Pascendi Dominici Gregis. Sugli errori del modernismo |
S. S. San Pio X Pascendi Dominici Gregis. Sugli errori del modernismo Edizioni Cantagalli, pagg.136, Euro 13,50
In occasione del centesimo anniversario dell'enciclica Pascendi Dominici Gregis di San Pio X, le Edizioni Cantagalli ne hanno encomiabilmente ripubblicato il testo in una nuova traduzione. La Pascendi, pubblicata l'8 settembre 1907, è conosciuta come l'enciclica contro gli errori del modernismo: essa contiene un'analisi approfondita delle sette metamorfosi che il pensatore modernista può assumere (filosofo, credente, storico, critico, teologo, apologista e riformatore) e propone sette rimedi per combattere quella che definisce la ''sintesi di tutte le eresie''. Nella Premessa, Mons. Luigi Negri, Vescovo di San Marino-Montefeltro, confessa di essere "rimasto quasi sgomento" nel leggere le proposizioni fondamentali condannate dal decreto Lamentabili pubblicato in aggiunta al testo della Pascendi: "le proposizioni fondamentali, tutte chiaramente in contrasto con la Dottrina cattolica, hanno costituito in questi ultimi vent'anni il contenuto anche esplicito di tante pubblicazioni teologiche ed esegetiche e hanno sicuramente influenzato l'insegnamento in facoltà teologiche e in seminari". La contestualizzazione storica dell'enciclica viene ricostruita nell'Introduzione dal Prof. Roberto De Mattei, il quale spiega che il "modernismo può essere definito come il più radicale tentativo di "deellenizzare" il Cristianesimo, ossia di "liberarlo" dalle sue fondamenta metafisiche, espresse soprattutto dalla teologia e dalla filosofia scolastica di derivazione platonica e aristotelica". Esso "si proponeva [...] di trasformare il Cattolicesimo dall'interno, lasciando intatto, nei limiti del possibile, l'involucro esteriore della Chiesa". Nella Pascendi, infatti, i modernisti vengono definiti come "i più dannosi fra i nemici della Chiesa, perché [...] essi non macchinano i loro progetti distruttivi al di fuori di essa, ma al suo interno; di conseguenza il pericolo si annida nelle stesse vene e nelle viscere di Essa, causandoLe un danno ancora più grave, poiché essi La conoscono meglio. Inoltre non puntano la scure verso i rami o i germogli, ma direttamente alla radice, cioè alla Fede e ai suoi elementi più profondi". Il modernismo - si legge ancora nell'enciclida di S. S. San Pio X - rappresenta "la sintesi di tutte le eresie. [...] se qualcuno si fosse proposto di concentrare il succo e il sangue di tutti gli errori che sono stati espressi fino a ora sulla fede, non avrebbe certo potuto far meglio di quel che hanno fatto i modernisti. Anzi, questi si sono spinti tanto più oltre che [...] hanno distrutto non solo il Cattolicesimo, ma qualsiasi altra religione. Così si spiega il consenso ricevuto dai razionalisti: perciò quei razionalisti che parlano in maniera più franca e aperta si rallegrano di avere nei modernisti gli alleati più efficaci". Contro "questo torrente di gravissimi errori", San Pio X prescriveva - come si accennava poc'anzi - sette rimedi. Per prima cosa, era necessario porre la filosofia scolastica, in particolare quella di san Tommaso d'Aquino, "a fondamento degli studi sacri". Bisognava, poi, controllare i Seminari e le Università in modo da tenere lontano "dall'incarico di rettore o di insegnante, senza riguardi di sorta, chiunque sia in alcun modo infetto dal modernismo: e se rivesta già tale incarico, ne sia subito rimosso". Si doveva, quindi, "impedire che scritti infetti dal modernismo o a esso favorevoli, se sono già stati pubblicati, vengano letti". Tuttavia, non è sufficiente "impedire la lettura o la stampa dei libri cattivi; è necessario impedirne anche la stampa". In margine al testo dell'enciclica, oltre al già ricordato Decreto Lamentabili sane exitu, è pubblicato il Giuramento antimodernista. |