Il crisantemo e la spada. Modelli di cultura giapponese Stampa E-mail

Ruth Benedict

Il crisantemo e la spada. Modelli di cultura giapponese

Laterza, pagg.378, Euro 20,00

 

benedict_crisantemo.jpeg  IL LIBRO - «Il crisantemo e la spada è un classico in virtù della sua lucidità intellettuale e stilistica. La Benedict era una scrittrice eccellente che spiegava idee complicate senza ricorrere al gergo tremendo degli addetti ai lavori. Lo stile, qualcuno direbbe, è un riflesso del carattere. Era una scrittrice di grande umanità e generosità di spirito. Pur essendo la descrizione di un nemico mortale approntata in tempo di guerra, questo libro, se letto oggi, forse potrebbe non offendere un lettore giapponese, anche qualora lui o lei fosse in disaccordo con alcune delle conclusioni dell’autrice. Nonostante i numerosi cambiamenti che hanno trasformato il Giappone e i giapponesi nel corso dell’ultimo mezzo secolo, c’è molto in questo libro che ancora suona vero.» Dalla Prefazione di Ian Buruma Commissionato all’autrice dall’Office of War Information degli Stati Uniti e pubblicato all’indomani di Hiroshima, questo saggio, divenuto presto il manuale-breviario delle forze americane di occupazione in Giappone, è il capolavoro di una tra i più brillanti antropologi dell’età contemporanea.

 

  DAL TESTO - "Per capire questa questione del merito, può essere utile per noi fare un parallelo con quello che avviene in America nel campo delle operazioni finanziarie, comprese le sanzioni previste per i trasgressori delle leggi sulla proprietà. La gente è obbligata a mantenere gli impegni assunti e non vi sono attenuanti per chi si appropria dei beni altrui, così come non si considera il fatto di pagare o meno il debito contratto con una banca collegato a una questione di impulsi personali e si ritiene il debitore responsabile dell'aumento degli interessi e della somma originaria presa a prestito. Invece, il patriottismo e gli affetti familiari, per esempio, vengono visti come appartenenti a tutt'altra sfera, in quanto l'amore è visto come un fatto emotivo, il cui valore aumenta, aumentando la spontaneità con cui viene dato. Il patriottismo, inteso come il fatto di porre gli interessi della propria patria sopra a tutto, è ritenuto un atteggiamento alquanto donchisciottesco, e del tutto incompatibile con la debolezza della natura umana, a meno che gli Stati Uniti non vengano attaccati dal nemico. Venendo a mancare il fondamentale postulato giapponese del grande debito contratto automaticamente da ogni essere umano per il fatto di essere stato messo al mondo, pensiamo che ogni individuo dovrebbe, in caso di bisogno, avere compassione dei propri genitori ed aiutarli, che non dovrebbe picchiare la moglie e che dovrebbe provvedere alle necessità dei propri figli. Non si considerano, però, questi doveri alla stregua di un debito pecuniario, né se ne trae un tornaconto come se si trattasse di una questione d'affari. In Giappone, invece, si considerano tutti questi comportamenti alla stessa stregua in cui si considera, in America, la solvibilità finanziaria e le sanzioni previste sono altrettanto severe di quelle previste in America per chi non paga i conti o non corrisponde gli interessi ipotecari. Per i Giapponesi si tratta, cioè, di questioni di cui non ci si deve preoccupare solo in casi di emergenza, come, ad esempio, in caso di una dichiarazione di guerra o di grave malattia dei genitori, ma sono cose che costituiscono una costante preoccupazione per ogni individuo indistintamente, paragonabile a quella di un piccolo agricoltore dello Stato di New York preoccupato per le ipoteche che gravano sul suo podere o a quella di un finanziere di Wall Street, che veda il mercato salire dopo aver venduto «allo scoperto»."

 

  L'AUTRICE - Ruth Benedict (1887-1948) esordisce giovanissima nella letteratura pubblicando poesie sotto pseudonimo. Si avvicina all’antropologia a 32 anni, quando si iscrive all’università. Dopo qualche anno si laurea alla Columbia University con Franz Boas, che la nomina propria assistente. Tra gli studenti che seguono i suoi corsi c’è Margaret Mead e tra le due donne si stabilisce un sodalizio intellettuale e umano che si interromperà solo con la morte della Benedict. Tra i suoi libri si ricorda Modelli di cultura (Milano 1960), edito nel 1934 e tradotto in più di venti lingue.

 

  INDICE DELL'OPERA - Prefazione di Ian Buruma - Ringraziamenti - I Il Giappone come oggetto di studio - II I Giapponesi e la guerra - III « Ognuno al proprio posto » - IV La riforma Meiji - V I debiti nei confronti del passato e del presente - VI La difficile impresa di ripagare l’« on » - VII Il modo più difficile di ripagare un debito - VIII Il dovere di cancellare il disonore - IX Le passioni umane - X Il dilemma della virtù - XI L’autodisciplina - XII L’educazione del bambino - XIII Il Giappone dal giorno della sconfitta – Glossario – Note - Indice dei nomi