Vite dei massimi condottieri Stampa E-mail

Cornelio Nepote

Vite dei massimi condottieri
Testo latino a fronte

Barbera Editore, pagg.LXX-567, € 14,90

 

nepote_vite  IL LIBRO – Il De viris illustribus è l'opera che con ogni probabilità inaugurò il genere biografico a Roma. Essa nasce dalla fusione tra l'attitudine quasi innata dei Romani verso la celebrazione dei maiores e l'esigenza nuova di un'analisi introspettiva, frutto dei tempi e delle influenze provenienti dalla tradizione culturale greco-ellenistica. Cornelio Nepote, in un'epoca di profonda crisi morale e politica, si rivolge ad un pubblico disorientato e confuso, plasmando le vite secondo un intento eminentemente pedagogico. Egli reinterpreta così la struttura formale dell'elogio, fondendo efficacemente retorica e storiografia.

  DAL TESTO – “Se avesse avuto una fortuna pari al suo valore, non sarebbe stato certamente più grande, ma più famoso e onorato, visto che giudichiamo gli uomini in base al loro valore e non alla fortuna. [2] Poiché infatti visse nell’epoca in cui i Macedoni erano al massimo del loro splendore, gli nocque molto il fatto di vivere in Macedonia essendo originario di una città straniera, e non gli mancò nulla, se non un’illustre discendenza. [3] Benché infatti potesse vantare origini nobilissime, i Macedoni mal sopportavano che egli fosse talvolta a loro anteposto, e tuttavia non potevano tollerarlo, visto che egli li superava tutti in solerzia, diligenza, perseveranza, sagacia e prontezza di spirito. [4] Quando era ancora molto giovane, divenne amico di Filippo, il figlio di Aminta, entrando in breve tempo in un rapporto di strettissima intimità con lui: ancora adolescente, già rifulgeva infatti per la indole virtuosa. [5] E così ne assunse il ruolo di segretario, che è considerato più onorifico presso i Greci che non presso i Romani. Mentre infatti presso di noi i segretari sono considerati così come sono in realtà, e cioè dei semplici stipendiati, tra i Greci invece a quell’incarico non è ammesso nessuno che non sia di nobile discendenza e che non abbia precedentemente dimostrato di essere leale e operoso, poiché qui i segretari vengono necessariamente fatti partecipi di ogni decisione importante.”

  L’AUTORE – Cornelio Nepote è un autore di cui si sa poco. Giunto a Roma verso il 70 a.C. dalla Gallia Cisalpina, dove era nato intorno al 100 a.C., vive il periodo più tormentato della repubblica lontano dal rutilante palcoscenico della vita pubblica, ma in contatto con le importanti personalità dell'epoca, fra cui specialmente Cicerone e Attico. Si dedica solo all'attività letteraria, con un particolare interesse per la storia romana, producendo una serie di opere imponenti che gli assicurano la stima dei suoi contemporanei. Con il De viris illustribus egli apre a Roma la strada al genere biografico, fissandone i criteri formali e l'ispirazione morale.

  LE CURATRICI - Annamaria Sebastiani, dottore di ricerca in Scienze dell'Antichità classica e cristiana e tecnico scientifico presso l'Università degli Studi di Foggia, si dedica a studi di storia della lingua latina, di letteratura latina e di ricezione e fortuna del mito antico.
  Federica Introna, docente di Lettere nei Licei e dottore di ricerca in Filologia greca e latina, si interessa in particolare di strategie argomentative, sia dal punto di vista della formulazione teorica sia dell'applicazione all'oratoria, con un approfondimento specifico dell'opera di Cicerone. Ha pubblicato saggi di retorica e di storiografia.

  INDICE DELL’OPERA – Prefazione – Introduzione - Bibliografia – Proemio - Milziade – Temistocle - Aristide – Pausania - Cimone – Lisandro - Alcibiade – Trasibulo - Conone – Dione - Ificrate – Cabria - Timoteo – Datame – Epaminonda - Pelopida – Agesilao - Eumene – Focione - Timoleonte – Re - Amilcare – Catone - Attico - Premessa alle note - Note