Alessandro Monchietto
Da capo senza fine Il marxismo anomalo di Georges Sorel
Editrice Petite Plaisance, pagg.208, € 15,00
IL LIBRO – La funzione fondamentale di un'immagine del mondo è quella di costituire l'orizzonte ultimo - irraggiungibile, ma allo stesso tempo inaggirabile - rispetto al quale si definisce ogni condotta pratica. È l'immaginario di volta in volta adottato a definire i limiti e i confini di ciò che rientra nel nostro potere d'azione, di ciò che si può modificare e di ciò che, invece, è percepito come semplicemente fatale. Uno dei filosofi che più fecondamente seppe dedicare il proprio itinerario intellettuale all'analisi di tale plesso tematico fu Georges Sorel. Elaborando la nozione di mito, Sorel intendeva creare uno strumento in grado di «legare» una comunità, per quanto minoritaria, fornendo a essa identità e coesione. A suo dire la macchina mitologica doveva produrre un «senso comune» - quel sentire che non deve essere identificato con la capacità che tutti gli uomini possiedono, ma con il senso che fonda la comunità - il quale fosse in grado di orientare (in modo quasi irriflesso) la prassi politica delle classi dominate. Sorel fu uno dei pochissimi pensatori marxisti che cercarono di disgiungere il principio del progresso da quello dell'emancipazione; a partire da tali suggestioni soreliane il saggio mira a sviluppare la tesi secondo cui il principio ideologico del progresso e il principio filosofico dell'emancipazione debbano essere non solo distinti, ma separati, evidenziando la necessità di abbandonare il primo senza rinunciare a una prospettiva emancipativa.
DAL TESTO – "Per Sorel la morale consiste infatti in un insieme di idee e di costumi che si depositano nei gruppi sociali a partire da esperienze di «tipo nuovo» (nel caso del proletariato l'esperienza del lavoro cooperativo e delle associazioni sindacali): in tal frangente egli si richiama implicitamente a Renan e al suo significato di morale «come insieme di immagini di carattere religioso che riguardano più i gruppi che gli individui». L'interesse di Sorel si rivolge, dunque, sia alle «precondizioni etiche» della rivoluzione, sia alle conseguenze che il cambiamento rivoluzionario avrebbe arrecato in ambito morale." "Tale aspetto del pensiero di Sorel verrà sviluppato e approfondito da Antonio Gramsci, i cui scritti - costellati di echi soreliani - si rivelano una chiave privilegiata per esaminare la nozione di mito come agente pre-razionale della mobilitazione sociale e comunitaria. Numerosi sono stati i pensatori che, in modo più o meno autorevole, hanno cercato di definire lo statuto di quella «sociologia dell'azione» che Sorel propone e di cui orgogliosamente rivendica la novità. [...] "Sorel ha il merito di avere indicato l'idea, cara a Gramsci, della necessità di una «riforma intellettuale e morale» e di aver così richiamato l'attenzione sul tema della religione come legame sociale. Tale riforma intellettuale e morale è parte integrante della concezione gramsciana del partito politico e può divenire realizzabile - come Gramsci non manca di rilevare nei suoi Quaderni - anche grazie alla forza evocativa del «mito» politico. Il mito studiato da Sorel - egli scrive - non è «una cosa di carta», una costruzione arbitraria dell'intelletto soreliano, ma tale concetto deve essere inteso nell'accezione semantica più vasta: Sorel ha teorizzato il mito come «sostanza dell'azione pratica» e ha poi cercato di individuare il mito storicamente e psicologicamente più aderente a una certa realtà. La sua trattazione ha perciò due aspetti: uno propriamente teorico, di scienza politica, e uno pratico-politico. È possibile che l'aspetto pratico si sia dissipato, anche se il mito dello sciopero generale aveva una «base reale»; ma l'aspetto teorico, ovvero l'attenzione alla «cultura del popolo», è imprescindibile per qualsiasi trasformazione profonda e duratura."
L'AUTORE – Alessandro Monchietto, coordinatore didattico presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione dell'Università degli Studi di Torino, si occupa di problemi di filosofia sociale e della storia nella riflessione moderna e contemporanea. È autore di "Per una filosofia della potenzialità ontologia" (Petite Plaisance, 2011) e ha curato assieme a Giacomo Pezzano il volume "Invito allo straniamento. Costanzo Preve filosofo" (Petite Plaisance 2014).
INDICE DELL'OPERA – Presentazione, di Vittorio Morfino – Introduzione. Tradizione e rivoluzione - Capitolo I. La crisi del codice deterministico e la genesi psicologica dei fenomeni sociali (1. L'iniziale interesse sociologico - 2. Le idee giuridiche nel marxismo - 3. La scoperta delle istituzioni proletarie) - Capitolo II. Fra ortodossia ed eresia marxista (1. Vico e la «dimensione condivisa dell'immaginazione» - 2. Necessità e fatalismo nel marxismo - 3. «Crisi del marxismo» e revisionismo soreliano) - Capitolo III. Il lavoro del mito: per una nuova semantica collettiva (1. Progresso e deresponsabilizzazione - 2. Il ruolo catartico dell'azione e la moralità della violenza - 3. Immaginari sociali e immagini motrici) – Conclusione – Bibliografia (Opere di Sorel - Raccolte di testi e Antologie – Carteggio - Opere su Sorel - Altre opere consultate) - Indice dei nomi e delle opere |