A Gerusalemme |
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Fiamma Nirenstein A Gerusalemme Rizzoli, pagg.211, € 18,00
DAL TESTO – “Gerusalemme fa girare la testa di chiunque. Fra la roccia e gli alberi neri, nel bruciare del sole del deserto o nel vento fresco che la sera accelera il sangue nelle vene, nella trimillenaria santità e nella permanente elettricità del conflitto. Per alcune parti ha la bellezza delle città che come Firenze contendono pietra per pietra il loro spazio a una natura abbarbicata, ammiccante, onnipresente, che segnala la sua primogenitura senza pudore. Alcuni angoli non riescono a scuotere via la polvere, la spazzatura accumulatasi sulla sua innata miseria; lungo Rekhov Yaffo che taglia tutto il centro si incontrano mendicanti profetici che a quaranta gradi di temperatura avanzano come zombie in lunghi cappotti di lana e cappelli di pelliccia della Polonia del XVI secolo. Ma le nuove costruzioni nella maggior parte e con alcune scandalose eccezioni brillano di intelligenza architettonica, di audacia nel trasferire al presente l'ispirazione del passato: la pietra e gli archi di Erode il Grande diventano malls e alberghi e negozi a Mamillah; la Moshavah Germanit, il Quartiere Tedesco che un tempo era la base dei Templari fuori le mura, tutta restaurata e rinnovata è un cestino di fiori; lo sbilenco e ambizioso ponte a tiranti all'ingresso della città suggerisce una perplessità, un punto interrogativo senza risposta. Le fanciulle che siedono nei caffè, curate nei particolari dell'abbigliamento sexy insieme alle amiche infagottate nei panni dell'esercito, parlano una lingua sofisticata e strascicata, che si capisce poco e che intendono soltanto i ragazzi. Ordinano yogurt con granola al Caffè Cafit, che, saltato per aria durahte la seconda Intifada, adesso brilla tutto ristrutturato.” L’AUTRICE – Fiamma Nirenstein è editorialista e inviata con sede a Gerusalemme per "il Giornale" e collabora con "Panorama". Presso Rizzoli ha pubblicato L'abbandono (2002), Islam: la guerra e la speranza. Intervista a Bernard Lewis (2003) e Gli antisemiti progressisti (2004).
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