La biblioteca di Hitler. Che cosa leggeva il Führer |
Timothy L. Ryback La biblioteca di Hitler. Che cosa leggeva il Führer Mondadori, pagg.272, Euro 19,00
IL LIBRO - Che libri leggeva il giovane soldato portaordini Adolf Hitler, durante i brevi momenti di tregua, nelle fangose trincee della prima guerra mondiale? Da dove trasse l'ispirazione per scrivere il Mein Kampf? E con quali letture vegliò insonne nelle ultime, angosciose notti passate nel bunker di Berlino, quando la capitale del Terzo Reich era ormai ridotta a un cumulo di macerie? Grazie a una lunga e appassionata ricerca fra titoli introvabili, pagine gualcite dall'uso e dal tempo, e le testimonianze di chi condivise la sua tragica e sciagurata avventura, Timothy W. Ryback ripercorre la vita e la carriera politica del Führer attraverso i libri che ne sostanziarono le idee e le passioni, i pochi dubbi e le incrollabili certezze. E i risultati sono a dir poco sorprendenti. Si scopre, infatti, che quest'uomo dedito all'azione, di formazione scolastica lacunosa e di ortografia incerta, fu un lettore vorace e onnivoro, che si vantava di leggere un volume a notte. Alla fine arrivò a collezionarne oltre sedicimila, custoditi prevalentemente nelle sue residenze private a Berlino, Monaco e sull'Obersalzberg. Ammonticchiati sugli scaffali convivevano in apparente promiscuità i romanzi popolari di indiani e cowboy di Karl May, i saggi filosofici di Fichte e Schopenhauer, le profezie di Nostradamus, biografie di sovrani tedeschi e prussiani come l'ammiratissimo Federico il Grande, i gialli di Edgar Wallace, trattati di occultismo, astrologia e magia ma anche di armi e balistica, libelli antisemiti, guide turistiche, manuali di architettura, pittura, religione, testi di alimentazione vegetariana e prontuari vari, compreso un libretto intitolato L'arte di diventare oratore in poche ore. E non mancavano diverse copie dei capolavori più amati, come Robinson Crusoe (nel quale Hitler percepiva "lo sviluppo dell'intera storia dell'umanità"), Don Chisciotte, La capanna dello zio Tom. La maggior parte di questi libri sono andati perduti o dispersi, ma quelli superstiti vengono minuziosamente indagati da Ryback riga per riga, per scovare sottolineature, glosse e note di lettura del Führer, o dediche sui frontespizi di quelli ricevuti in dono, insomma tutti gli indizi che consentano di arricchire il ritratto interiore del leader politico tedesco che mise a ferro e fuoco l'Europa e che, subito dopo la morte, è stato imbalsamato nello stereotipo del genio del male. Malgrado tutto quanto è stato detto e scritto su Hitler e il Nazionalsocialismo, in ogni lingua e in ogni paese, forse è proprio questo viaggio fra i libri della biblioteca privata di un uomo semicolto che può condurci alle vere radici di quelle suggestioni letterarie, filosofiche, culturali da cui trasse origine e alimento la più radicale ideologia totalitaria del ventesimo secolo.
DAL TESTO - "Fu certamente più noto per aver bruciato i libri che per averli collezionati, e tuttavia quando morì, all'età di cinquantasei anni, ne possedeva oltre sedicimila. Era una collezione imponente, con prime edizioni delle opere di filosofi, storici, poeti, commediografi e narratori. "I libri rappresentavano per lui il «Pierio fonte», la metaforica sorgente di conoscenza e ispirazione. Da quella fonte bevve a grandi sorsi, placando la sua insicurezza intellettuale e nutrendo le sue fanatiche ambizioni. Leggeva voracemente, almeno un libro ogni notte e talvolta di più, stando alle sue stesse parole. «Quando una persona dà, deve anche prendere» disse una volta «e io dai libri prendo ciò che mi serve». "[...] Giudicava Shakespeare superiore a Goethe e a Schiller sotto ogni aspetto. Mentre il primo aveva alimentato la propria immaginazione con le forze proteiformi dell'emergente impero britannico, i due drammaturghi poeti teutonici avevano sprecato il loro talento in storie su crisi della mezza età e su rivalità tra fratelli. Perché mai - si chiese in un'occasione - l'illuminismo tedesco ha prodotto Nathan il saggio, la storia di un rabbino che riconcilia cristiani, musulmani ed ebrei, mentre è toccato a Shakespeare offrire al mondo Il mercante di Venezia e Shylock?".
L'AUTORE - Timothy W. Ryback è cofondatore e condirettore dell'Institute for Historical Justice and Reconciliation a L'Aia, e lavora per l'Académie diplomatique internationale di Parigi. Studioso dell'Olocausto e autore di articoli di argomento storico per "The Atlantic Monthly", "The New Yorker" e "The New York Times", ha pubblicato The Last Survivor: Legacies of Dachau (1999).
INDICE DELL'OPERA - Prefazione. L'uomo che bruciava i libri - Libro primo. Letture al fronte, 1915 - Libro secondo. Il mestiere di mentore - Libro terzo. La trilogia hitleriana - Libro quarto. Il filosofo perduto - Libro quinto. Guerre di libri - Libro sesto. Ispirazione divina - Libro settimo. Letture al fronte, 1940 - Libro ottavo. La storia della seconda guerra mondiale vista da Hitler - Libro nono. Aspettando il miracolo - Postfazione. Il destino dei libri - Appendici - Fonti bibliografiche - Ringraziamenti - Fonti iconografiche - Indice dei nomi |