Il libro dei simboli |
Matilde Battistini – Lucia Impelluso Il libro dei simboli Electa, pagg.503, Euro 24,00
IL LIBRO – Che cosa significa quel cardellino nella mano di san Giovannino dipinto di Raffaello? E il corallo appeso al collo di Gesù nella Madonna di Senigallia di Piero della Francesca? Come mai Van Dyck si ritrae accanto a un girasole? Per non dire del Tetramorfo che assale Edipo nel quadro di Gustave Moreau. L'arte occidentale è ricca di simboli, tratti dalla sapienza del passato, di cui spesso è andata persa la chiave di lettura ma che sono stati tramandati e giunti fino alla bottega degli artisti di ogni tempo. DAL TESTO – “I pittori hanno attinto dal vastissimo repertorio di simboli del passato immagini e codici rappresentativi di cui spesso si è persa la chiave di lettura. Questi codici sono parte integrante della struttura dell'opera e senza la loro conoscenza lo spettatore non è in grado di riconoscere quello che le immagini raccontano e il messaggio che esse vogliono comunicare. Il pensiero medievale riorganizza nella nuova concezione teleologica e religiosa del mondo i maggiori codici simbolici dell'antichità, operando una suddivisione netta tra i principi del bene e del male, ai quali vengono fatte corrispondere le figure fondamentali del pantheon cristiano. L'arte romanica è ricchissima di simboli tratti dal passato: alcuni chiaramente leggibili dai contemporanei, altri relegati nella categoria del demoniaco e del mostruoso, poiché divenuti incomprensibili nel corso del tempo. Il Rinascimento recupera la cultura classica attraverso la lettura e la traduzione dei manoscritti, scoperti dagli umanisti e divulgati attraverso l'invenzione della stampa. Questi testi riportano in Occidente tradizioni culturali antichissime, che risalgono alle civiltà mesopotamica, indoiranica ed egizia. Le "immagini simboliche" del XV e del XVI secolo sono state profondamente influenzate, oltre che dai miti dell'antichità greco-romana, anche dalla filosofia di Platone e dalle tradizioni ermetiche ed esoteriche derivate dalla cabala ebraica. All'interno di una concezione dell'opera d'arte come "seconda natura" e nuova cosmogenesi, gli artisti rinascimentali si sono serviti dei simboli alchemici per riproporre nelle loro opere le tappe fondamentali della creazione e dell'armonia del mondo, o per comunicare a una ristretta cerchia di "iniziati" (committenti, umanisti, pittori e letterati) la condivisione di importanti valori morali e conoscitivi.” LE AUTRICI – Matilde Battistini, critico d'arte, si occupa dei rapporti tra la filosofia e le arti nel Novecento. Ha pubblicato Picasso. L'opera di un genio (Mondadori 2001), Capolavori della mente, con Stefano Zuffi (Electa 2002). Ha collaborato con riviste specializzate come "ArteEstetica", "Informazione filosofica", "De Musica" e con periodici di informazione e approfondimento culturale tra i quali "Time Out Milano", "Count Down" e "Diario". Ha curato diverse pubblicazioni come Characteristica sensibilis: l'estetica del XVIII secolo e le sue conseguenze (Cuem, 1997), l'edizione italiana di E.H. Gombrich Sentieri verso l'arte (Leonardo Arte, 1997) e Magritte (Quadrifolio/Electa, 2000). INDICE DELL’OPERA - Introduzione - Tempo (M. B.) - Spazio (M. B.) - Uomo (M. B.) - Allegorie (M. B.) - Piante (L. I.) - Fiori e frutti (L. I.) - Animali (L. I.) - Apparati - Indice generale - Indice degli artisti
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