I sommergibili del Fascismo Stampa E-mail

Fabio De Ninno

I sommergibili del Fascismo
Politica navale, strategia e uomini tra le due guerre mondiali

Edizioni Unicopli, pagg.290, € 19,00

 

deninno_sommergibili  IL LIBRO – Alla vigilia della Seconda guerra mondiale, l'Italia fascista disponeva della flotta subacquea più grande al mondo. La Regia Marina italiana riteneva che i sommergibili avrebbero potuto rappresentare l'arma vincente nello svantaggioso confronto navale con le potenze occidentali che la politica del regime andava profilando all'orizzonte. Sulla base di un'ampia ricerca archivistica su documentazione inedita e nella scia della nuova storiografia navale internazionale, il volume ricostruisce le vicende politiche, militari ed economiche che portarono alla decisione di costruire una così imponente flotta di sommergibili. Attraverso le vicende della costruzione e della pianificazione dei sommergibili, la storia della Marina fra il 1919 e il 1940 viene raccontata e intrecciata con quella più generale del ventennio tra le due guerre. Il libro suggerisce di ridisegnare l'idea di una Regia Marina estranea al regime. Assieme al Paese, gettato più tardi in un conflitto mondiale che non avrebbe avuto i mezzi per vincere, ne avrebbero pagato le conseguenze gli uomini che, tra mille difficoltà, avrebbero condotto in guerra quei sommergibili dalle profondità del mare.

  DAL TESTO – “La marina italiana terminò la guerra mondiale con 43 sommergibili a disposizione, ma molti di questi furono radiati dopo il 1922. Il 10 giugno 1940 poteva contare su 115 battelli e il numero di quelli commissionati fu di 116. Lo sforzo costruttivo fu imponente. Nello stesso periodo (1919-1939) la Royal Navy varò appena 50 sommergibili, nonostante fosse grande oltre tre volte la Regia Marina e la marina statunitense impostò solo 37 unità. Mentre la marina francese impostò ben 83 unità per un tonnellaggio di poco superiore a quello italiano.
  “Fino al 1928, prevalse la costruzione dei sommergibili di medio tonnellaggio con dislocamenti in emersione tra le 829 e le 957 tonnellate. Questi battelli furono il punto d'arrivo della ricerca di un battello "offensivo" efficiente, desiderato nel corso degli anni della guerra mondiale. Tra il 1928-1934 le costruzioni di battelli medi diminuirono e sparirono del tutto nei tardi anni trenta, a prevalere furono i battelli della Classe 600, unità che sacrificavano le caratteristiche in cambio della facilità di riproduzione.
  “Nel quinquennio 1935-1940 furono impostate  46 unità della serie 600. Inoltre, negli anni precedenti il conflitto fu espansa la componente di grande tonnellaggio: prima del 1935 furono ccstruite solo 14 unità, ma nei 5 anni successivi ne furono consegnate 26 e altre 4 furono messe in cantiere nell'autunno 1939. Infine, tra le due guerre, furono costruiti anche 6 sommergibili posamine delle classi Bragadin, Micca e Foca.
  “Nelle altre marine le costruzioni furono diverse, ad esempio la U.S. Navy e la Kaigun privilegiarono grandi battelli necessari per il servizio nell'Oceano Pacifico assieme alle unità della squadra da battaglia. Anche gli inglesi privilegiarono i battelli oceanici, ma impostarono anche battelli da crociera più piccoli, come la classe S (935 tonnellate) e la Classe T (1.560 tonnellate), i quali divennero i sommergibili britannici standard della Seconda guerra mondiale. La Marine Nationale, la principale avversaria della Regia Manna fino a 1935, impostò sommergibili di tutte le dimensioni, per averli adatti sia alle esigenze mediterranee sia a quelle oceaniche.”

  L’AUTORE – Fabio De Ninno (Napoli 1987) è dottorando di ricerca in Studi Storici presso l'Università degli Studi di Torino, dove sta svolgendo una ricerca sulla marina militare italiana tra le due guerre mondiali.

   INDICE DELL’OPERA – Introduzione – I. La nascita del sommergibile (1. La guerra in Adriatico (1915-1918) - 2. La guerra subacquea tedesca) - II. Discutere l'esperienza della Grande guerra (1. L'analisi italiana: Bernotti, De Feo e l'avvenire del sommergibile - 2. Il pensiero degli anni Venti sul futuro dell'arma subacquea - 3. Un'analisi scollegata dalla grande strategia fascista) - III. I sommergibili italiani tra le due guerre mondiali (1. Le costruzioni: quante e di quali tipologie - 2. Il meccanismo decisionale delle costruzioni - 3. I costi - 4. Riproduzione piuttosto che innovazione - 5. La velocità delle costruzioni - 6. La questione qualitativa - 7. Scafi solidi e sicuri - 8. L'innovazione tecnologica - 9. Una tecnologia poco affidabile - 10. Armamento: un successo da ridimensionare? - 11. Otto milioni di baionette) - IV. L'era del disarmo navale (1919-1934) (1. I sommergibili italiani dalla smobilitazione al Trattato di Washington - 2. Gli inizi del periodo fascista (1922-1925) - 3. Piani operativi e valutazioni di efficienza - 4. Il sommergibile nella marina degli evoluzionisti) - V. Il sommergibile nella marina del Fascismo (1934-1940) (1. L'accelerazione dottrinaria causata dalla crisi etiopica - 2. Verso la guerra (1936-1940) - 3. L'efficienza alla vigilia della Seconda guerra mondiale) - VI. Uomini e propaganda (1. Selezionare e preparare i sommergibilisti - 2. Vivere sui sommergibili – 3. Letteratura e propaganda sui sommergibili tra le due guerre) – Conclusioni - Indice dei nomi