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Francesco Mario Agnoli

Mazzini

Edizioni Solfanelli, pagg.47, Euro 4,00

 

mazzini.jpg  IL LIBRO – Giuseppe Mazzini ha rappresentato a lungo, con Garibaldi, un’icona mitica. Della loro partecipazione alla breve avventura della Repubblica romana, Arturo Carlo Jemolo celebrò la purezza e la virtù del primo e, assieme al sangue generoso dei molti prodi caduti sul Gianicolo, l’eroismo del secondo abbandonando alla «dimenticanza tutto ciò che vi fu di meno saggio, non solo, ma d’imprevidente, di tumultuoso, di disordinato nel governo della repubblica, e dei non pochi eccessi che questa tollerò.» La vera storia è invece, più che revisionista, iconoclasta perché nella ricerca della verità non arretra nemmeno di fronte alle statue del Pantheon. Del resto iconoclasta è anzitutto il tempo, che spoglia gli eroi delle loro virtù non appena vengono accantonati dallo stesso immaginario popolare che prima, e in altri contesti, li aveva osannati. Di questo oblio Giuseppe Mazzini è una delle vittime più illustri. Nulla di più estraneo alla società odierna — che conosce soltanto diritti — della sua ripetuta insistenza sui doveri dell'uomo, del suo addebitare alla rivoluzione ciò che invece oggi ne costituisce il pregio: la creazione, attraverso l’esaltazione del diritto, di «un cosmopolitismo individualista e materialista.» Non per nulla solo il Pontefice della Chiesa cattolica, «questo fantasma del Medioevo» che Mazzini intendeva cancellare, continua a difendere il nucleo essenziale del suo pensiero, cioè «l’esistenza di una legge morale suprema su tutti gli uomini e costituente per tutti un obbligo.»

 

  DAL TESTO – “Va anche detto che del loro sia pur parziale successo gli iconoclasti sono in larga parte debitori al trascorrere del tempo, all’affermarsi di nuovi modi di pensare e di vivere, alla diminuita fiducia nelle verità consolidate che oggi in molti suscitano sospetti e antipatie solo per il fatto di essere tali, al tracollo delle ideologie, fino a ieri prodotto tipico del pensiero mitizzante a dispetto del loro costante richiamo (almeno in età contemporanea) ai lumi della ragione. Giuseppe Mazzini si colloca fra le vittime più illustri forse non tanto delle indagini degli storici appena definiti iconoclasti, quanto di questi mutamenti sociali. Anche se molti – soprattutto in terre come la Romagna che, pur avendo rinunciato alla vecchia religione, conservano più viva l’esigenza di una fede religiosa e stentano ad appagarsi delle aride riflessioni economiche e di buon senso del liberal-liberismo – continuano a considerarlo la più pura icona del Risorgimento, il suo pensiero (nulla di più estraneo, ad una società che conosce soltanto diritti, della ripetuta insistenza sui doveri dell’uomo) e la sua stessa immagine nerovestita risultano però lontani anni luce dalla mentalità attuale, perfino quando sembravano abbeverarsi alla stessa fonte”.

 

  L’AUTORE - Francesco Mario Agnoli, nato a Bologna. Magistrato. È stato componente del Consiglio Superiore della Magistratura nel quadriennio 1986-90. Attualmente è presidente della II sezione civile della Corte d’Appello di Bologna. Nell’ambito degli studi storici i suoi interessi si sono concentrati in particolare sull’Insorgenza, riportata all’attenzione, dopo lunghi anni di ostracismo da parte della storiografia “ufficiale”, dal suo romanzo-saggio Gli Insorgenti (Reverdito, Trento, 1988, 2ª edizione Il Cerchio, Rimini 1993). Dedicati sempre alla riscoperta dell’Insorgenza: Andreas Hofer, eroe cristiano (Res, Milano, 1979); Rivoluzione, scristianizzazione, insorgenze (Krinon, Caltanisetta, 1991); Ravenna e il sacco di Lugo di Romagna, in Le insorgenze antifrancesi nel triennio giacobino (1796-1799) (Apes, Roma 1992); Insorgenze - Controrivoluzione in Italia (Mimep-Docete, Pessano, 1996); Le Pasque veronesi (Il Cerchio, Rimini 1998); 1799: La Grande Insorgenza (Controcorrente, Napoli 1999). Dall’Insorgenza quasi inevitabile il passaggio all’età del Risorgimento, di cui Agnoli si è occupato sia come autore: Gli accoltellatori (Longo, Ravenna 1981); La conquista del Sud e il generale spagnolo José Borges (Di Giovanni, Milano 1994); Scristianizzare l’Italia (Potere Chiesa e Popolo, 1881-1885); collaborazione con tre saggi al volume collettaneo La Rivoluzione italiana (il Minotauro, Roma 2001), sia come curatore della Mostra Un tempo da riscrivere: il Risorgimento italiano, organizzato dall’Associazione culturale Identità europea nell’ambito del “Meeting per l’Amicizia fra i popoli”, Rimini 20-26 agosto 2000.

 

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