L'assedio della Mecca. La rivolta dimenticata, la nascita di Al Qaeda e la genesi del terrore Stampa E-mail

Yaroslav Trofimov

L'assedio della Mecca. La rivolta dimenticata, la nascita di Al Qaeda e la genesi del terrore

Newton Compton Editori, pagg.286, Euro 18,90

 

trofimov_mecca.jpg  IL LIBRO - Il 20 novembre del 1979 l’attenzione del mondo è concentrata su Teheran e sulla crisi degli ostaggi americani, entrata ormai nella terza settimana. Quella mattina, la prima di un nuovo secolo per i musulmani, centinaia di fondamentalisti occupano il massimo luogo sacro dell’Islam, la Moschea della Mecca. Guidati da un predicatore di nome Juhayman al Uteybi, i ribelli, che tengono in ostaggio oltre centomila fedeli, accusano la famiglia reale saudita di essere divenuta schiava degli americani e auspicano il ritorno a un Islam rigido e inflessibile. Il sanguinoso assedio della Mecca dura due settimane, infiamma la rabbia dei musulmani nei confronti degli Stati Uniti e provoca centinaia di morti. La famiglia reale saudita, nonostante l’appoggio degli USA, si dimostra incapace di gestire la situazione mentre dall’Iran l’ayatollah Khomeini pianifica l’assalto alle ambasciate del “grande Satana” americano in Pakistan e in Libia. Solo l’intervento dei servizi segreti francesi consente di uscire dall’empasse, ma l’Arabia Saudita finisce per cedere alle richieste dell’integralismo fermando il processo di modernizzazione e sostenendo l’esportazione del ramo violento dell’Islam nel mondo. Questa storia, che ha avuto conseguenze pesantissime, è stata a lungo nascosta dietro un muro di omertà, che ora Yaroslav Trofimov tenta di abbattere con questo straordinario volume. Coinvolgente e ricco di suspense come un thriller, L’assedio della Mecca fa luce su una verità scomoda: il seme dell’odio che ha portato, tra l’altro, agli attacchi dell’11settembre, è germogliato in Arabia Saudita ed è stato annaffiato con il petrolio.

 

  DAL TESTO - "Sotto i minareti, anche i sauditi - che capivano bene i dialetti locali - ebbero difficoltà a comprendere che cosa stesse accadendo. Il pianto delle donne, i colpi di tosse degli anziani e lo scalpiccio dei piedi nudi riempivano il cortile della Grande Moschea, producendo un brusio carico d'ansia. Molti stranieri tra le decine di migliaia di ostagginon parlavano neanche una parola di arabo, e se ne stavano paralizzati in mezzo a quel tumulto, chiedendo spiegazioni ai connazionali più istruiti in una moltitudine di lingue.

  "I cospiratori, che avevano considerato i problemi linguistici, erano decisi a faris comprendere. Ben presto raggrupparono i pellegrini pakistani e indiani da una parte della moschea, con un ribelle di origine pakistana che traduceva in urdu ai compatrioti perplessi gli annunci che venivano diramati.

  "Quando i fedeli spaventati si acquietarono in uno stato di attenzione attonita il misterioso gruppo dichiarò che, ormai, la sua autorità si estendeva ben al di là della Grande Moschea, fino alla capitale commerciale dell'Arabia Saudita e alla seconda delle due città sacre del paese. «La Mecca, Medina e Gedda sono ormai nelle nostre mani», affermarono i ribelli mediante il sistema di amplificazione del santuario, un sistema talmente potente che le loro parole riecheggiarono in tutta la zona centrale della Mecca".

 

  L'AUTORE - Yaroslav Trofimov nasce a Kiev nel 1969. Viaggia molto sin da bambino. Ha lavorato come reporter negli USA, in Francia e nell’ex URSS prima di attraversare e conoscere il Medio Oriente dove impara l’arabo e l’ebraico. Dal 1999 è corrispondente del «Wall Street Journal».

 

  INDICE DELL'OPERA - Personaggi principali - Introduzione - Epilogo - Nota per i lettori - Ringraziamenti - Indice analitico