Catechismo dei Diritti divini nell'ordine sociale. Gesù Cristo, Maestro e Re! |
A. Philippe Catechismo dei Diritti divini nell'ordine sociale. Gesù Cristo, Maestro e Re! Edizioni Amicizia Cristiana, pagg.86, Euro 7,50
In questi tempi di grande e universale apostasia, quasi più nessuno parla della Regalità Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo. Risulta, dunque, oltremodo encomiabile la pubblicazione da parte delle Edizioni di Amicizia Cristiana di questo importante Catechismo dei Diritti divini nell'ordine sociale scritto da A. Philippe con presentazione di Mons. Marcel Lefebvre. In qualità di essere sociale - si legge nel testo - "l'uomo deve avere come meta suprema Dio. Sostenere il contrario significherebbe affermare che l'uomo trova il fine della Società nella Società stessa, atteggiamento che costituirebbe un'idolatria. ma le Società come tali non passano all'Eternità. È evidente che esse trovano il loro fine ultimo nel fatto che l'intelligenza e la volontà degli individui giungono a Dio dentro e tramite le società". Ogni politica, dunque, "deve essere sottomessa a Dio. Quale che sia il senso attribuito al termine politica, bisogna riconoscere in ciò che esprime una realtà subordinata a Dio. Inoltre, è soprattutto a tale proposito che occorre applicare la teoria del fine ultimo precedentemente esposta. Non possiamo mai dimenticare che l'uomo è sulla terra per prepararsi alla Beatitudine Eterna. Tutte le istituzioni divine o umane hanno come fine ultimo la Gloria di Dio e la salvezza delle anime. Pertanto, tutte le istituzioni sociali, tutte le azioni e le direttive politiche devono tenere conto di questa verità fondamentale, cioè che l'uomo non è fatto per questo mondo ma per l'Eternità. Le Costituzioni dei popoli, le loro legislazioni, le disposizioni giuridiche, amministrative o altro, devono prendere in considerazione innanzitutto e soprattutto il fine ultimo dell'intera esistenza umana. Ogni politica, così come le altre realtà, in ragione di questo obiettivo finale, deve essere conforme alla Legge Eterna di Dio, al Credo e al Decalogo". La condizione fondamentale della Regalità Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo "consiste nella volontà formale della Santa Trinità di accordare a Gesù Cristo Uomo un vero e assoluto potere regale. Non si tratta dei diritti del Verbo di Dio, che sono infiniti, ma dei Diritti e dei Poteri che Dio dà alla Santa Umanità assunta dal Verbo". "In virtù del Suo potere supremo - aggiunge A. Philippe -, Gesù Cristo deve agire su ogni uomo in modo da essere in ogni realtà, per ognuno, Via, Verità e Vita. In virtù di questo stesso potere supremo che Gli conferisce piena autorità su ogni Società e su ogni Autorità, egli dovrà necessariamente agire in modo che, da una parte, nessuna autorità impedisca a Gesù Cristo di essere Via, Verità e Vita e, dall'altra, che ogni autorità e ogni società concorrano effettivamente a far sì che Gesù Cristo costituisca per tutti Via, Verità e Vita". L'Autore spiega, poi, che, riguardo a quanto esposto sopra, "l'errore al tempo stesso più pernicioso e irriducibile è quello in virtù del quale non vi è e non vi può essere, per l'individuo e per le società, verità imposta, ovvero esistente. Dunque, di fatto e di diritto, non vi è e non vi può essere né verità né errore. la conseguenza strettamente logica è che non vi è né bene né male, né diritto né giustizia. Tutti i diritti vengono accordati allo stesso titolo sia all'errore sia alla verità, sia al bene sia al male". Bisogna invece affermare, forte e chiaro, che "l'errore e il male non hanno diritto alcuno né nell'Ordine sociale né nell'Ordine individuale; alla Verità e al Bene solamente spettano tutti i Diritti; di conseguenza, bisogna sopprimere come direttive dalla Costituzione dei Popoli e dalla Legislazione quei diritti vantati dalle Nazioni quali Diritti dell'Uomo, ma che non lo sono; questi andranno sostituiti con i diritti di Dio, di Gesù Cristo e della Sua Chiesa; tutta la Società dipende da Dio, secondo una dipendenza suprema e assoluta, dunque deve essere a Lui sottomessa". |