L'intellettuale antisemita |
a cura di Roberto Chiarini L’intellettuale antisemita Marsilio Editori, pagg.244, Euro 20,00
IL LIBRO – Il Fascismo fu razzista per vocazione o per convenienza? Le leggi razziali del 1938 furono l’esito di un’ideologia autoritaria spinta al suo estremo dalla disumanizzazione della «guerra civile europea» o l’approdo inesorabile di un movimento impegnato nella realizzazione di un progetto totalitario di conquista della società e di eliminazione genocidiaria dei nemici? Dopo un lungo silenzio – quasi una rimozione – la cultura italiana si sta da qualche tempo applicando per trovare risposta a questi interrogativi, cercando in particolare di chiarire le responsabilità che un intero paese ebbe, a diverso titolo, nella promozione e nel sostegno di una cultura antiebraica. In questa prospettiva, cruciale fu il ruolo svolto dagli intellettuali: un ceto sempre strategico nella formazione dell’opinione pubblica, ma decisivo in un regime autoritario. In questo libro, autorevoli studiosi dell'antiebraismo e della cultura italiana nel Ventennio quali Cristina Baldassini, Giovanni Belardelli, Roberta Cairoli, Annalisa Capristo, Alberto Cavaglion, Emanuela Costantini, Francesco Germinario, Claudia Mantovani, Renato Moro, Gianni Scipione Rossi, Maurizio Serra confrontano i loro diversi orientamenti.
DAL TESTO – "Assai più rilevante di quello degli «integrali» fu [...] il contributo che venne all'antisemitismo dall'inatteso riaffermarsi del cattolicesimo nel mondo delle lettere. In questa nuova «letteratura cattolica», in cui molti erano i transfughi da altre religioni e confessioni o i convertiti dall'ateismo, un posto non secondario assunse difatti un certo antisemitismo, anche questa volta, essenzialmente culturale. Come nel caso degli inglese Gilbert K. Chesterton e Hilaire Belloc, o di un Georges Bernanos in Francia, anche in quello di Domenico Giuliotti e Giovanni Papini in Italia l'antisemitismo appariva ormai chiaramente indirizzato, sul terreno della Kulturcrisis, ai temi della decadenza della cristianità e dell'esaurimento delle fonti spirituali della civiltà. Nella visione dei nuovi scrittori cattolici spesso grandeggiava la considerazione dell'ebraismo come un vero fermento di decomposizione della civiltà moderna".
IL CURATORE – Roberto Chiarini, presidente del Centro studi e documentazione sul periodo storico della Repubblica sociale italiana, insegna storia contemporanea all'Università Statale di Milano. Per Marsilio ha pubblicato, tra l'altro, Destra italiana. Dall'Unità d'Italia a Alleanza Nazionale (1995) e 25 aprile. La competizione politica sulla memoria (2005).
INDICE DELL’OPERA - Prefazione, di Stefano Folli - L'antisemitismo nell'ideologia fascista, di Giovanni Belardelli - La cultura cattolica e l'antisemitismo, di Renato Moro - Eugenetica e antisemitismo, di Claudia Mantovani - L'antisemitismo al femminile, di Roberta Cairoli - Gli intellettuali italiani di fronte alla cacciata dei colleghi ebrei da università e accademie, di Annalisa Capristo - Antisemitismo e leggi razziali nelle enciclopedie, di Cristina Baldassini - La cultura italiana del dopoguerra di fronte allo sterminio degli ebrei, di Alberto Cavaglion - Sir Oswald Mosley e l'antisemitismo anglosassone, di Maurizio Serra - Antisemitismo e totalitarismo: il caso Céline (1937-1944), di Francesco Germinario - Evola e la leggenda dell'antisemitismo «spirituale», di Gianni Scipione Rossi - L'antisemitismo in Romania: il caso Mircea Eliade, di Emanuela Costantini - Indice dei nomi |