Honoré de Balzac
Teoria del camminare
Elliot Edizioni, pagg.86, € 9,00
IL LIBRO – Nella sterminata lista delle opere di Balzac, tra drammi, romanzi, testi di critica letteraria e articoli giornalistici, ci fu spazio anche per questa "Teoria del camminare", beffardo e serissimo saggio psico-sociologico sul movimento umano, nel quale il grande scrittore indossa le insolite vesti di antropologo. L'autore della "Commedia umana" dedicò non poco tempo e riflessioni all'argomento, abbandonando e riprendendo il progetto diverse volte ma continuando sempre a interrogarsi sul significato profondo, e a suo dire mai sondato, delle andature belle e di quelle sgraziate. Man mano che le sue scoperte in materia aumentavano in quantità e chiarezza ("Brrr! Le domande schizzavano come cavallette! Un eccezionale argomento!"), Balzac si convinse di essere sulla soglia di un segreto tanto oscuro quanto affascinante. "Non è davvero incredibile" scrisse "il fatto che, da quando l'uomo ha iniziato a camminare, nessuno si sia chiesto perché cammina, come lo fa, se potrebbe forse farlo meglio, cosa avviene mentre passeggia e se non esiste un modo per impostare, modificare e studiare la sua andatura?".
DAL TESTO – "Esistono due generi di uomini il cui modo di camminare è irrimediabilmente difettoso. "I marinai camminano con le gambe divaricate sempre pronte a piegarsi, a contrarsi. Quando sono sulla terraferma non riescono più a camminare dritti perché sulla nave sono costretti a dondolarsi sui ponti per assecondare il moto delle onde. Essi tergiversano sempre; perciò si è cominciato a farne dei diplomatici. "I militari hanno un passo perfettamente riconoscibile. Sono quasi tutti saldi sulle reni, come dei busti sul piedistallo, e le loro gambe si muovono sotto l'addome come se fossero governate da un'anima subalterna incaricata di badare al perfetto funzionamento degli arti inferiori. La parte di sopra del corpo sembra inconsapevole dei movimenti della parte di sotto. Guardandoli mentre camminano, pensereste al torso dell'Ercole Farnese, posizionato su delle rotelle e trasportato in un atelier. C'è un motivo: il militare è obbligato ad accentrare costantemente tutta la sua forza nel torace, lo esibisce di continuo e si mantiene impettito. Usando una delle espressioni più belle di Amyot, un uomo "che si alza in piedi" pesa vigorosamente sulla terra per farne il suo punto di appoggio; questo fa sì che si verifichi un contraccolpo della forza nella parte superiore del suo corpo. In questo modo il suo apparato locomotore risulta per forza di cose diviso. La fonte del coraggio è nel suo torso. Le gambe non sono altro che una semplice appendice di tutta la macchina. "I marinai e i militari applicano dunque le leggi del movimento allo scopo di ottenere sempre lo stesso risultato, l'emanazione della forza attraverso il plesso solare e le mani, i due organi che, con una certa sicurezza, definirei i cervelli secondari dell'uomo, poiché sono molto sensibili intellettualmente e attivi come un fluido. È probabile che il passaggio costante della propria volontà a questi due agenti determini una certa atrofia del movimento, da cui dipende la fisionomia del loro corpo."
L'AUTORE – Honoré de Balzac (1799-1850) è considerato il più grande maestro del romanzo francese del XIX secolo. Il "realismo visionario" che percorre la sua monumentale opera, quella "Comédie humaine" geniale e sterminata, ha influenzato intere generazioni di scrittori, da Zola a Maupassant, da Gogol a Dostoevskij, da Verga a Moravia. |