Siri. Tradizione e novecento Stampa E-mail

Nicla Buonasorte

Siri. Tradizione e novecento

il Mulino, pagg.448, Euro 30,00

 

buonasorte_siri.gif  IL LIBRO – Il percorso biografico di Giuseppe Siri, figura fondamentale della chiesa italiana del Novecento, è sicuramente un osservatorio privilegiato per seguire le vicende della storia ecclesiastica e della storia politica nell'Italia repubblicana. La sua vita si intrecciò con i momenti e i personaggi maggiori di una complessa stagione religiosa e civile, a partire dagli anni del fascismo fino alla caduta del comunismo. Le vicende di cui fu protagonista vanno lette dunque sullo sfondo dei grandi movimenti e degli scontri che caratterizzarono la vita della chiesa e della società nel dopoguerra. Dal 1946 al 1987 austero pastore di una grande città industriale, Genova, Siri fu assai vicino a Pio XII. Uomo di governo al centro degli snodi della struttura ecclesiastica, durante il pontificato di Giovanni XXIII venne chiamato a presiedere la neonata Conferenza Episcopale Italiana. Dotato di una spiccata capacità di intrecciare rapporti e relazioni in ambienti diversi, Siri cercò in ogni modo di mantenere alla chiesa quegli spazi di indirizzo politico che riteneva vitali in un paese cattolico, opponendosi con forza all'apertura a sinistra. Il concilio Vaticano II lo vide impegnato nella lotta contro quelle innovazioni che giudicava pericolose per il futuro della chiesa e del papato, in particolare nel campo ecclesiologico e in quello liturgico. Gli anni del postconcilio segnarono il lento tramonto della sua visione, che cercò tuttavia di preservare almeno nella sua diocesi. Questo volume, basato su una ricca documentazione archivistica finora inesplorata, rivela i tanti volti del personaggio e offre, nel centenario della nascita, quella ricostruzione biografica attesa e indispensabile per comprendere la complessità di un cristiano e di un vescovo che più volte lambì il papato senza mai raggiungerlo.

 

  DAL TESTO – "A ridosso della chiusura del concilio, al ritorno in diocesi Siri delineò il suo bilancio del Vaticano II ed enucleò quelle che furono poi negli anni seguenti le linee guida del suo pensiero, tanto per la ricezione locale quanto per il giudizio sull'andamento generale della chiesa nel mare aperto del postconcilio. Il cardinale si premurò di sottolineare che «le mutazioni riguardano solo gli strumenti, talune modalità, uno stile congruo all'epoca in cui viviamo [...]; c'è stato un aggiornamento, nessun rinnegamento» ed aggiungeva lapidariamente che «il concilio nulla ha mutato nel proprio campo». La continuità diventò la chiave di lettura alla quale ridurre ogni tentativo di intepretazione e di applicazione dei documenti finali e delle indicazioni che giungevano di volta in volta dagli organismi preposti all'attuazione delle necessarie riforme, in primo luogo di quella liturgica".

 

  L’AUTRICE – Nicla Buonasorte, formatasi nelle Università di Genova e del Sacro Cuore di Milano, si occupa della storia della chiesa e dei suoi rapporti con la società del Novecento. Attualmente collabora con la Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII di Bologna e con l'Università di Modena e Reggio Emilia. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo "Tra Roma e Lefebvre. Il tradizionalismo cattolico italiano e il concilio Vaticano II" (Roma, Studium, 2003) e, in questa stessa collana, "Araldo del Vangelo. Studi sull'episcopato e sull'archivio di Giacomo Lercaro a Bologna, 1952-1968" (Bologna, Il Mulino, 2004).

 

  INDICE DELL’OPERA - Ringraziamenti - Abbreviazioni e sigle - I. La formazione di un prete - II. A Genova dalla guerra alla vigilia del concilio - III. Unità della Chiesa e disciplina dei cattolici - IV. Alla ricerca della politica cristiana - V. Il concilio Vaticano II - VI. Dopo il concilio: la resistenza - VII. L'attuazione del concilio - Indice dei nomi