Autunno tedesco. Viaggio tra le rovine del Reich millenario |
Stig Dagerman Autunno tedesco. Viaggio tra le rovine del Reich millenario Lindau, pagg.137, Euro 12,00
IL LIBRO – Furono molti, nel 1946, i giornalisti che accorsero nella Germania della disfatta per vedere con i propri occhi e raccontare poi ai propri lettori come si viveva tra le rovine di quello che doveva essere il Reich millenario. Stig Dagerman arrivò il 15 ottobre e ripartì il 10 dicembre. Per tutto il viaggio raccolse una grande quantità di appunti che rielaborò in forma di articoli e successivamente presentò in volume. Quando Autunno tedesco fu pubblicato per la prima volta, nel 1947, la critica fu unanime nel riconoscerne l'alta qualità letteraria. Gli articoli di Dagerman erano opera di un poeta e si distaccavano nettamente dalla produzione giornalistica corrente. Colpiva in essi la descrizione acuta, nitida e diretta, di una situazione per molti versi estrema; la partecipazione appassionata alle sofferenze dei vinti, la volontà di comprenderne le ragioni, senza per altro consentire a nessun tipo di facile assoluzione, la libertà da ogni schema ideologico e da ogni preconcetto. Non rappresenta soltanto una straordinaria lezione di giornalismo: oggi si rivela anche, e soprattutto, come la terribile rappresentazione di un passato che, in tempi e luoghi diversi, non ha cessato di ripetersi.
DAL TESTO – “Nell’autunno del 1946 gli alberi della Germania sono rimasti spogli per la terza volta dopo il famoso discorso di Churchill sull’imminente caduta delle foglie. È stato un triste autunno, con pioggia e freddo, crisi di fame nella Ruhr e fame senza crisi nel resto del vecchio Terzo Reich. Per tutto l’autunno sono arrivati i treni che trasportavano i profughi dall’Est verso le zone occidentali. Gente vestita di stracci, affamata e indesiderata si accalcava nei bunker senza luce e maleodoranti delle grandi stazioni ferroviarie o in quei bunker giganteschi, alti e senza finestre, simili a gassometri quadrangolari, che si innalzano come enormi monumenti alla sconfitta nelle città tedesche rase al suolo. Nonostante il suo silenzio e la sua passiva sottomissione, questa gente, insignificante da un punto di vista esteriore, dava un’impronta di cupa amarezza a questo autunno tedesco. Diventava importante proprio per il fatto di arrivare, di non cessare mai di arrivare, e per il numero in cui arrivava. Forse non era a dispetto del suo silenzio che diventava importante, ma a causa di questo, perché niente di ciò che viene pronunciato appare tanto carico di minaccia come il non-pronunciato. La loro presenza era odiata e desiderata, odiata perché arrivando non portava con sé altro che la propria fame e la propria sete; desiderata perché rafforzava sospetti che alla gente piaceva avere, diffidenze che alla gente piaceva provare, una disperazione da cui la gente si lasciava volentieri ossessionare.”
L’AUTORE – Stig Dagerman nasce ad Älvkarleby, in Svezia, nel 1923. Attivo antinazista fin dall’adolescenza, collaborò con il giornale dei giovani anarchici «Storm» e quindi al quotidiano «Obertaren», dove scrisse di vari argomenti e soprattutto di cinema. Richiamato nell’esercito nel 1943, cominciò in questo periodo a scrivere il suo primo romanzo Il serpente (1945). Il 1946 fu l’anno del suo secondo romanzo, L’isola dei condannati, mentre nel 1947 diede alle stampe Autunno tedesco e la raccolta di racconti Giochi nella notte. Nel 1948 pubblicò il romanzo Ragazzo bruciato e nel 1949 la sua ultima opera, Le pene delle nozze. Si suicidò il 3 novembre 1954.
INDICE DELL’OPERA - Autunno tedesco – Rovine - Cimitero bombardato - La torta del povero - L’arte di scendere in basso - Gli indesiderati - I rivali - Generazione perduta - Il corso della giustizia - Fredda giornata a Monaco - Nel bosco degli impiccati - Ritorno ad Amburgo - Letteratura e sofferenza - Nota biografica - L’arte di arrivare troppo tardi il più in fretta possibile di Fulvio Ferrari |