Atene sovietica |
Carlo Marcaccini Atene sovietica Della Porta Editori, pagg.272, € 18,00
IL LIBRO – In questo saggio Carlo Marcaccini, studioso dell’antichità, mostra come i pensatori socialisti tra Otto e Novecento si siano ispirati, nella loro visione rivoluzionaria, alla democrazia diretta del mondo classico. Come Robespierre e i rivoluzionari francesi guardavano con ammirazione a Roma repubblicana e a Sparta, così Marx e Lenin trassero ispirazione dalla democrazia del mondo primitivo e di Atene classica. DAL TESTO – “Atene non è l'unico paradigma implicito per i bolscevichi. Ci sono buoni motivi che a lume di naso potrebbero indurci a percorrere una via spartana nella ricerca dei modelli che ispirano i rivoluzionari russi. Innanzitutto il precedente giacobino. È Sparta il punto di riferimento dei montagnardi, con la sua disciplina militare, la sobrietà, il rigore morale, la fedeltà allo stato, l'educazione impartita ai fanciulli ecc. Non Atene, instabile, corrotta, dedita solo alla conquista e al commercio. Di Atene si ammira lo splendore artistico, non la stabilità politica né l'etica. I giacobini, come si sa, mutuano queste convinzioni dagli intellettuali dell'età moderna, in particolare da Mably e da Rousseau. Quale esempio migliore per chi vuole instaurare un regime in cui lo stato e la società, l'uomo e il cittadino si devono identificare? Un esempio nel quale il gruppo stesso alla guida delle milizie rivoluzionarie poteva trovare un prototipo di coesione, di purezza, di dedizione alla causa. Il miraggio spartano nella rilettura giacobina si adatta perfettamente ai bolscevichi, che dei giacobini vogliono completare il percorso. Eppure non troviamo nessun accenno esplicito al modello spartano. È vero che Bucharin quando parla dei bolscevichi li presenta come un manipolo di coraggiosi, come un pugno chiuso, una falange spartana, coperta di cicatrici. Ma questa definizione è per i bolscevichi un modo di autorappresentarsi come gruppo coeso in possesso di una vocazione speciale che li distingue dagli altri, quasi fossero una setta di iniziati più che una semplice élite. Allo stesso modo Lenin usa volentieri il termine “crociata” e nel 1918, un anno non a caso piuttosto critico (scioglimento dell assemblea costituente, pace di Brest-Litovsk, inizio della guerra civile, requisizioni dei raccolti, rottura con i socialisti rivoluzionari ecc.), non c'è articolo o discorso che non parli di ferrea disciplina o di ferreo potere degli operai. Si tratta di metafore e nulla di più. Quello che invece bisogna evidenziare sono i richiami al modello all'interno della teoria rivoluzionaria.” L’AUTORE – Carlo Marcaccini è uno storico dell’antichità. Ha conseguito due dottorati di ricerca presso l’Università di Bologna e presso l’Università di Udine. I suoi principali campi d’interesse sono l’etnografia antica, la civiltà greca arcaica e la democrazia ateniese. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo la monografia Costruire un’identità, scrivere la storia. Archiloco, Paro e la colonizzazione di Taso, Firenze 2001. Dal 2004 al 2007 è stato co-direttore della rivista Portolano adriatico. Rivista di storia e cultura balcanica. INDICE DELL’OPERA – Introduzione - Marx e la democrazia antica - 1. La polis come "finzione comunistica" - 2. Il comunismo come stato di natura - 3. Aristotele e la teoria del valore - 4. La questione democratica - 5. Oltre la lotta di classe - 6. L'autarchia della polis - 7. La teoria dello sviluppo fra passato e futuro - 8. Un nuovo classicismo - 9. Marx e la Russia - 10. I Quaderni etnologici - 11. Atene come agenda rivoluzionaria - Dall'antica Comune allo Stato comunista - 12. Le origini dello stato - 13. Lenin e la democrazia primitiva - 14. Gli automi di Efesto - 15. Il rinnegato Bucharin - 16. La variante spartana - 17. Il galateo comunista - 18. Famiglia e lavoro - 19. Eros in catene: Aleksandra Kollontaj - 20. Cittadini di razza - 21. Poena sine lege - 22. L'Eldorado dell'uguaglianza - 23. Atene sovietica - 24. Il modello esplicito – Epilogo – Note – Bibliografia - Indice dei nomi
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