Acca Larentia. Asfalto nero sangue |
Massimiliano Morelli Acca Larentia. Asfalto nero sangue Bradipolibri, pagg.112, Euro 10,00
IL LIBRO – La strage di via Acca Larentia, a Roma, ha rappresentato una delle pagine più drammatiche durante il cosiddetto periodo degli anni di piombo. Tre ragazzi, attivisti di destra più o meno impegnati in politica, vennero uccisi nel corso di un pomeriggio interminabile, intriso di lacrime e sangue. La data, il sette gennaio del 1978, un giorno come tanti altri. Francesco Ciavatta, Franco Bigonzetti e Stefano Recchioni furono assassinati in momenti diversi: due rimasero a terra colpiti dalle pallottole sparate dagli antagonisti di sinistra, sul terzo fece fuoco un rappresentante delle Forze dell’Ordine. I misteri su quelle vite spezzate restano tali ancora oggi. Perché proprio loro divennero i bersagli di rivalsa in quell’assurda guerra fra estremisti? Perché nessuno riuscì a fermare le mani assassine? Nel libro l’autore, Massimiliano Morelli, ha tratteggiato quei momenti, cercando particolari offuscati da memorie labili o completamente sconosciuti, aggiungendo le testimonianze di chi ha voluto parlare, di chi ha ricordato quegli attimi e di chi, ancora oggi, non ha capito cosa accadde quel maledetto 7 gennaio.
DAL TESTO – “La stampa filocomunista ha una grande responsabilità per quanto riguarda gli scontri politici di quegli anni. Stampa faziosa che spesso istigava alla violenza contro i ragazzi di destra. Mai certa stampa s’è chiesta perché quei ragazzi militassero nel Movimento Sociale Italiano: avevano quattordici, quindici anni, e a quell’età non si può essere faziosi né si ha malanimo. Invece la stampa comunista andava ben oltre il cieco odio degli attivisti dell’ultrasinistra. Il Msi ha sempre rispettato regole democratiche e pluralismo e sapeva che per raggiungere gli obiettivi ci voleva sempre il consenso. Ma sarebbe da ipocriti e parteciperemmo al coro della disinformazione se non dicessimo con serenità e chiarezza che in Italia dal primo dopoguerra c’è stato un neofascismo che operava nella legalità e nella normalità. Un neofascismo che aveva come motto non rinnegare e non restaurare, ma quello di partecipare alla costruzione di una società moderna facendo tesoro di quelle idee che portarono, primi in Europa gli Italiani, ad avere rispetto sul posto di lavoro, aveva garantita una pensione e l’assistenza sanitaria, l’eliminazione dello sfruttamento dal mondo del lavoro, a cominciare dallo sfruttamento dei minori. Questo è avvenuto negli anni Trenta: perché cancellare questa pagina di grande socialità? Così come quando si fa riferimento alla costruzione delle città, delle abitazioni, delle case popolari… perché non ricordare che negli anni Trenta il diritto alla casa era sacrosanto e che a coloro che hanno partecipato alla bonifica dell’Agro Pontino furono donate casa e terreno per lavorare? Anche la legislazione a protezione dell’infanzia e della maternità era all’avanguardia in tutta Europa… Così come si faceva riferimento a un rapporto fra capitale e lavoro per partecipazione dei lavoratori agli utili e alla gestione delle imprese che, con ogni probabilità, rappresenterà l’equilibrio futuro proprio mentre si pensa che l’uomo debba perdere la dignità in omaggio alla remunerazione del capitale”.
L’AUTORE – Massimiliano Morelli, classe 1963, giornalista professionista, papà di due bambini, è al suo sesto libro, il primo senza attinenza sportiva. Per Bradipolibri ha scritto “IACOVONE La vita di Erasmo in un lampo”. Gestisce un paio di collaborazioni giornalistiche e una radiofonica. Nel 2005 ha vinto il premio “Gianni Melli” e nel 2006 il premio “Totosì”.
INDICE DELL’OPERA – Introduzione – Grazie – La strada che non c’era – Bum, bum! E loro a terra – Ritagli di giornale – Spunti di riflessione – I ricordi non si cancellano. Mai – La sezione simbolo del nuovo efficace attivismo sociale di destra – Nessuno andava allo sbaraglio, conoscevamo i rischi – Da Acca Larentia ai centri sociali – Quel labile confine fra l’estremismo e il terrorismo – Ieri, oggi, domani – Il bivio – Vittime del terrorismo, non della militanza politica – Il coraggio dell’informazione – Trent’anni dopo – Si chiude il sipario – Indice |