduti, indossavano tuniche e fasce variegate, ad imitazione della vita celeste, verso la quale era teso ogni loro sforzo»."

  L'AUTRICE – Polymnya Athanassiadi, nata, come lei stessa dice, respirando «l'aria di tolleranza spirituale, ereditata da una terra governata per secoli da una società multiculturale», è docente di Storia Antica all'Università di Atene. Il presente "Julian", scritto durante un soggiorno accademico a Oxford e ormai giunto alla seconda edizione inglese, è un momento fondamentale della ricerca che l'autrice svolge nel campo della storia delle mentalità ellenica ed ellenistica.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione – Abbreviazioni – Introduzione. Ellenismo: unità o diversità - I giardini di Alcinoo - Miles Mithrae - Iulianus Augustus – Paideía - Re, sacerdote e filosofo - Verso la campagna di Persia – Epilogo – Note – Bibliografia - Indice analitico