Vox populi? |
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a cura di Enzo Fimiani Vox populi? Pratiche plebiscitarie in Francia, Italia, Germania Clueb, pagg.250, Euro 22,00
DAL TESTO – “L'appello al popolo implica il riconoscimento di una personalità giuridica e morale del popolo, distinta rispetto agli organi dello Stato a cui compete ordinariamente la funzione deliberativa; questo vale anche in contesti non democratici, cioè anche quando il popolo, di fatto, non è messo in condizione di esprimere una propria autonomia politica, e anche nelle situazioni in cui esso non viene usato come grimaldello per scardinare la legittimità delle istituzioni rappresentative esistenti (al modo di Luigi Napoleone) ed è invece chiamato in causa (alla maniera di Hitler) affinché conferisca un surplus di legittimità al supremo detentore del potere. Ora, l'ideologia e la cultura del fascismo vanno proprio nella direzione opposta, verso l'annullamento di qualsiasi dualità tra popolo e Stato. Per il fascismo la piena realizzazione del nuovo regime deve portare a una condizione in cui società e popolo risultino compiutamente statizzati, e un passaggio essenziale della ricomposizione organica fra Nazione-società-popolo e Stato è lo «svuotamento della rappresentanza generale» perseguito attraverso il mutamento della natura e delle funzioni del Parlamento. Nella visuale dei giuristi di palazzo già la riforma del 1928 andava nel senso della trasformazione della Camera «da luogo della rappresentanza a componente dello Stato»; ma è alla successiva istituzione della Camera dei fasci e delle corporazioni che viene demandata la compiuta attuazione, almeno per quel ramo del Parlamento, del principio dell'identità di popolo e Stato. Come verrà infatti notato criticamente a posteriori, il sistema dell'elezione plebiscitaria della Camera muoveva ancora «da presupposti non corrispondenti alla concezione fascista dello Stato», dal presupposto cioè «di un popolo ancora distinto dallo Stato, il quale, secondo i principi tradizionali della sovranità popolare, doveva informare secondo la propria volontà la composizione ed il funzionamento d'un organo costituzionale dello Stato». Il nuovo sistema, invece, era aderente alla realtà determinatasi nello Stato fascista, in cui il popolo era diventato «esso stesso un grandioso organismo statale».” IL CURATORE – Enzo Fimiani dirige la Biblioteca provinciale di Pescara e ha insegnato a lungo Storia contemporanea e Storia dei partiti politici nell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara. Tra le sue ricerche: Per una storia delle teorie e pratiche plebiscitarie nell’Europa moderna e contemporanea (Bologna, 1995); Guerra e fame. Il secondo conflitto mondiale e le memorie popolari (Lanciano, 1997); Nella patria ritrovata. Diario di un partigiano della Majella 1943-1944 (Chieti, 2003). INDICE DELL’OPERA – Vox populi plebiscitaria: una premessa, di Enzo Fimiani - Introduzione: «il breve e conclusivo monosillabo», di Enzo Fimiani - L'istituto plebiscitario in Francia. Appunti per un profilo storico (1792-1969), di Cristina Cassina - Alle origini del momento plebiscitario risorgimentale. I liberi voti di ratifica costituzionale e gli appelli al popolo nell'Italia rivoluzionaria e napoleonica (1797-1805), di Gian Luca Fruci - Un plebiscitarismo riluttante. I plebisciti nella cultura politica e nella prassi del fascismo italiano, di Leonardo Rapone - Il nazionalsocialismo: una «dittatura plebiscitaria»?, di Gustavo Corni - Indice dei nomi - Gli autori
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