Il jihadista della porta accanto Stampa E-mail

Khaled Fouad Allam

Il jihadista della porta accanto
Isis, Occidente


Piemme, pagg.145, € 15,90

 

fouadallam jihadista  IL LIBRO – Che cos'è l'ISIS e cosa si nasconde dietro la proclamazione del "Nuovo Califfato Globale"? Dove ci porterà il jihad lanciato contro l'Occidente che in pochi mesi ha conquistato le terre di Libia, Iraq e Siria? Chi sono i jihadisti senza volto che parlano italiano, francese, inglese, tedesco e mozzano le teste agli infedeli occidentali? I miliziani del sedicente Stato Islamico, maestri d'indottrinamento feroce, hanno conquistato le terre del petrolio fino all'Egitto annunciando la restaurazione dell'impero musulmano. Hanno manipolato le menti e i cuori di migliaia di ragazzi europei trasformandoli in boia. Lo stanno facendo con le migliaia di profughi dell'Africa, che respinti dall'Europa ricca vanno cercando qualcosa in cui credere. Sono un esercito enorme dotato di armi sofisticate. Il coltello si usa per sgozzare le gole dei prigionieri in "esecuzioni esemplari" da mostrare sul web. Non sono più sparuti terroristi, ma migliaia di soldati ben addestrati e ben pagati, molti dei quali reclutati a Londra, Parigi e persino nel Veneto italiano. Khaled Fouad Allam, tra i maggiori esperti in Italia di questioni mediorientali, dipana un'intricata matassa cominciando dalla storia del primo jihadista europeo diventato terrorista nel 1995. L'autore rintraccia le radici dell'euro-terrorismo, entrando nella psicologia del moderno radicalismo islamico che si serve di Internet per cercare consenso e globalizzare la paura. L'Occidente dovrà affrontare una situazione incandescente. E solo una decisa cooperazione internazionale e una non più procrastinabile riflessione sugli equilibri fra Nord e Sud del mondo potranno scongiurare un conflitto mondiale.

  DAL TESTO – "La caratteristica saliente di questo nuovo terrorismo è l'essere di tipo situazionista, esattamente come il filosofo Guy Debord aveva previsto: preferisce lo sfruttamento della situazione in un contesto e in un momento preciso alla rivendicazione in nome di un'ideologia o dell'indipendenza di una regione, come ad esempio l'ETA nei Paesi Baschi. Il carattere situazionista del terrorismo jihadista ha delle conseguenze sulle sue strutture, che possono facilmente scomparire il giorno in cui l'azione è compiuta. Perciò, altra caratteristica è l'invisibilità. Le strutture di internet si adattano perfettamente a questo carattere di tipo situazionista e invisibile, perché non sono mai fisse ma sono nomadiche come le tribù beduine del deserto. Oggi la sua progettualità può essere doppia: da una parte si può limitare a un progetto politico, ad esempio, la "liberazione" della Siria e dell'Iraq, dall'altra, però, ed è più importante, si poggia su una struttura di pensiero che, se anche ideologica, ha una vocazione universale, l'islam, con il suo carattere oggi mondializzato. È un terrorismo dunque che diventa crudele, atomizzato...
  "Inoltre, questo terrorismo ha la possibilità, rifacendosi a un islam ideologizzato, di reclutare un'infinità, una massa enorme di adepti, e la crescita esponenziale del jihadismo europeo lo dimostra: non c'è limite. Paradossalmente si può affermare che la sua struttura è una "non struttura", perché è nascosta: la strategia della taqiyya, o del kitman, gli garantisce questo fatto. Tutto questo rende estremamente complicato il controllo e le schedature, perché man mano che si conoscono alcuni componenti ne nascono altri nuovi quasi subito. È un terrorismo della destabilizzazione dunque, che ha molte similitudini con quello degli anarchici russi come Bakunin: si trattava di «un esercito invisibile, anonimo e onnipresente» .
  "Non può dunque che inquietare, questo terrorismo, perché tutto sta nella manipolazione della paura e nella trasmissione dell'orrore, oggi mondialmente divulgati su Youtube. Esiste dunque, nel jihadismo, un uso intenzionale della violenza o della minaccia della violenza, la cui funzione è comunicare e trasmettere paura, per instaurare un nuovo stato psicologico. E nelle società oggi attraversate dal ritorno della religione, di un certo tipo di religione, la cosa non può che preoccuparci."

  L'AUTORE – Khaled Fouad Allam, sociologo e politico di origine algerina, nato a Tlemcen, dopo aver vissuto in Marocco, Algeria e Francia è cittadino italiano dal 1993. Ha insegnato Islamistica all'Università di Urbino ed è docente di Sociologia del mondo musulmano all'Università di Trieste. Ha pubblicato saggi e romanzi sui rapporti tra mondo arabo-islamico e Occidente. Già editorialista di "la Repubblica" e "La Stampa", dal 2010 collabora con il "Sole 24 Ore". Tiene conferenze e seminari in Europa, Stati Uniti, Sud America, Asia e mondo arabo. Ospite e consulente di talk show televisivi, fa parte del comitato scientifico del Salone del Libro di Torino. Deputato del Parlamento italiano nella XV legislatura, è stato membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera. Collabora con la rivista Esprit e nel 2008 è stato insignito del titolo di Dottore Honoris Causa in Sociologia dall'Università Ricardo Palma di Lima (Perù) per i suoi lavori sull'islam contemporaneo e la questione Mediterranea. I suoi bestseller, tradotti in varie lingue, sono stati in vetta alle classifiche italiane e internazionali: "L'Islam globale" (Rizzoli, 2002), "Lettera a un kamikaze" (Rizzoli, 2004), "La solitudine dell'Occidente" (Rizzoli, 2006). Recentemente è uscita una "Guida per difendersi dal razzismo dalla A alla Z" scritta con il regista Mimmo Calopresti (Giudizio Universale, 2010).

  INDICE DELL'OPERA – Premessa - 1. Storia di Khaled: ragazzo franco-algerino, primo jihadista europeo (1995) - 2. Eurojihadismo e globalterrorismo - 3. L'ISIS e la ricostruzione del califfato: realtà o manifesto mondiale del nuovo radicalismo islamico? - 4. L'irriducibile questione mediorientale - 5. Internet, il web e la guerra: come si crea il consenso elettronico - 6. La crisi dell'islam e del mondo arabo - L'impossibile conclusione