Da Quarto al Volturno. Noterelle d'uno dei Mille |
Giuseppe Cesare Abba Da Quarto al Volturno Greco & Greco Editori, pagg.235, Euro 11,00
IL LIBRO – I primi confessori, guide spirituali e maestri di Giuseppe Cesare Abba sono stati, nel Collegio di Càrcare, i padri Scolopi Buccelli, Garassini, Leoncini, Canata che leggeranno le sue prime composizioni letterarie e che gli saranno amici per tutta la vita. Come per tante altre figure del Risorgimento i religiosi dei più svariati ordini contribuiranno a formare nelle giovani menti degli allievi quel che poi, nelle iconografie ufficiali arrivate sino ai nostri giorni e adattate ai tempi, si tradurrà in atti eroici, in sprezzo della vita, in cuori messi alla frusta dagli ideali. Le Noterelle di uno dei Mille, tuttavia, è qui riproposto fuori da tale contesto e, semplicemente, come un libro di natura conradiana, il racconto di chi rende partecipe il lettore di un'avventura che, solo per accidente, ha avuto luogo in un certo periodo storico dalle nostre parli e non nelle tenebrose lande africane percorse dai Bottego e dai Livingstone. Linguaggio a parte, quel che capita a 'uno dei Mille' rimanda senza tanti complimenti ai diaristi maggiori, moderni e antichi nella cui prosa, figure e sensazioni compiono fulminei raid sia nei territori del generale che in quelli del particolare riuscendo perfettamente a cogliere il quadro d'assieme attraverso l'apparente marginale e regalando al lettore gli splendidi agi della immedesimazione. DAL TESTO – “Entrai in un bugigattolo per bere una tazza di caffè, e vi trovai Bixio d'un umore sì nero, a vederlo, che me ne tornai indietro. E andai sulla piazza, dov'era un acquaiolo che andava dondolando la sua botticella come una campana, e vendeva bevande ai nostri che gli affollavano il banco. Egli guardava quei che bevevano con certi occhi, con certo riso, che mi pareva volesse avvelenare i bicchieri. M'allontanai anche di là, e incontrai il giovanotto, che conducemmo con noi da Marineo, trionfante con una scodella di latte per me. Mi porse quel latte, colle mani che gli tremavano dal piacere di avermelo trovato. L’AUTORE – Giuseppe Cesare Abba nacque a Cairo Montenotte (Savona) nel 1838. Dopo una prima formazione presso gli Scolopi, si iscrisse all'Accademia di Belle Arti di Genova. Nel 1860 si arruolò con Garibaldi partecipando alla spedizione dei Mille, esperienza fondamentale nella sua biografia, rievocata in molte delle opere. Nel 1862 si stabilì a Pisa; qui compose i due poemi In morte di Francesco Nullo (1863) e Arrigo. Da Quarto al Volturno (1866). Come garibaldino partecipò anche alla terza guerra di indipendenza (1866). Nel 1867 si stabilì a Cairo Montenotte ricoprendo incarichi nell'amministrazione del comune. In questi anni scrisse Le rive della Bormida nel 1794 (1875) e la prima stesura della sua opera più nota Noterelle d'uno dei Mille edite dopo vent'anni (1880). L'opera di Abba fu apprezzata da Carducci, che lo aiutò ad impiegarsi come professore di lettere nel liceo di Faenza. In questi anni scrisse i racconti raccolti in Montenotte, Dego Cosseria (1884) e Cose vedute (1887), oltre alla raccolta di versi Romagna (1887). Nel 1884 si trasferì a Brescia e si dedicò alla stesura di opere divulgative sulla storia garibaldina e manuali per la scuola e per l'esercito. Morì a Brescia nel 1910. INDICE DELL’OPERA - Da Quarto al Volturno. Commentario sulla rivoluzione in Sicilia (taccuino 1860) – Dizionario dei personaggi
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