Le regole della battaglia Stampa E-mail

Aa. Vv.

Le regole della battaglia

Morlacchi Editore, pagg.326, € 17,50

 

aavv_regolebattaglia  IL LIBRO – Le regole della guerra, frutto della secolare elaborazione filosofica e giuridica europea, esistono e sono universalmente riconosciute. Tuttavia dobbiamo constatare che molto spesso lo jus in bello, quando si confronta con il campo di battaglia, subisce una sorta di erosione scoprendo la sua intrinseca fragilità. La guerra è territorio della politica, dunque del negoziato e del pactum. La battaglia è la traduzione in atto della violenza, per sua natura incoercibile, pressoché impermeabile alle norme pattizie. Ogni battaglia, in un certo qual modo, scrive le sue regole, dettate dalla risultante di forze tra esse incongrue e contraddittorie che scaturiscono da comportamenti umani, eventi imponderabili, scelte irriflessive, valori, passioni. Porre la questione delle “regole della battaglia” significa affrontare, in contesti diversi, il problema dell’evanescenza delle limitazioni giuridiche alla violenza bellica quando queste si misurano con l’irruzione dell’aggressività, del terrore e della morte.

  DAL TESTO – “Una vera e propria teoria dell'urban warfare è stata […] sviluppata da Carlos Marighella (1911-1969), rivoluzionario marxista brasiliano noto per il suo Minimanual Of The Urban Guerrilla del 1969. Benché ritenga che la popolazione rurale sia centrale per la rivoluzione, egli pensa che il punto di inizio debba essere la città in cui sono presenti una pluralità di obiettivi facili (dai negozi alle banche, dagli uffici pubblici alle strutture logistiche, siano esse trasporti, luce o acqua, senza dimenticare stazioni della polizia, uffici statali o compagnie straniere) in mezzo a un'enorme popolazione. Cogliendo uno dei tratti più significativi delle guerre contemporanee, egli evidenzia come in città ogni attacco, anche di scarso valore o di piccola entità, venga amplificato dai media facendo così ottenere agli insorgenti uno dei loro principali obiettivi: pubblicità e risonanza mediatica che, in caso di attacchi a strutture internazionali, può raggiungere anche il mondo intero. Marighella si rifà alle più svariate tecniche del terrorismo: lettere bomba, omicidi politici, rapimenti mirati, proteste pilotate per ottenere una reazione eccessiva delle forze di sicurezza. L'unità base per condurre la guerriglia urbana è costituita dai "gruppi di fuoco" composti di quattro o cinque elementi. Il Brasiliano ritiene che la motorizzazione sia un fattore essenziale per la logistica e che gli insorgenti godano di quattro vantaggi: attacchi di sorpresa, una migliore conoscenza del terreno, una maggiore mobilità e velocità di spostamento, una migliore rete di informatori. Ovviamente la tattica della guerriglia urbana è intrinsecamente offensiva e, come la classica guerriglia, prevede azioni "mordi-e-fuggi". Gli attacchi devono essere lanciati da tutte le direzioni in una serie senza fine di azioni imprevedibili, in modo da non dare la possibilità alle forze regolari di concentrarsi […].”

  I CURATORI – Marco Di Giovanni è ricercatore presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Torino ed è docente di Storia dei crimini di guerra e di Storia delle istituzioni militari presso la Scuola Universitaria Interfacoltà in Scienze Strategiche. Si occupa principalmente di storia dei rapporti tra guerra, istituzioni e società in età contemporanea. Ha pubblicato lavori sui volontari italiani nella seconda guerra mondiale, sui rapporti tra le istituzioni scientifiche italiane e la preparazione alla guerra negli anni del fascismo, sull'immaginario bellico e la tecnologia nel Novecento.
  Cinzia Rita Gaza
è dottore di ricerca in Scienze Strategiche presso l'Università degli Studi di Torino con una tesi dal titolo Morire, uccidere. L'essenza della guerra. Come docente a contratto, ha insegnato Storia Contemporanea al Politecnico di Torino. È membro del Centro Interateneo di Studi per la Pace e della Società Italiana di Storia Militare e fa parte del comitato di redazione della rivista di studi internazionali "WARning". Sono di prossima pubblicazione due suoi saggi, I tre cerchi della guerra e La guerra e i suoi morti, ovvero, la porta stretta delle democrazie.
  Stefano Procacci
è dottore di ricerca in Rappresentazioni e Comportamenti Politici presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore. Ha svolto attività di ricerca presso il Copenhagen Peace Research Institute e presso il Dipartimento di Politiche Pubbliche e Scelte Collettive (POLIS) dell'Università del Piemonte Orientale "A. Avogadro". I suoi interessi si concentrano sul concetto di sicurezza internazionale e sulle forme e istituzioni della società internazionale, con particolare riferimento alla comparazione tra diversi modelli storici e culturali. Attualmente insegna Global Politics e Politiche Estere Comparate presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano).
  Gabriele Silvestrini
insegna Storia del pensiero politico presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università del Piemonte Orientale. È direttrice del Centro Interateneo di Studi per la pace. Fra le pubblicazioni recenti si segnalano Diritto naturale e volontà generale. Il contrattualismo repubblicano di Jean-Jacques Rousseau (2010), Justice, War and Inequality. The Unjust Aggressor and Enemy of Human Race in Vattel’s Theory of the Law of Nations, "Grotiana" (2010), traduzione e introduzione a J.-.J. Rousseau, Principi del diritto di guerra, "Filosofia Politica" (2012).

   INDICE DELL’OPERA – Una dichiarazione di intenti – Ringraziamenti - Parte I. Gli scenari della battaglia - Il campo di battaglia classico: Roma, lo ius gentium e le regole della guerra, di  Giovanni Brizzi - Vincitori e vinti. Guerra regolare e battaglie irregolari: via Rasella e Fosse Ardeatine, di Luigi Bonanate - Battaglie senza regole: le guerre civili, di Stefano Costalli - Il campo di battaglia urbano: il caso iracheno e le conseguenze sul pensiero strategico, di Andrea Beccaro - Parte II. Gli attori della battaglia - Soldati in combattimento: regole, terrore, aggressività, di Marco Di Giovanni - Attori armati nelle operazioni di pace, di Carlo Bellinzona - Il significato mutevole della morte sul campo di battaglia e le sue conseguenze per la vita dei civili, di Lorenzo Zambernardi - Parte III. I linguaggi della battaglia - L’onore del soldato, di Cinzia Rita Gaza - La funzione simbolica degli ostaggi, di Silvia Bottega - Un’area franca? Cattura e prigionia nelle guerre del Novecento, di Francesca Somenzari - Parte IV. La battaglia fra etica e diritto - Le regole della battaglia e il controllo delle armi, di Mario Vadacchino - Il medico militare e il paziente soldato: la bioetica militare di fronte alla violenza della guerra, di Maurizio Balistreri - La guerra come antitesi del diritto, di Enrico Peyretti – Conclusioni - Le regole della battaglia, il diritto della guerra e le vie della pace. Appunti per una conclusione, di Gabriella Silvestrini e Stefano Procacci - Note sugli autori