Saggio sull'esotismo. Un'estetica del diverso. Pensieri pagani |
Victor Segalen Saggio sull’esotismo. Un'estetica del diverso. Pensieri pagani Edizioni Scientifiche Italiane, pagg.128, Euro 10,50
IL LIBRO – Filosofo allievo di Nietzsche, poeta allievo di Rimbaud, medico in Polinesia, archeologo in Cina, Victor Segalen (1878-1919) rappresenta oggi un punto di riferimento ineludibile per ogni riflessione non conformista e non banale sulle diversità culturali e sulla loro salvaguardia in un mondo sempre più omogeneo e uniforme. Alla coraggiosa critica del colonialismo occidentale (ad opera di missionari, mercanti e funzionari) nel periodo della sua massione espansione, Segalen unisce lo sdegno per la facilità con cui i popoli colonizzati si sono lasciati conquistare e sedurre dai colonizzatori, rinunciando alle loro tradizioni e al loro memoriale - uno tra i primi pensatori europei a denunciare il pericolo della omologazione culturale ("il Regno del Tiepido") e a rivendicare l'importanza della bellezza "del grande fiume Diversità". Egli ha previsto, senza riuscire a scongiurarla, l'attuale "orgia di comprensione" politica e psicologica dell'Altro. Convinto, mezzo secolo prima di Lévi-Strauss, che "...la diversità delle culture umane è dietro noi, attorno a noi e davanti a noi", Segalen si è battuto contro alcuni miti indiscussi della modernità (Eguaglianza, Integrazione, Progresso) in difesa di un esotismo non redimibile, di una non negoziabile Alterità.
DAL TESTO – “Prima di tutto, sgomberare il terreno. Gettar via ciò che la parola “esotismo” contiene di rancido e di mistificato. Spogliarla di tutti i suoi orpelli: la palma da cocco e il cammello; casco coloniale, pelli nere e sole giallo… E, nello stesso tempo, sbarazzarsi di tutti quelli che li adoperarono con becera facondia. Non si tratterà, quindi, né dei Bonnetain, né degli Ajalbert, né dei programmi delle agenzie Cook, né dei viaggiatori frettolosi e verbosi… Che sgombero nauseabondo! In seguito, spogliare la parola “esotismo” della sua accezione puramente tropicale, geografica. L’esotismo non è dato solo nello spazio, ma anche nel tempo. E arrivare molto rapidamente a definire, a fissare la sensazione dell’Esotismo. La quale altro non è se non la nozione del differente; la percezione del Diverso; la conoscenza che qualcosa non è se stessa; e il potere d’esotismo, cioè la facoltà di concepire altro. Una volta arrivati al progressivo restringersi di una nozione apparentemente così vasta da poter comprendere il Mondo e i Mondi; una volta liberata dalle scorie innumerevoli, dalle sbavature, dalle macchie, dai fermenti e dalle muffe che un così lungo uso – e tante bocche, tante mani prostituite e turiste – vi avevano lasciato; una volta in possesso di questa nozione allo stato di idea chiara e ben viva: lasciarle riprendere carne, e come un germe, questa volta puro, permetterle di svilupparsi liberamente, con gioia, senza impacci e senza sovraccarichi, finché non s’impadronisca di tutte le ricchezze sensoriali e intelligibili che incontrerà nel suo espandersi e finché, gonfiandosi di tutto, a sua volta non abbellisca e rivivifichi tutto”.
INDICE DELL’OPERA – L’esotismo di Victor Segalen, di Valentino Petrucci – Saggio sull’esotismo – Dal 1904 alla partenza per la Cina nell’aprile 1909 – In Cina dal 1909 al 1914 – 1916-1917-1918 – Allegato – Nota al testo – Pensieri pagani – Nota bio-bibliografica |