Quaderni di storia n.80/2014 Stampa E-mail

Quaderni di storia n.80 luglio/dicembre 2014

Edizioni Dedalo, pagg.200, € 16,00

 

quadernidistoria-80  - Luciano Bossina, Carl Joachim Classen (1928-2013) – o del vero sofista
Carl Joachim Classen, uno dei più importanti studiosi classici tedeschi del XX secolo, è morto il 29 settembre 2013, all'età di 85 anni. Questo saggio fornisce un resoconto della sua carriera e dei suoi principali successi scientifici. I suoi studi ad Amburgo, Göttingen e Oxford sotto la guida di Bruno Snell, Kurt Latte e Eric R. Dodds vengono ricostruiti, insieme con la sua straordinaria esperienza come docente di studi classici a Ibadan (Nigeria), fino al suo ritorno in Germania (Berlino, Würzburg, Göttingen). Questa vita movimentata rese il professor Classen, promotore della cooperazione internazionale, un testimone oculare di mezzo secolo di storia della cultura classica. I suoi principali interessi scientifici comprendevano la filosofia, la storia della retorica dalla antichità classica al Rinascimento, nonché la storia dei valori morali nel mondo greco e romano.

  - Giorgio Camassa, Eforo e l'invenzione della legge
Di fronte alla fine di un mondo, Eforo non si limitò a contestare l'inevitabilità di posizioni contrastanti, come quella di Pericle, che ha portato alla catastrofe della guerra del Peloponneso; piuttosto egli gettò un occhio disincantato sui meccanismi attraverso i quali il potere assicura per sé un (necessario) consenso. La messa in scena del sacro è un ingrediente indispensabile per qualsiasi legislatore intento a raggiungere il suo fine: l'obbedienza degli uomini alla legge. Gli arcana imperii sono rivelati a Licurgo attraverso la saggezza di Talete. È certo che nei frammenti riguardanti i legislatori arcaici, uno spirito inquieto si manifesta, quello che tende a risalire ai suggerimenti del pensiero critico (Sofista). Tuttavia è anche vero che il passato lontano sembra in grado di offrire allo storiografo di Cuma qualche forma di antidoto rispetto al presente. È attraverso le leggi di Zaleuco che il 'miraggio' di un tipo senza compromessi di antichità viene in essere, quello che non è stato avvelenato da complicazioni inutili che funzionano solo come pretesti per i sicofanti, e fedele a se stesso. Rispetto al presente o al passato più recente, come si fa a non ammirare ciò che è antico, semplice e immutabile?

  - David Bidussa, La rivoluzione da evento a canone. A proposito di Trockij storico della rivoluzione
Leon Trotsky fu un grande storico marxista. "1905" e la "Storia della rivoluzione russa", prima di tutto, rimangono dei capolavoro nella letteratura sul materialismo storico. Gli scritti storiografici di Trotsky mostrano due caratteristiche diverse: da un lato la sua grande capacità di ricostruzione storica dei fatti; dall'altro la proposta di una teoria delle rivoluzioni sociali e politiche. La conseguenza è che gli scritti storici di Trotsky hanno una funzione sia descrittiva sia "prescrittiva". La "Storia della rivoluzione russa" non è solo una storia del 1917 in Russia, ma la proposta del modello rivoluzionario in due stadi ("Febbraio", come rivoluzione democratica; "Ottobre", come rivolta di successo): il ruolo politico di una rivoluzione socialista di successo in tutto il mondo.

  - Sara Marmai, Sofocle a Colono: i fatti del 411 e l'esperienza politica ateniese tra le righe dell'ultimo Edipo
Nel 411 a. C. l'assemblea ateniese, insolitamente riunitasi nel demo di Colono, votò per la soppressione del governo democratico: era l'inizio di un breve - ma intenso - periodo di violenza e instabilità, che portò la città sull'orlo di una guerra civile terribile. Tra gli attori di quel drammatico evento c'era Sofocle, il celebre tragediografo. Pochi anni più tardi, Sofocle scelse di basare l'azione del suo ultimo lavoro a Colono. Questo studio esamina i fatti della 411 attraverso la figura di Sofocle, concentrandosi sui temi della colpa, del dovere, della responsabilità e della salvezza negli ultimi anni della democrazia ateniese.

