San Michele, l’arcangelo armato Stampa E-mail

Franco Cardini

San Michele, l'arcangelo armato

Schena Editore, pagg.96, € 5,00

cardini sanMichele  IL LIBRO – Partendo dalla Sacra Scrittura, Franco Cardini conduce il lettore, attraverso alcuni elementi di quella che forse un tempo si sarebbe chiamata "mitologia comparata" - o anche storia comparativa delle religioni -, fino a quel Michele venerato sulla vetta del Monte Gargano e anche altrove, in molti luoghi che si somigliano: una montagna costiera tra Normandia e Bretagna, che nelle ore d'alta marea diventa un'isola e sulla quale sorge un immenso santuario gotico; un'altissima roccia attorniata da vulcani spenti in Alvernia, a poche centinaia di metri dal santuario della "Madonna Nera" di Le Puy; un imponente picco che domina un passo alpino in Val di Susa; la spelonca di Coli in Liguria, una grotta della valle dei rio Curiasca. Ma l'enumerazione sarebbe infinita: e, del resto, è stata più volte proposta. Ardui picchi e grotte: l'alto dei cieli e le viscere della terra; il fuoco sidereo degli astri e delle meteore e quello sotterraneo dei vulcani. Un panorama che sembra collegare l'empireo e le viscere del pianeta: come le gemme dei lapidari medievali, che si estraevano dalla roccia ma ciascuna della quali doveva a un astro del cielo le sue virtù.

  DAL TESTO – "Fu già in pieno V secolo che a Perugia si dedicò all'arcangelo Michele un edificio sacro di forma circolare, l'impianto del quale appare ispirato al Pantheon o alla chiesa romana di Santo Stefano detto "Rotondo", che si collega a una forte simbolica di tipo apocalittico. L'uso della pianta circolare, quando non si riferiva a una costruzione topomimetica rispetto alla "rotonda" della basilica della Resurrezione a Gerusalemme, rinviava a un significato cosmico-solare che nel caso perugino era sottolineato altresì da ventiquattro preziose colonne provenienti da edifici pagani che lo adornavano.
  "Una grande e celebre pagina testuale relativa all'arcangelo Michele è quella riguardante la leggenda di papa Gregorio Magno, la peste a Roma e l'apparizione del principe della celeste milizia sul culmine d'un monumento pagano prossimo a San Pietro, la Mole Adriana, e in atto di rinfoderare la spada, significando con ciò che l'ira di Dio si era placata e l'epidemia che infuriava nell'Urbe avrebbe avuto termine. Jacopo da Varazze attesta che l'apparizione corrisponde all'anno 590 e che la si celebrava nella stessa data dell'apparizione del Monte Gargano, l'8 maggio. Gli elementi di questa leggenda sono fortemente tipici: l'arcangelo appare su un luogo ch'è una memoria dell'antico impero ma al tempo stesso un sepolcro: questa scelta, associata al tempo della peste, richiama i suoi tratti di spirito angelico che presiede al trapasso degli uomini. Al tempo stesso, però, la sua attitudine trionfale, clemente e pacificatrice rimanda alla sua funzione di difensore, di tutore."

  L'AUTORE – Franco Cardini insegna Storia medievale all'Istituto italiano di Scienze umane (Firenze). Autore di successo, apprezzato, oltre che per i suoi studi scientifici, per la sua attività di narratore, di consulente per soggetti cinematografici e televisivi, di elzevirista.

  INDICE DELL'OPERA – Premessa - Teologia, Angelologia, Angelodulia - Michele e gli altri - Il Monte Gargano - I figli del lupo - Dalla Puglia alla Normandia - Santuari micheliti tra IX e XII secolo