La nascita della tragedia Stampa E-mail

Friedrich Nietzsche

La nascita della tragedia

Adelphi Edizioni, pagg.214, € 11,00

 

nietzsche_tragedia  IL LIBRO – Con La nascita della tragedia, sua prima opera, pubblicata nel 1876, Nietzsche appare subito nella sua unicità, ponendo al pensiero e alla vita nuove esigenze e nuovi criteri. In queste pagine si rivela, in una splendida orchestrazione musicale, dove il respiro wagneriano regola il flusso di una prosa inaudita nella lingua tedesca, quell’intuizione totale della civiltà greca – non accertamento storico, ma al contrario intenzionale riconquista di potenti categorie, quali l’apollineo e il dionisiaco, e, dietro a esse, della perduta saggezza tragica – che aveva guidato Nietzsche agli studi classici e resterà poi per sempre la sua stella polare: qui tale intuizione si presenta in una sorta di «iniziazione letteraria, dove il rituale misterico è sostituito dalla parola stampata». Forma di per sé azzardata e dissestante, sicché appare inevitabile che il libro provocasse grande scandalo nel mondo accademico; così avvenne, e fu un grande filologo, Wilamowitz, ad attaccare direttamente Nietzsche. Ma, anche per quanto riguarda la realtà storica, si può dire che il tempo ha agito in favore di Nietzsche: in questi cento anni, di fatto, il rigore filologico non può vantarsi di aver raggiunto grandi certezze sulle origini della tragedia greca – e, nella tenebra abbagliante di quegli inizi, certe singole osservazioni di Nietzsche e soprattutto la caratterizzazione del dionisiaco, che Nietzsche qui ha descritto per la prima volta nella sua opera, restano indispensabile riferimento.

  DAL TESTO – “In verità, rispetto all'interpretazione del mondo e alla giustificazione del mondo puramente estetiche, quali vengono professate in questo libro, non c'è contrasto più grande della dottrina cristiana, che è e vuol essere solo morale, e con le sue misure assolute, per esempio già con la sua veridicità di Dio, respinge l'arte, ogni arte, nel regno della menzogna - ossia la nega, la danna, la condanna. Dietro una siffatta maniera di pensare e di valutare, che deve essere ostile all'arte finché è in qualche modo schietta, io sentii sempre anche l'ostilità alla vita, la rabbiosa vendicativa avversione alla vita stessa: giacché ogni vita riposa sull'illusione, sull'arte, sull'inganno, sulla prospettiva, sulla necessità della prospettiva e dell'errore. Il cristianesimo fu fin dall'inizio, essenzialmente e fondamentalmente, nausea e sazietà che la vita ha della vita, nausea soltanto travestita, soltanto nascosta, soltanto mascherata con la fede in un'«altra» o «migliore» vita. L'odio contro il «mondo», la maledizione delle passioni, la paura della bellezza e della sensualità, un al di là inventato per meglio calunniare l'al di qua, in fondo un'aspirazione al nulla, alla fine, al riposo, fino al «sabato dei sabati» - tutto ciò, come pure l'assoluta volontà del cristianesimo di far valere soltanto valori morali, mi parve sempre la forma più pericolosa e sinistra di tutte le forme possibili di una «volontà di morte», o almeno un segno di profondissima malattia, stanchezza, di malessere, esaurimento, impoverimento di vita; giacché di fronte alla morale (soprattutto cristiana, cioè alla morale assoluta) la vita deve avere costantemente e inevitabilmente torto, dato che la vita è qualcosa di essenzialmente immorale - e la vita deve infine, schiacciata sotto il peso del disprezzo e dell'eterno «no», essere sentita come indegna di essere desiderata, come priva di valore in sé. La morale stessa, - ebbene, la morale non sarebbe una «volontà di negazione della vita», un segreto istinto di distruzione, un principio di decadenza, di discredito, di calunnia, un inizio della fine? E, conseguentemente, il pericolo dei pericoli?... Contro la morale si volse dunque allora, con questo libro problematico, il mio istinto, come un istinto che parla in favore della vita, e inventò una sistematica controdottrina e controvalutazione della vita, una valutazione puramente artistica, una valutazione anticristiana. Come chiamarla? Da filologo e da uomo delle parole la battezzai, non senza una certa libertà - giacché chi saprebbe l'esatto nome dell'Anticristo? - con il nome di un dio greco: la chiamai la valutazione dionisiaca.”

  L’AUTORE – Friedrich Nietzsche nasce a Röcken il 15 ottobre 1844, nella famiglia di un pastore protestante, ma rimane presto orfano del padre. Studia filologia classica a Bonn e a Lipsia sotto la guida di Friedrich Ritschl, che gli procura una cattedra di lingua e letteratura greca all'Università di Basilea, dove insegna per dieci anni, fino al 1879. (Qui conosce Richard Wagner diventandone presto amico). Nel 1872 Nietzsche pubblica il suo primo libro, La nascita della tragedia (respinto dall'ambiente accademico) e tra il '73 e il '76 le Considerazioni inattuali. I rapporti con Wagner si deteriorano perché Nietzsche vede nei suoi ultimi lavori un ritorno mascherato al cristianesimo e in Umano, troppo umano, pubblicato nel 1878, scrive il suo distacco da Wagner e da Schopenhauer. Dal 1879, costretto a lasciare la cattedra per motivi di salute, vive con una pensione datagli dall'università, tra la costiera francese e quella italiana e in Svizzera. Nel 1880 esce la seconda parte di Umano, troppo umano, che porta il titolo Il viaggiatore e la sua ombra; nel 1881 Aurora e nel 1882 La gaia scienza dove si legge la speranza del filosofo di insegnare all'umanità la strada verso un nuovo destino. Nello stesso anno si innamora di Lou Salomé che però respinge la sua proposta di matrimonio. Tra il 1883 e il 1884 scrive Così parlò Zarathustra (pubblicato soltanto nel 1891); nel 1885 Al di là del bene e del male e di seguito La genealogia della morale (1887); e poi, Il caso Wagner, Il crepuscolo degli idoli, L'anticristo, Ecce homo, Nietzsche contro Wagner nel 1888. Nel 1889 a Torino viene colto da un attacco improvviso di pazzia. Sopravvive a se stesso per più di dieci anni e muore, infine, a Weimar il 25 agosto 1900.

   INDICE DELL’OPERA – Nota introduttiva, di Giorgio Colli - La nascita della tragedia - Tentativo di autocritica - La nascita della tragedia dallo spirito della musica - Prefazione a Richard Wagner – Cronologia - Note