La Grande guerra e l'origine dei totalitarismi Stampa E-mail

Mario Gonnella

La Grande guerra e l'origine dei totalitarismi

De Ferrari, pagg.224, Euro 18,00

 

gonnella_grandeguerra.jpg  IL LIBRO - La partecipazione delle masse alla vita politica si presenta alla ribalta della storia con la Rivoluzione francese e si sviluppa nel XIX secolo attraverso il liberalismo e la nascita del socialismo moderno. E' un esordio carico di promesse che si realizza però nel XX secolo attraverso la fascinazione delle moderne "mitologie politiche" che sfociano a loro volta nell'affermazione dei sistemi totalitari.

  La catastrofe che si abbatte sull'Europa nel 1914 manda in frantumi il mito del progresso, distruggendo quello che ancora persisteva dell'antica civiltà e consegnando l'individuo al nichilismo, tratto caratteristico delle moderne società industriali nelle quali l'uomo è subordinato alla macchina e condotto verso l'individualismo più spinto. Proprio negli esiti della Grande guerra si ritrovano le origini dei sistemi totalitari del '900 che hanno avuto l'ambizione di ricostruire una "società comunitaria" in contrasto con l'individualismo borghese, mentre hanno realizzato l'annullamento totale dell'individuo e la sua subordinazione a "fini superiori" che non rispondevano più ad un'etica religiosa né alla morale.

  La fine del Secondo conflitto mondiale ha favorito la semplificazione a posteriori del quadro politico ma, analizzando i fermenti dell'epoca, si può intuire come quegli avvenimenti siano stati il frutto dell'intricato concatenarsi di idee, interessi, malesseri e tendenze, spesso anche di segno apparentemente contrario.

 

  DAL TESTO - "Il Mussolini del 1919 non è più ormai socialista, tuttavia egli si colloca in una posizione di concorrenza con il Partito socialista, come del resto dimostrano i contenuti del programma. I suoi progetti miravano ancora ad un blocco delle sinistre interventiste anche perché il movimento dei fasci raccolse in concreto uno scarso numero di adesioni tanto che lo stesso Mussolini pensò di accantonarlo. [...]

  "I fatti dell'aprile 1919 quando esponenti dei Fasci devastarono la sede del Partito socialista milanese nel corso di una intera giornata di scontri che si conclusero con quattro morti, avevano del resto ormai scavato un solco incolmabile tra Mussolini e il Partito socialista. Il fallimento elettorale, l'isolamento all'interno della sinistra, il modesto apporto dei Fasci all'impresa fiumana di D'Annunzio spinsero Mussolini a cercare a destra il suo spazio. Dopo la sconfitta elettorale del 1919, che non consentì neanche a Mussolini di ottenere un seggio in Parlamento, il fascismo restava tutto sommato un movimento marginale".

 

  L'AUTORE - Mario Gonnella si è laureato in giurisprudenza presso l’Università di Genova nel 1978 con una tesi sugli "Statuti criminali della Repubblica di Genova". Attualmente lavora come dirigente presso la Regione Liguria. Ha sempre coltivato l'interesse per la storia, approfondendo in particolare la storia europea della prima metà del '900.

 

  INDICE DELL'OPERA - Premessa - Parte prima: Il nazionalismo - Parte seconda: La rivoluzione in Russia - Parte terza: Il fascismo - Parte quarta: Il nazismo - Parte quinta: Il totalitarismo - Parte sesta: L'antifascismo - Parte settima: Le origini del pensiero moderno - Bibliografia