Beneduce. Il finanziere di Mussolini |
Mimmo Franzinelli - Marco Magnani Beneduce. Il finanziere di Mussolini Mondadori, pagg.329, Euro 20,00
IL LIBRO - Durante il fascismo lo Stato acquisì un ruolo attivo nell'economia, che divenne a pieno titolo un sistema di economia mista, finalizzato primariamente al sostegno dello sviluppo industriale e alla salvaguardia della stabilità finanziaria. Il modello che allora prese forma è rimasto sostanzialmente intatto fino agli anni '90, divenendo un fattore cruciale nello sviluppo del nostro Paese. Artefice e protagonista assoluto di questo sistema è Alberto Beneduce. Agli albori del secolo Beneduce condivide con Francesco Saverio Nitti, di cui è intimo collaboratore, l'ambizione di modernizzare l'Italia. Nell'immediato dopoguerra è deputato socialriformista e nel 1921-22 ministro del Lavoro nel penultimo governo dell'Italia liberale. Nel frattempo presiede il Consorzio di credito per le opere pubbliche, primo gradino di una carriera folgorante. Quando le camicie nere marciano su Roma, Beneduce assiste attonito al crollo del suo mondo: la massoneria, di cui è uno dei maggiori esponenti, è disciolta, le opposizioni sono disperse e perseguitate. Pur restando antifascista, decide di abbandonare la politica per dedicarsi a tempo pieno alle istituzioni finanziarie, sostenuto dall'amicizia dell'influente capo della Banca d'Italia, Bonaldo Stringher. Mussolini, lungi dal penalizzare l'ex avversario politico, ne valorizza le straordinarie qualità e stringe con lui un patto fiduciario che non verrà mai meno. La scalata di Beneduce non conosce soste: è alla guida dei più importanti istituti economico-finanziari, dall'Istituto di credito per le opere di pubblica utilità alla Bastogi, ed è negoziatore internazionale nella battaglia per "quota 90" su diretto mandato del duce. Nel 1933, al culmine della grande crisi che scuote l'Europa, Beneduce è chiamato da Mussolini alla presidenza di un nuovo ente pubblico, l'iri , che acquisisce il patrimonio industriale fino ad allora controllato dalle grandi banche appena liquidate. Alla testa di numerosi enti pubblici retti da regole privatistiche ma controllati dallo Stato, cumula un potere oggi inimmaginabile. Il duce protegge il suo dittatore economico e non esige retroattive abiure politiche. Fra il 1939 e il 1940 Beneduce, in precarie condizioni di salute, abbandona gradualmente le sue cariche. Muore poco prima della liberazione di Roma, ma il sistema di economia mista da lui creato, metà privato e metà pubblico, sopravviverà al fascismo e fornirà un impulso determinante al decollo economico del secondo dopoguerra, sino alla liquidazione dell'iri e al processo di privatizzazione attuato negli anni '90. La violentissima crisi che ha colpito i mercati mondiali nel 2008 ha tuttavia aperto la strada a una riconsiderazione dell'azione dello Stato nell'economia, riaccendendo i riflettori sul "sistema Beneduce".
DAL TESTO - "Nel dicembre 1933 il presidente dell'IRI presenta a Mussolini un rapporto sulla situazione bancaria che muove da una dettagliata analisi dei bilanci della Commerciale e del Credito Italiano e corona mesi mesi di riflessioni cui hanno partecipato anche la Commerciale e, con ruolo più marginale, la Banca d'Italia.Le conclusioni del rapporto indicano la necessità di sanare le perdite pregresse, ricostituire il capitale azionario delle banche senza procedere a smobilizzi effettivi in denaro, limitare le attività delle banche al comparto a breve termine, trasferire all'IRi le partecipazioni industriali e i crediti verso le imprese. Affermata l'opportunità che i tre grandi istituti creditizi rimangano nell'orbita pubblica, si deve individuare l'ente cui trasferire la proprietà".
GLI AUTORI - Mimmo Franzinelli, studioso del fascismo, è autore di numerosi libri, fra cui: I tentacoli dell'Ovra (Bollati Boringhieri 1999) e, da Mondadori, Delatori (2001), Le stragi nascoste (2002), Squadristi (2003), Guerra di spie (2004), Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza, 1943-1945 (2005), L'amnistia Togliatti (2006), Il delitto Rosselli (2007). È inoltre autore, con Valerio Marino, del libro fotografico Il duce proibito (Mondadori 2003). Nel 2002 gli è stato conferito il Premio internazionale Ignazio Silone. Marco Magnani è autore di importanti monografie di economia industriale e di storia economica, fra cui L'industria fra capitale e lavoro (con Fabrizio Barca, il Mulino 1989), Alla ricerca di regole nelle relazioni industriali (in Storia del capitalismo italiano, Donzelli 1997), Culture economiche e sviluppo (in Storia economica d'Italia, Laterza 2003). Dal 1982 economista alla Banca d'Italia, attualmente dirige il Servizio statistiche economiche e finanziarie nell'ambito dell'Area ricerca economica e relazioni internazionali.
INDICE DELL'OPERA - Introduzione - I. L'ascesa di un funzionario nell'Italia liberale - II. Tecnico o politico? - III. Il padrone della finanza - Note - Bibliografia - Fonti iconografiche - Ringraziamenti - Indice dei nomi |