Le categorie politiche del diritto. Carl Schmitt e le aporie del moderno Stampa E-mail

Riccardo Cavallo

Le categorie politiche del diritto. Carl Schmitt e le aporie del moderno

Bonanno Editore, pagg.204, Euro 16,00

 

aporiedelmoderno.jpg  IL LIBRO – Tra i diversi nuclei concettuali che costellano la riflessione di Carl Schmitt quello del rapporto tra diritto e politica è senza dubbio non solo uno dei più rilevanti ma anche quello che offre allo studioso contemporaneo maggiori opportunità di sviluppare riflessioni e spunti critici anche sull’attuale dibattito filosofico–giuridico europeo. La rilevanza di tale rapporto emerge a fortiori quando si trattano alcuni concetti-chiave del lessico schmittiano quali popolo, potere costituente, decisionismo e katéchon. Perciò l’Autore, attraverso il fecondo intreccio tra ricostruzione storica e attualità politica, ha scelto di rileggere in maniera problematica il rapporto tra politica e diritto proprio attraverso l’analisi di tali concetti, cercando di mettere in evidenza le loro implicazioni giuridiche, filosofiche e politiche. Da ciò emerge come l’intera riflessione schmittiana, lungi dall’essere una rievocazione nostalgica della tradizione è, in realtà, la rappresentazione tragica del Moderno e delle sue insolubili aporie.

 

  DAL TESTO – “Gli interrogativi sollevati dalla Sentenza Maastricht e dal successivo dibattito tratteggiato nelle pagine precedenti rimangono ancora oggi senza una risposta definitiva, a fortiori dopo il no referendario che ha messo a nudo ulteriormente le debolezze intrinseche ad un’idea d’Europa strettamente correlata al formalismo dei diritti e soprattutto al paradosso di una Costituzione senza Popolo. “Un paradosso – secondo quanto affermato da Pietro Barcellona – che non si riesce a decifrare se non si lega all’inspiegabile arretramento di un intero ceto intellettuale che ha volutamente rinunciato a misurarsi con la sostanza politica dei problemi e con la dura realtà del rapporto tra forza e diritto” . In modo particolare, il problema del deficit democratico derivante dall’inesistenza di un “popolo europeo”, inteso non alla stregua di un blocco sociale omogeneo ma come soggettività complessa – come realisticamente osservato da Grimm - sicuramente non può essere risolto dalla teoria dell’universalismo dei diritti di matrice habermasiana”.

 

  L’AUTORE – Riccardo Cavallo è assegnista presso l’Università degli Studi di Catania. Già dottore di ricerca in Profili della Cittadinanza nella costruzione dell’Europa, collabora con le cattedre di Filosofia del Diritto e Metodologia della Scienza Giuridica presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo catanese. La sua tesi dottorale si è aggiudicata nel 2005 il Premio di filosofia “Viaggio a Siracusa”. Si occupa del concetto di popolo nella cultura europea, tema sul quale ha pubblicato vari saggi in diverse riviste scientifiche.

 

  INDICE DELL’OPERA – Presentazione, di Antonio Cantaro – Introduzione – Parte I. Popolo, Potere Costituente. Carl Schmitt e la crisi del processo costituente europeo – 1. Introduzione - 2. La disputa tra Grimm e Habermas sul concetto di popolo – 3. Il “popolo” negli scritti weimariani di Schmitt – 4. Le implicazioni politiche – 5. Conclusioni. Volontà popolare e democrazia plebiscitaria – 1. Introduzione – 2. Stato, movimento, popolo – 3. Schmitt e il nazionalsocialismo (cenni) – 4. La costruzione triadica dell’unità politica – 5. Considerazione conclusive – Parte II. Katéchon, decisionismo. Jacob Taubes: Schmitt, un freno alla deriva nichilistica – 1. Introduzione – 2. Carl Schmitt: pensatore apocalittico? – 3. Taubes e Schmitt: in divergente accordo – 4. Brevi cenni sulla figura del Katéchon nella riflessione schmittiana – 5. Conclusione. Franco Pierandrei: Schmitt, alla ricerca di una decisione fondativa – 1. Introduzione - 2. Schmitt, Cantimori e il neoidealismo – 3. Pierandrei e la cultura fascista – 4. Decisionismo e pensiero dell’ordinamento concreto – 5. Conclusioni – Bibliografia