  - Rita De Tata, L'occhio dello studioso e la lente del bibliotecario. Breve storia del rotulo ebraico della Biblioteca Universitaria di Bologna
Recentemente nel Rotulo 2 della Biblioteca Universitaria di Bologna è stato riconosciuto il più antico esemplari conosciuti di un rotolo ebraico contenente l'intero testo del Pentateuco: è descritto come di provenienza ignota. Il presente studio mira a dimostrare che il Rotulo 2 deve essere identificato con la Torah, ritenuto per un lungo periodo un autografo di Esdra lo scriba, custodito nel Convento di S. Domenico a Bologna e trasferito nella Biblioteca Universitaria dopo la soppressione napoleonica degli ordini religiosi.

  - Ciro Giacomelli, Un altro codice della biblioteca di Niceforo Gregora: il Laur. Plut. 86, 3 fonte degli estratti nel Pal. gr. 129
Questo saggio fornisce un'analisi testuale di alcuni brani tratti dal "De saecta Pythagorica" di Giamblico conservato nel ms. Heidelberg Pal. gr. 129 (f. 71r-v), il famoso quaderno di Niceforo Gregora. Lo studio di questi estratti indica che la fonte utilizzata da Gregora è il ms. Laur. Plut. 86, 3, l'archetipo della tradizione manoscritta di quattro trattati di pitagorismo di Giamblico. In alcuni casi è possibile notare il riutilizzo degli stessi brani tratti da Giamblico nelle opere di Gregora, che indica che il Pal. gr. 129 era una fonte di citazioni utili per la produzione letteraria di Gregora.

  - Nicola Biffi, Spartaco nell'Appennino. Un caso di imitatio Hannibalis?
Due brevi passi delle Storie di Floro e Orosio suggeriscono che il ribelle Spartaco, dopo la sua vittoria nell'Appennino contro gli eserciti romani, aveva messo in scena uno spettacolo di gladiatori scelti tra i suoi prigionieri, come fece Annibale dopo la battaglia di Canne. Essi forniscono inoltre un ulteriore punto di riflessione sulla personalità del gladiatore trace.

  - Marie-Laurence Haack, The invention of the Etruscan «race». E. Fischer, Nazi geneticist, and the Etruscans
L'autore analizza l'interesse di Eugen Fischer, un genetista nazista, per gli Etruschi. Si evidenzia il contributo originale di Fischer, che vide negli Etruschi non una 'razza' orientale, come hanno fatto alcuni studiosi nazisti, ma una razza specifica, denominata 'aquilina', a causa della presunta forma del naso degli Etruschi. L'autrice spiega che la scoperta di questa nuova 'razza' avvenne in un contesto di rivalità tra gli studiosi nazisti della razza. Haack utilizza le memorie di Fisher per dimostrare che egli stesso non era convinto della sua teoria.

  - Rosario Pintaudi, Georg Dittmann e Max Pohlenz per Otto Skutsch ed un poco di philologia per epistulas
Nel 1933, due grandi filologi tedeschi, Georg Dittmann e Max Pohlenz, scrissero a Girolamo Vitelli per chiedere il suo sostegno a favore di un giovane classicista tedesco di talento, Otto Skutsch, che stava per perdere il lavoro in Germania a causa della sua origine ebraica. L'articolo contiene la trascrizione di due lettere, e della risposta sincera di Vitelli, con una introduzione biografica e storica e brevi commenti. Altri materiali epistolari sono riprodotti, attestanti le connessioni profonde di Vitelli con i più importanti filologi europei anche durante i difficili anni prima della Seconda guerra mondiale.

  - Rosario Pintaudi, La morte di Giovanni Pascoli in due lettere di Ermenegildo Pistelli
Trascrizioni, con brevi note biografiche, di due lettere scritte nel 1912 dal papirologo italiano Ermenegildo Pistelli. Esse sono rivolte a Teresa Lodi, l'allora bibliotecaria della Biblioteca Medicea Laurenziana, e a Enrico Bemporad, il direttore della rivista "Il Giornalino della Domenica". Pistelli espresse il suo dolore per la morte del poeta Giovanni Pascoli, che conosceva personalmente.