L’inchiostro dei vinti |
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Elisabetta Cassina Wolff L’inchiostro dei vinti Mursia, pagg.414, € 18,00
DAL TESTO – “La corrente sociale nel dopoguerra, in continuità con la sinistra fascista del regime, sosteneva non solo una democrazia corporativa basata sulla rappresentanza delle categorie del lavoro, ma anche un processo di selezione dal basso. La corrente intellettualistica-aristocratica partiva invece dal presupposto che ogni sovversione nella civiltà europea ebbe inizio proprio a partire dagli immortali principi della rivoluzione francese e rifiutava la democrazia in qualsiasi sua forma. Evola è l’autore che impersonò il principio aristocratico in base al quale una casta di «migliori», i difensori della Tradizione, ha il diritto di differenziarsi dalla massa e chiedere ad essa ubbidienza totale. Evola è anche l’autore che più di tutti gli altri espresse forte avversione nei confronti di messaggi tipicamente cristiani come la carità, l’amore verso i deboli e il rispetto della dignità della persona umana, indipendentemente dalle sue qualità, da cui deriva la dottrina dei diritti dell’uomo. Sebbene entrambe le correnti evidenziassero i dati di autorità, gerarchia e ordine, i neofascisti della corrente sociale dimostrarono una maggiore fiducia nella capacità di discernimento del singolo individuo e sottolinearono l’assunzione di responsabilità da parte del singolo all’interno del processo di selezione dal basso che doveva portare alla realizzazione di una democrazia rappresentativa corporativa. I neofascisti della corrente intellettualistica-aristocratica presupponevano invece un sistema di tipo elitario che avrebbe dovuto giustificare la superiorità di una classe o di una casta sulle altre. I giovani espressero un vero e proprio rifiuto della democrazia, politica o sociale, ritenuta sinonimo di livellamento, cosmopolitismo, materialismo, disorganizzazione, irresponsabilità e addirittura sovversione. Evola fece anche una netta distinzione tra l’individuo e la persona. L’individuo sarebbe l’uomo-atomo, mero numero, soggetto alle teorie dell’ugualitarismo, del giusnaturalismo e della democrazia quantitativa. La persona sarebbe invece l’individuo differenziato, che ha un suo specifico valore e dunque è diseguale. È l’uomo cui spettano una libertà differenziata, un diritto differenziato, una dignità differenziata, un diverso posto nella gerarchia del comandare e dell’obbedire. La persona e non l’individuo avrebbe dovuto essere parte integrante dello Stato organico.” L’AUTRICE – Elisabetta Cassina Wolff, nata a Torino nel 1969 e laureata nella stessa città in Filosofia Politica, si è trasferita in Norvegia nel 1994. Dopo aver conseguito un dottorato di ricerca in Storia, insegna Storia europea moderna e contemporanea presso l'Università di Oslo (Dipartimento di Storia). Ha pubblicato articoli su riviste norvegesi e internazionali su temi inerenti il neofascismo italiano e gli sviluppi politici in Italia dopo la scomparsa della Democrazia Cristiana e la nascita di Forza Italia. INDICE DELL’OPERA – Introduzione - Capitolo Primo. Fedeltà e autonomia - Capitolo Secondo. Valutazione, critica e recupero dell’eredità fascista - Capitolo Terzo. Uno sguardo sul passato recente e lontano - Capitolo Quarto. Sui sistemi politici liberaldemocratici e sulla Costituzione del 1948 - Capitolo Quinto. Una dottrina socio-economica alternativa - Capitolo Sesto. Sulla politica internazionale - Capitolo Settimo. La filosofia politica di Julius Evola e la sua influenza sulle nuove generazioni - Capitolo Ottavo. Alcune considerazioni sulle diverse correnti ideologiche del neofascismo italiano – Conclusione – Appendice - Appendice I. La Carta del Lavoro - Appendice II. Il Manifesto di Verona - Appendice III. Noi fascisti? - Note - Ringraziamenti - Indice dei nomi
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