Segreti di stato. Le verità di Amos Spiazzi |
Sandro Neri Segreti di stato. Le verità di Amos Spiazzi Aliberti editore, pagg.240, Euro 18,00
IL LIBRO – Parla il generale custode dei misteri d'Italia e della Rosa dei Venti. «Di ogni strage conoscono ruoli e responsabilità i mandanti e gli esecutori. Quindi un bel gruppo di persone per ogni singolo episodio. Credo però che molto, anche se non tutti i dettagli, sapessero anche gli uomini di governo di quegli anni». Amos Spiazzi, generale di brigata Si occupa oggi di intermediazioni immobiliari, ma veste ancora con la divisa, come ha fatto per quasi cinquant’anni. Monarchico, è il militare che più di ogni altro ha avuto una carriera anomala, con diciannove procedimenti giudiziari a carico, sei anni di carcerazione preventiva e tutte assoluzioni. Ma chi è davvero il generale di brigata Amos Spiazzi, già membro dell’Os, l’Organizzazione di Sicurezza dell’Esercito, protetta da codici militari e attiva fin dagli anni Sessanta? Chi è quest’uomo, arrestato già nel ’53 durante i moti di Trieste e che poi ha conosciuto via via tutti i personaggi più rappresentativi della destra eversiva? Che ha fatto parte della Rosa dei Venti, che bloccò con una telefonata il golpe Borghese, chiamando direttamente il Principe Valerio, che era ricoverato in ospedale il giorno della fuga di Kappler, il boia delle Fosse Ardeatine? E che, ancora, nonostante fosse sotto processo divenne collaboratore dei servizi segreti? In questa straordinaria intervista di Sandro Neri, Spiazzi, lungi dall’essere un “Charles De Gaulle di provincia” come lo ribattezzarono i giornali, dimostra come fu invece uomo all’interno dei gangli del potere nazionale. E oggi, per la prima volta, racconta la storia ancora oscura della Repubblica, dai leader di Ordine Nuovo che frequentavano il suo Circolo Culturale “Carlo Magno”, alle strategie della tensione. Dalla strage di piazza Fontana a quella alla questura di Milano, dalla strage di Bologna per cui si dice convinto dell’accidentalità dell’episodio, fino al ruolo di Gladio. Con conclusioni sconcertanti «Resto convinto che i morti e l’orrore di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia, del treno Italicus e della stazione di Bologna siano serviti alla cosiddetta Prima Repubblica per varare leggi eccezionali e misure poliziesche necessarie a sconfiggere, insieme al terrorismo rosso, il pericolo comunista e, in secondo luogo, per avere un alibi per bollare come stragista la destra radicale. Non è pensabile che la lotta al comunismo in Europa sia stata impostata dai singoli governi. Era, invece, il risultato di una scelta strategica americana che riguardava tutto il continente».
DAL TESTO – “Andavate anche voi a comprare i testi di Evola alla libreria di Pino Rauti? “Sì, io li avevo tutti. Li conservo tuttora tranne quelli che mi hanno sequestrato ai tempi dell’inchiesta sulla Rosa dei Venti. Alcuni li ho anche ricomprati. Non sono solo un appassionato di Evola: sono un suo studioso. “Condivideva i principi di Evola? “Alcuni sì. Amo molto, per esempio, l’Evola di Gli uomini e le rovine e quello degli ultimi scritti. Reputo il suo Rivolta contro il mondo moderno un testo fondamentale. “Può spiegare perché? “Una buona parte del pensiero evoliano coincide con i miei principi tradizionali, organici, ghibellini. Io però sono per uno Stato ispirato ai principi cristiani o, meglio, cattolici; Evola no. Inoltre non mi piaceva il suo fatalismo un po’ anacronistico. Ne era rimasto lui stesso vittima. A Vienna, dove si era trasferito durante l’ultima guerra, in nome del fato aveva creduto di poter passare indenne anche attraverso i bombardamenti. Aveva sfidato la sorte e una scheggia l’aveva ferito alla spina dorsale, costringendolo per il resto della sua vita su una sedia a rotelle. “Evola teorizza il tradizionalismo integrale. In questo si riconosceva nel suo pensiero? “Il tradizionalismo integrale è un richiamo totale, completo alla tradizione europea, vale a dire ai valori che hanno animato il nostro continente e ispirato tutta la sua civiltà. Parlo del periodo di tempo che va dagli antichi romani fino all’avvento del cristianesimo e alle trasformazioni le cui conseguenze sono giunte fino ai giorni nostri. Tradizione che è andata gradualmente affievolendosi sotto le spine della rivoluzione francese, del positivismo, del relativismo, ma che ha avuto una parziale ripresa con il fascismo. Evola era convinto che prima o poi sarebbe risorta, ma solo dopo il crollo dell’interno sistema. Cosa che, mi permetto di dire, sta avvenendo nella nostra epoca col disgregamento del concetto di famiglia, con la messa in crisi della visione religiosa del mondo e della vita, con la perdita d’identità dei popoli. Chissà che, arrivati a questo punto, non sia giunto il momento di guardare con speranza alla risalita… “
L’AUTORE – Sandro Neri, giornalista, vive e lavora a Milano.
INDICE DELL’OPERA – Prefazione – Introduzione – Ufficiale “I” – La notte dei fuochi – Operazione “Tora-Tora!” – La Rosa dei Venti – Segreto militare – Morte a Milano – Bologna e altri misteri – Cronologia essenziale – Ringraziamenti |