La mezzaluna e la svastica. I segreti e l'alleanza tra il nazismo e l'Islam radicale Stampa E-mail

David G. Dalin - John F. Rothmann

La mezzaluna e la svastica. I segreti e l'alleanza tra il nazismo e l'Islam radicale

Lindau, pagg.272, Euro 24,00

 

david_rothmann_mezzaluna.jpg  IL LIBRO - La sconfitta dell’Impero ottomano durante la prima guerra mondiale segnò la fine del Califfato. Dopo secoli di trionfi e conquiste, l’Islam usciva sconfitto sul piano politico e militare. La Palestina era sotto mandato britannico. Gli ebrei di tutto il mondo vennero incoraggiati a raggiungere la loro «Terra promessa» in vista del futuro Stato ebraico. Gerusalemme, sette secoli dopo le Crociate, non era più «Dar al-Islam».

  In questo contesto, nel 1921, Hag ’Amin al-Husayni venne nominato mufti di Gerusalemme e divenne il più importante leader islamico del Medio Oriente. Ma chi era questo personaggio, così poco conosciuto in Occidente? A giudizio di Dalin e Rothmann, al-Husayni fu l’assoluto protagonista della nascita del moderno fondamentalismo islamico e della lotta armata (’intifadah) contro gli ebrei condotta oggi da numerose organizzazioni terroristiche islamiche. Personalità insieme affascinante e spaventosa, oratore incendiario, rampollo di una delle più notabili famiglie arabe della Palestina (ma dal curioso aspetto «occidentale»: aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri), al-Husayni fu un visionario crudele che in nome del nazionalismo arabo e dell’antisemitismo strinse un’alleanza tattica con il nazismo in forza della quale 100.000 musulmani combatterono come volontari nelle divisioni tedesche. Tra i più accesi sostenitori della Soluzione Finale, si macchiò direttamente di atti feroci quale il sabotaggio dei negoziati tra i nazisti e gli Alleati per la liberazione di prigionieri tedeschi in cambio della fuga verso la Palestina di 4000 bambini ebrei destinati alle camere a gas.

  Dopo la guerra, scampato a Norimberga, al-Husayni si divise tra l’Egitto, dove rinsaldò i rapporti con Sayyid Qutb e Hasan al-Bannah, rispettivamente il teorico e il fondatore dei Fratelli musulmani, e Beirut, dove pose sotto la sua ala protettiva un giovane che negli anni successivi diventerà un protagonista della politica mediorientale: Yasir ‘Arafat. Sulla base di una documentazione vasta e rigorosa e di numerosi documenti inediti, Dalin e Rothmann offrono il ritratto definitivo del «Führer del mondo arabo», ricostruiscono nei minimi dettagli la sua partecipazione alla guerra al fianco di Hitler e forniscono un importante contributo alla comprensione del passato e del presente del fondamentalismo islamico.

 

  DAL TESTO - "Negli anni '30 Hag' Amin al-Husayni continuò a sobillare la violenza contro gli ebrei di Palestina, fino a quando non lasciò il Paese nel 1937. Allo stesso periodo risalgono le sue prime aperture verso il nuovo regime nazista in Germania. Alla fine del marzo 1933, poco dopo l'ascesa al potere di Hitler, al-Husayni aveva infatti avvicinato il console generale tedesco a Gerusalemme, il dottor Heinrich Wolff, offrendo i suoi servigi, un'offerta che avrebbe ripetuto più e più volte agli ufficiali nazisti negli anni successivi. Nel gennaio 1937 il «New York Times» riportò una dichiarazione del muftī che spiegava la sua propensione ad allearsi con Hitler , riconducendola al nemico comune che Islam radicale e Germania nazista condividevano: «Combattiamo il sionismo in Palestina, che è appoggiato dagli inglesi», furono le sue parole. «Che cosa conta chi ci spalleggia o con chi ci alleiamo se questo ci aiuta a raggiungere i nostri obiettivi. [...] Non ci importa con chi dobbiamo schierarci». Noi, arabi e tedeschi, «abbiamo un nemico comune, gli inglesi e gli ebrei». Nel 1938, dopo la vergognosa capitolazione a Monaco del premier britannico Neville Chamberlain davanti a Hitler, la aperture di al-Husayni alla Germania furono ricambiate ufficialmente e formarono la base di una nascente alleanza islamico-nazista".

 

  GLI AUTORI - David G. Dalin è docente di storia americana presso la Stanford University. Autore di numerosi volumi, collabora regolarmente con le riviste «Commentary», «First Things» e «The Weekly Standard».

  John F. Rothmann insegna alla University of San Francisco. Autore di numerosi volumi, svolge un’intensa attività di conferenziere sui temi della politica estera americana.

 

  INDICE DELL'OPERA - Ringraziamenti - Prefazione - 1. Appuntamento con il destino - 2. La genesi della jihad moderna: Hag Amin al-Husayni, il nazionalismo palestinese e la nascita dell’Islam radicale - 3. Complici di genocidio. Sulla strada verso Berlino, aprile-novembre 1941 - 4. Il muftī sogna a occhi aperti: e se le Germania avesse conquistato la Palestina e la Gran Bretagna? - 5. Il ritorno del muftī in Medio Oriente - 6. Un mandato per l’odio: Hag Amin al-Husayni e l’islamizzazione dell’antisemitismo - 7. L’eredità del muftī: l’odio antiebraico, la jihad e il terrore - Cronologia della vita del muftī - APPENDICE. CORRISPONDENZA E DOCUMENTI - Lettera del mufti a Hitler, 20 gennaio 1941 - Risposta di Hitler al muftī, 8 aprile 1941, da Freiherr von Weizsäcker - Memorandum di un funzionario presso il Segretariato del Ministro degli Esteri - Il diario del muftī sull’incontro con Hitler - Ribbentrop promette al muftī di distruggere il focolare nazionale ebraico - Testo dei telegrammi inviati da Himmler e Ribbentrop al mufti il 2 novembre 1943 - Il muftī chiede di vietare l’immigrazione ebraica come gesto di favore nei confronti degli arabi - Il muftī propone una legione araba a Himmler - Affidavit del dottor Rudolf Kastner a Norimberga - Dossier sulla collaborazione di re Faruq d’Egitto con i nazisti e con il muftī loro alleato - Bibliografia - Indice dei nomi