Negare l'evidenza Stampa E-mail

Daniela Bifulco

Negare l'evidenza
Diritto e storia di fronte alla "menzogna di Auschwitz"

Edizioni Franco Angeli, pagg.128, Euro 17,00

 

bifulco_negare  IL LIBRO – "La Shoah è una menzogna storica". Metamorfosi contemporanea dell'antisemitismo, la negazione del genocidio ebraico riaffiora con ritmo carsico nel discorso pubblico, nelle aule scolastiche e universitarie, nel circuito della libera espressione del pensiero, con buona pace della dignità delle vittime e dei superstiti di quella catastrofe.
  In molti ordinamenti giuridici, la reazione al negazionismo non si è fatta attendere: nel bilanciamento tra libertà di manifestazione del pensiero e tutela della memoria storica e della dignità umana, i legislatori hanno preferito accordare una più intensa garanzia a questi ultimi valori, qualificando come reato la manifestazione del pensiero negazionista.
  Ma può ritenersi legittima la pretesa del diritto di varcare la soglia della storia, fissando per legge il dovere di memoria e sanzionando chi osi "rivedere" i contenuti di quella memoria? Quali sono i confini tra negazionismo e revisionismo? È bene sottrarre la decisione circa questioni siffatte al dibattito politico e culturale per affidarla a legislatori e giudici?
  L'ordinamento italiano si è posto controvento rispetto all'Unione europea, ritenendo di non penalizzare il negazionismo. Dallo sfondo di tale scelta, in sé apprezzabile, emergono tuttavia incoerenze, rimozioni, fughe dalle responsabilità storiche, richieste indirette di esoneri e, in definitiva, le difficoltà della comunità politica italiana di fronte al proprio passato fascista.

  DAL TESTO – “[…] c'è un fenomeno, il negazionismo, più o meno diffuso nel vecchio Continente e altrove. C'è la risposta, quasi unanime, degli ordinamenti europei (spinti dalle posizioni dell'Unione europea che, a più riprese, tra il 1996 e il 2008, ha raccomandato agli stati membri di dotarsi di leggi antinegazioniste), nel senso della penalizzazione di quel fenomeno. C'è il dubbio, più che legittimo, di molti interpreti circa la bontà di una risposta siffatta, gravemente lesiva della libertà di manifestazione del pensiero e della libertà personale (visto che il reato è sanzionato con la reclusione), che implica - si dice - l'intrusione del metodo del giurista/giudice in quello dello storico e, più in generale, l'intrusione del diritto nella storia.
  “La quadratura del cerchio, nel tema in questione, è fuori portata: inutile illudersi che leggi e processi offrano la soluzione migliore al problema che è, e resta, oltremodo complesso. Il diritto ha il vizio di semplificare: interviene con articoli, commi, paragrafi e taglia in due. Decide. La sua "facilità" non semplifica, in realtà, un bel niente.”

  L’AUTRICE – Daniela Bifulco è professore associato di Diritto pubblico comparato presso la Seconda Università degli Studi di Napoli e ricercatore presso l'Institut des hautes études sur la Justice di Parigi. Ha scritto di libertà positive ( L'inviolabilità dei diritti sociali , Jovene 2003), di giustizia e di interpretazione giuridica (Il giudice è soggetto soltanto al "diritto" , Jovene 2008). Di A. Garapon, ha curato e tradotto Del Giudicare. Saggio sul rituale giudiziario (Cortina 2007) e Chiudere i conti con la storia. Colonizzazione, schiavitù, Shoah (Cortina, 2009).

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione (Un dubbio; Una possibile risposta; Il tema; Rilevanza attuale del tema; Quadro d'insieme e tesi) - Negazionismo/revisionismo (Negare, rivedere, giustificare; Il negazionismo è altro dalla "storicizzazione" di un evento; Il discrimine tra discorso revisionista e negazionista; Dal revisionismo alla negazione dei campi di sterminio; Interludio: legislazioni che puniscono la negazione come anche la giustificazione; "Storicizzare" fa rima con "giustificare"?; La "menzogna di Auschwitz" di fronte al giudice costituzionale tedesco; La distinzione tra "negazione" e "giustificazione" secondo il giudice costituzionale spagnolo; Qualche tassello in più sulla via della distinzione tra negazionismo e revisionismo) - Negare la Shoah (Sui motivi della particolare resistenza del discorso negazionista antiebraico; La tradizione antigiudaica cristiana; Il ribaltamento del principio di realtà: un'esemplificazione letteraria; Dell'"unicità" del genocidio ebraico. Rilevanza teorica e giuridica del problema; Il paradigma dell'unicità della Shoah. Il confronto con il genocidio armeno; Le ambigue sorti dell'unicità della Shoah nelle scelte normative dell'Unione europea e degli stati membri; Esoneri: l'eccezione italiana, dove il negazionismo non costituisce reato; Altri esempi di leggi sulla memoria storica; Esoneri all'italiana: una recente vicenda di risarcimenti mancati) - Negazionismo alla sbarra (Della pretesa intrusione del giudice nel mestiere dello storico; Il caso Zündel: la rinuncia al giudizio storico; Il caso Garaudy, dove si dà per consolidato il paradigma di Norimberga; La "menzogna di Auschwitz", o della differenza tra fatti e opinioni; La "menzogna di Auschwitz", ovvero la pretesa di verità insita nell'affermazione di un fatto; Rilievi conclusivi) – Conclusioni – Bibliografia - Indice dei nomi