"Diario di guerra " di Adriano Bernareggi Stampa E-mail

Adriano Bernareggi

Diario di guerra
(settembre 1943-maggio 1945)


Edizioni Studium, pagg.560, € 40,00

bernareggi diario  IL LIBRO – Dal 9 settembre 1943 fino alla fine di maggio del 1945, durante i mesi della repubblica Sociale italiana e dell'occupazione tedesca, mons. Adriano Bernareggi registrò le proprie giornate su alcuni fogli di quaderno. in quelli che lui stesso ha definito degli "appunti", nelle ore notturne il vescovo annotò i fatti quotidiani, riportando le informazioni che, da diverse parti, giungevano in Curia. giorno dopo giorno, prese forma un vero e proprio "diario di guerra", un documento di straordinaria rilevanza storiografica e umana. Le sue pagine spalancano una finestra non solo sulla città e sulla provincia ma anche sull'animo di mons. Bernareggi. La Curia si trasforma in un osservatorio, dal quale leggere i mesi dell'occupazione con gli occhi del vescovo. Quella tracciata dal diario è una storia della guerra civile nella bergamasca dall'interno dell'episcopio. di fronte agli avvenimenti, il vescovo si mosse seguendo precisi schemi teologici. Tuttavia, tali riferimenti dovevano essere declinati in un contesto confuso e, quasi sempre, partendo da informazioni imprecise, lacunose, talora fuorvianti. Quotidianamente, mons. Bernareggi si scontrò con la necessità di mediare i principi morali con l'esigenza del bene comune, prendendo decisioni controverse e, spesso, incomprensibili oltre i muri del palazzo vescovile. il diario apre così uno squarcio sull'animo del vescovo, chiamato ad assumersi la responsabilità di una carità universale che si scontrava con quella "scuola intensiva di violenza" che era la guerra.

  DAL TESTO – "Viene un signore, che si dichiara segretario della Associazione Crociata Italica. Dice che la Associazione si propone anche di lottare contro la bestemmia e di intervenire per la moralità degli spettacoli.
"Essendosi data in questi ultimi tempi qualche rappresentazione scandalosa qui a Bergamo (l'Eco ne ha parlato), proponeva che io mi associassi all'opera loro. Dissi che approvavo il bene che avrebbero potuto fare, ma che non potevo e non dovevo associarmi a loro. Chiestone del perché risposi che non potevo e non dovevo per due ragioni: 1° perché sono convinto che il clero deve rimanere estraneo alla lotta politica; 2° perché non potevo approvare l'associazione che fa capo ad un sacerdote che è stato condannato dall'autorità ecclesiastica. Mi si risponde che l'Associazione è derivata dal giornale, ma non dipende da don Calcagno. In ogni modo egli (e con lui i soci dell'associazione) sarebbero ben felici che l'affare don Calcagno si potesse liquidare. Anzi il segretario mi chiede, se non posso fare anch'io qualche cosa a questo scopo. Gli rispondo che la cosa non mi appartiene, ma che doveva rivolgersi od a Mons. Cazzani od al Cardo Schuster. Del resto dissi di sapere che si era interessato presso entrambi gli alti Presuli don Arienti del Ministero dell'Educazione Nazionale. Mi chiede il segretario se io avevo sentito qualche cosa a carico di don Calcagno, all'infuori, si intende, della sua attività giornalistica e politica. Dissi di aver sentito soltanto questo, da qualcuno che l'aveva avvicinato, che lasciava l'impressione di un fare troppo secolaresco, poco conveniente per un sacerdote. Avendo io detto fra l'altro che fumava, il segretario mi smentì dicendo che non fumava. Diedi atto per la smentita, ma insistei nel dire che riferivo quanto mi era stato detto, che era quello, che ho detto e non altro."

  L'AUTORE – Nato a Oreno da una famiglia di piccoli commercianti, dopo gli studi a Roma in teologia, filosofia e diritto, Adriano Bernareggi (1884-1953) insegnò presso il Seminario di Milano e l'università Cattolica del S. Cuore. La sua particolare sensibilità verso la cultura e il bisogno di una spiritualità in grado di rispondere all'ansia religiosa dell'uomo moderno lo spinsero a impegnarsi nel movimento liturgico milanese. dagli anni Venti iniziò un dialogo profondo con i principali centri di rinnovamento liturgico-artistico italiani e stranieri, in particolare l'abbazia tedesca di Maria Laach. Dopo il ministero presso la parrocchia milanese di S. Vittore al Corpo, nel 1931 fu scelto da Pio XI quale vescovo coadiutore del prelato bergamasco Luigi Maria Marelli. insediatosi nel febbraio 1932, rimase alla guida della diocesi per un ventennio. Seguendo la sua pastorale, la Chiesa bergamasca si mosse negli spazi aperti dal Concordato, nel tentativo di riportare a Cristo una società investita dalla secolarizzazione. Contro il formalismo religioso, invitò il clero a proporre la liturgia quale strumento di una fede vissuta e partecipata, in grado di rigenerare spiritualmente il mondo moderno. In questo sforzo di riconquista, particolare attenzione dedicò all'azione Cattolica, specie ai rami giovanili e alle sezioni intellettuali. Dopo la guerra, si impegnò nella costruzione di una Chiesa capace di rinnovare le modalità di testimonianza del messaggio evangelico. il cattolicesimo doveva interpretare e indirizzare i processi di trasformazione avviati dalla ripresa economica e dalla rinascita democratica del Paese. Per realizzare tale obiettivo, i suoi sforzi furono diretti a dilatare la presenza cristiana nel sociale, nella cultura, nel mondo del lavoro, da un lato rafforzando il ruolo formativo dell'Azione Cattolica, dall'altro lato valorizzando le ACLI.

  IL CURATORE - Ordinato da mons. Bernareggi nel 1950, mons. Antonio Pesenti (1927-2009) ha fatto parte per tutta la vita sacerdotale della comunità dei Preti del S. Cuore. diplomato in archivistica, paleografia e biblioteconomia, è stato direttore dell'archivio Storico diocesano. dal 1981, ha svolto la funzione di cancelliere di Curia, sotto i vescovi Giulio Oggioni e Roberto Amadei, lasciando l'incarico nel 2007. Cultore di storia della Chiesa locale, fra le sue pubblicazioni si segnalano il volume "Don Cirillo Pizio: note biografiche" e i saggi "L'unione ecclesiastica di S. Bartolomeo", "Il Collegio Apostolico (1773-1909)" e "Papa Giovanni e il problema degli studenti a Bergamo nei primi decenni del secolo XX".

  INDICE DELL'OPERA – Presentazione. «Il tempo lo ingigantirà», di mons. Davide Pelucchi - Introduzione, di Alessandro Angelo Persico - Diario di guerra (settembre 1943 - maggio 1945) – Prefazione - Settembre 1943 - Ottobre 1943 - Novembre 1943 - Dicembre 1943 - Gennaio 1944 - Febbraio 1944 - Marzo 1944 - Aprile 1944 - Maggio 1944 - Maggio 1944-Luglio 1944. Apparizione delle Ghiaie di Bonate - Giugno 1944 - Giugno-Luglio 1944 - Luglio 1944 - Agosto 1944 - Settembre 1944 - Ottobre 1944 - Novembre 1944 - Dicembre 1944 - Gennaio 1945 - Febbraio 1945 - Marzo 1945 - Aprile 1945 - Maggio 1945 - Appendice I. Complementi nella maggior parte autografi di mons. Bernareggi - Appendice II. Interventi pubblici di mons. Bernareggi fra il 1943 e il 1945 - Indice dei nomi